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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA QUESTIONE IMMIGRAZIONE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IMMIGRATI, UN PERICOLO PER 4 SU 10
[di Fabio Bordignon]

Si rafforza, nella mente delle persone, l'equazione fra immigrazione e criminalità: quattro cittadini su dieci vedono chi giunge da oltre confine come un pericolo per la sicurezza. A rivelarlo sono i dati raccolti da Demos per Il Gazzettino: un peggioramento, quello registrato negli ultimi mesi, che riporta il clima sociale nei confronti degli immigrati indietro di oltre cinque anni. Un atteggiamento che cozza, da oltre un decennio, con la "domanda" espressa dal mondo dell'impresa: tre persone su dieci continuano a vedere i nuovi arrivati come una risorsa per l'economia.
Sembrava che il Nord Est si fosse "abituato". Sembrava che, dopo le resistenze emerse alla fine degli anni Novanta, i cittadini avessero imparato a convivere con un fenomeno che sta ridisegnando, rapidamente, il paesaggio sociale di quest'area. Sembrava che i timori avessero lasciato spazio ad una visione dell'immigrazione come fenomeno "normale" per un'area ricca e sviluppata, anzi, necessario alla sua ulteriore crescita. Anche perché, nel frattempo, a confortare questa percezione giungevano i risultati di indagini diverse: ad esempio quelli raccolti dal rapporto Caritas-Cnel, che mostrano come le regioni nord-orientali siano quelle che, su scala nazionale, garantiscono il livello più alto di integrazione. Sembrava, almeno fino ad un anno fa. Gli ultimi dodici mesi hanno segnato, all'opposto, una marcata inversione di rotta: il ritorno del senso di insicurezza, accompagnato, come in passato, da un rafforzamento del legame (percepito) tra il fenomeno dell'immigrazione e quello della criminalità (comune).
E' ben il 40% delle persone interpellate a esibire questa convinzione. La serie storica dall'Osservatorio sul Nord Est, che su questo indicatore parte dal 2000, consente di esaminare l'evoluzione dei sentimenti generati dai flussi migratori. Dalla curva riprodotta nel grafico in pagina è possibile verificare come la situazione, otto anni fa, non si presentasse poi così diversa da oggi. La quota di persone che condividevano l'affermazione proposta dal sondaggio si attestava, infatti, poco sotto il valore attuale. Il livello di allarme si è mantenuto alto almeno fino alla metà del 2002, anno in cui, lentamente, ha iniziato a declinare, mantenendosi per diverso tempo fra il 30 e il 33% (scendendo, in alcune fasi, sotto questo intervallo). L'ultima rilevazione, condotta nelle scorse settimane, coincide però con un netto intensificarsi dell'allarme sociale attorno al tema dell'immigrazione: il numero di persone che vedono nei nuovi arrivati un pericolo per l'ordine pubblico supera, infatti, il 40%. Si tratta del valore più alto fra quelli ottenuti negli ultimi otto anni, e sale fino al 56% nei segmenti di elettorato che si orientano verso i partiti di centro-destra.
Già da qualche tempo si è invece assottigliata la componente sociale che considera gli immigrati una "necessità" per il sistema produttivo regionale. La quota di persone che vedeva nei flussi in ingresso nel nostro paese un rimedio per la carenza di manodopera aveva raggiunto il 35-36% fra il 2002 e il 2004. In seguito, complice la percezione di una congiuntura economica meno favorevole, il perimetro di questo gruppo si è sensibilmente ristretto, con una flessione attorno ai dieci punti percentuali: oggi torna leggermente a crescere, ma si ferma appena sotto la soglia del 30%.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 17 e il 21 gennaio 2008. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1048 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati delle precedenti rilevazioni fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
La documentazione completa su www.agcom.it.
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