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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E IL BULLISMO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NORD EST, IL 50% TEME I BULLI
[di Natascia Porcellato]

Nelle settimane passate ha fatto molto discutere l'ordinanza "anti-bullismo" del comune di Arzignano, nel vicentino, che impone la presenza dei vigili nelle scuole e negli autobus e prevede per i "bulli" multe di circa 100 euro, convertibili in attività socialmente utili. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, cerca oggi di indagare intorno a questo fenomeno: quasi sette nordestini su dieci ritengono che il bullismo venga dal passato, anche se si è aggravato nel tempo, mentre è il 17% a ritenerlo una manifestazione del tutto nuova. La popolazione, inoltre, si divide nel giudizio: il 47% ritiene il bullismo inaccettabile, mentre un rispondente su quattro lo valuta grave, per quanto oggetto di un'attenzione esagerata. Il 21%, infine, giudica questi atti non gravi.
Ma cos'è il bullismo? Tutti gli atti violenti e prepotenti lo sono o dobbiamo distinguere in modo più preciso? Secondo gli studiosi, il bullismo può essere definito come un «abuso sistematico di potere» (Smith e Sharp, 1994). Sono tre le componenti che qualificano un "bullo": un comportamento violento volontario e consapevole; soprusi e angherie sono ripetuti nel tempo, in modo sistematico; con la vittima si instaura uno squilibrio di potere, sia esso fisico, relazionale o psicologico.
Come osserva Gianluca Gini -ricercatore presso l'Università di Padova e studioso del fenomeno- il bullismo è un fenomeno multidimensionale, in cui agiscono sia fattori individuali che sociali: i bulli esibiscono in pubblico dei comportamenti aggressivi per conquistare una posizione dominante all'interno del gruppo. Non sono, quindi, azioni nascoste, ma pubbliche, appunto, messe in scena di fronte a platee -spesso cieche o silenti- di coetanei e adulti.
Qual è, quindi, l'idea prevalente nell'opinione pubblica del Nord Est? Il 69% dei cittadini intervistati giudica queste violenze e prepotenze dei gesti che vengono dal passato, ma che si sono aggravati nel tempo; tra i giovani con meno di 25 anni, però, la percentuale sale al 75%. Una quota quasi analoga (73%) si registra tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni, che possono essere idealmente considerati i loro "genitori". Questa posizione, poi, è presente soprattutto tra quanti hanno un livello di istruzione medio, tra gli studenti e i lavoratori autonomi.
L'idea che il bullismo sia un fenomeno che "è sempre esistito e sempre ci sarà" è condivisa dal 15% dei rispondenti. Il profilo di coloro che hanno questa posizione vede una maggiore presenza di persone con meno di 44 anni, in possesso di un diploma o una laurea, e dal punto di vista professionale sono per lo più impiegati, liberi professionisti, studenti o disoccupati.
A giudicare le violenze e le prepotenze attuali radicalmente diverse rispetto al passato è il 17% degli intervistati. In questo caso, sono in misura maggiore persone con oltre 55 anni, dal basso livello di istruzione, ritirati dal lavoro o casalinghe.
Il giudizio sul fenomeno, infine, divide la popolazione: un rispondente su cinque ritiene che non siano atti gravi perchè rientrano tra le cose che "tutti hanno fatto e subito a scuola", mentre il 27%, considera il bullismo grave, per quanto sottoposto a un'attenzione esagerata. Infine, è il 47%, la maggioranza relativa, a considerare il bullismo un fenomeno inaccettabile per una società civile.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto nei giorni 1-4 marzo 2010. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1013 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Fabio Bordignon e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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