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OSSERVATORIO SUL NORD EST - LA CARRIERA DELLE DONNE NEL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
AAA CERCASI DONNA, BELLA, CAPACE (MEGLIO SENZA FIGLI)
[di Natascia Porcellato]

Essere donne? Uno svantaggio nel lavoro, e per fare carriera le esponenti del gentil sesso sono chiamate ad essere, oltre che capaci, belle e possibilmente senza figli. I dati presentati oggi all'interno dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, appaiono particolarmente interessanti: quasi sei rispondenti su dieci ritengono che essere donna sia un problema in campo lavorativo. Inoltre, se per il 90% dei nordestini sono le capacità personali a contare, "essere belle" è giudicato molto o abbastanza importante da circa tre rispondenti su quattro, mentre per il 58% è rilevante non avere figli. Del resto, in sede di colloqui di lavoro, quasi una donna su tre si è sentita chiedere se avesse la maternità nei suoi progetti futuri; lo stesso "privilegio" è stato riservato solo all'11% degli uomini.
Le statistiche non appaiono consolanti: nel Nord Est il tasso di occupazione femminile è pari al 55% (FNE su Istat 2008), superiore alla media italiana (47%), ma lontano dal 65% della Germania e più basso anche della media dei 27 stati dell'UE (59% -Eurostat 2008). Gli stipendi delle donne sono mediamente più bassi rispetto ai colleghi maschi di pari grado: per i "quadri", per esempio, la differenza è di circa 3.800 euro all'anno (10° Rapporto sulle Retribuzioni in Italia). Non va poi sottovalutato il "doppio ruolo" delle donne che, per le italiane, spesso si traduce in un doppio lavoro data la scarsa propensione degli uomini a collaborare nei lavori domestici e nella cura dei figli.
Una situazione, insomma, poco incoraggiante, che trova conferme nell'indagine di Demos presentata oggi. Il 60% dei rispondenti considera il semplice essere donna un problema nel mondo del lavoro. Osservando i dati in base all'età e al genere degli intervistati, si nota come oltre sette donne su dieci tra i 25 e i 54 anni riconoscano nell'essere tali un problema (con la punta dell'80% nella fascia 35-44 anni).
Pare quasi che le donne stesse si siano adattate alla situazione, giudicandosi per prime con gli occhi del datore di lavoro. Tanto da ritrovare pregiudizi che speravamo superati anche nei tratti che contribuiscono alla carriera. Le capacità personali sono riconosciute come il principale fattore di avanzamento professionale: il 90% lo ritiene un aspetto molto o abbastanza importante. Ma a questo si affianca l'ampio consenso riservato alla bellezza estetica: il 78% lo ritiene un rilevante fattore di promozione, e sono soprattutto le donne tra i 25 e i 34 anni a giudicarlo tale (87%).
E i figli? Con un tasso di natalità pari a 1.37, l'Italia si pone in coda alle classifiche mondiali. Ma il bivio figli o carriera sembra essere un tratto tipicamente italiano. La Francia, per esempio, ha un tasso di occupazione femminile pari al 60%, ma il tasso di natalità è pari a 2 (Eurostat 2007 e 2008). Assenza di strutture pubbliche e scarsa tutela della maternità sembrano avere la meglio in Italia, al punto che la questione viene affrontata in modo diretto. La domanda "Lei ha figli o intende averne?" è stata posta, in sede di colloqui di lavoro, a una nordestina su tre, ma arriviamo alla metà di quante sono nella "fascia più a rischio" (tra i 25 e i 34 anni). Non stupisce, quindi, che la condizione di non-madre venga vista come volano di ascesa professionale da oltre il 65% delle donne con meno di 44 anni, con una punta massima tra quante hanno tra i 25 e i 34 anni (79%).
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto tra il 27 novembre e il 1 dicembre 2009. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1027 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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