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OSSERVATORIO SUL NORD EST - I COMUNI SECESSIONISTI DIVIDONO IL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
"SECESSIONE" REGIONALE, AUMENTANO I CONSENSI
[di Fabio Bordignon]

Cresce il consenso dei veneti per i Comuni che chiedono di cambiare regione: supera la soglia del 50% la quota di persone che appoggia la scelta, adottata da alcune amministrazioni della regione, di avviare le procedure per il passaggio alle vicine realtà a statuto autonomo. Cala invece (pur rimanendo "minoranza consistente") la quota di veneti che approverebbe una scelta analoga da parte del proprio comune. I cittadini friulani e giuliani, nel frattempo, sembrano aprire le porte della propria regione, mentre a Trento si rileva una forte divisione sul tema. È quanto emerge dall'ultima rilevazione dell'Osservatorio sul Nordest, condotta da Demos per Il Gazzettino.
Da Treviso a Pordenone, dal Veneto al Friuli-Venezia Giulia. Un altro nome si aggiunge comunque alla lista dei comuni "secessionisti": si tratta di Meduna di Livenza, che nel weekend ha votato - ma senza raggiungere il quorum, quindi il voto non porta alcun risultato - il referendum per il distacco dal Veneto. Di fronte a questa fuga per l'autonomia, inaugurata negli ultimi anni da altri illustri comuni (si pensi, su tutti, all'esempio di Cortina), i cittadini veneti continuano a dividersi, con tendenze ambivalenti. La componente che giustifica tale scelta si è estesa, nell'ultimo periodo, superando la soglia della maggioranza assoluta: da poco più del 40% del 2007 al 57% di oggi. In prima fila, nel sostenere le ragioni della "micro-secessione", figurano gli elettori di centro-destra e, in particolare, gli elettori della Lega. Gli oppositori, al contrario, si sono ridotti, e ammontano oggi a circa un quarto della popolazione veneta. I dati cambiano nel momento in cui si prende in considerazione l'ipotesi di una mossa analoga da parte del Comune dell'intervistato: di fronte a questa eventualità i contrari prevalgono (e aumentano rispetto ai precedenti sondaggi): a dire "no" è il 53%. I favorevoli alla migrazione verso le regioni limitrofe, tuttavia, è una significativa minoranza degli intervistati: il 42% si dice pronto a supportare una scelta di questo tipo.
Ma qual è la prospettiva delle regioni "di destinazione"? La stessa domanda è stata rivolta ai loro cittadini, rilevando posizioni diversificate su base territoriale. Friulani e giuliani, da questo punto di vista, mostrano una maggiore disponibilità ad accogliere la richiesta dei Comuni veneti: il 63% degli intervistati si dice pronto ad allargare a questi municipi i confini regionali. I cittadini trentini mostrano, al contrario, maggiori resistenze. Di fatto, tolto un 9% che non risponde e un 15% che non sa formulare un giudizio, la porzione residua della popolazione si divide sostanzialmente a metà. Al 38% di favorevoli risponde un altro 38% che si oppone ad aprire le porte della provincia ai Comuni veneti pronti al trasloco.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 13 e il 15 ottobre 2008. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1005 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Giovanni Pace ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
La documentazione completa su www.agcom.it.
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