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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA SICUREZZA DEGLI ALIMENTI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
A NORDEST CRESCE LA PAURA SULLA QUALITÀ DEI NOSTRI CIBI
[di Natascia Porcellato]

Se «l'uomo è ciò che mangia», come sosteneva Feuerbach, allora siamo uomini molto preoccupati. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi dell'apprensione dei cittadini per la sicurezza di cibi e bevande. Oltre tre rispondenti su quattro, infatti, si dichiarano molto o abbastanza inquieti per la sicurezza degli alimenti. Rispetto a due anni fa, la quota di nordestini intimoriti mostra una crescita decisa, pari a circa 12 punti percentuali. Così, non stupisce che la tutela della salute alimentare sia individuata come prioritaria dal 95% degli intervistati.

Dop, Igp, Stg. Ma anche Doc e Docg. E poi ci sono le etichette: denominazione del prodotto, ingredienti ed eventuali additivi, nome del produttore o del distributore, luogo di produzione, «utilizzare preferibilmente entro il» e quantità. La sicurezza degli alimenti, oggi, passa attraverso un complesso sistema di sigle e specifiche indicazioni. La recente normativa proposta dall'attuale ministro Galan, relativa alla cosiddetta etichetta «trasparente», è stata fermata dall'Unione Europea, che sta lavorando su un progetto comunitario. L'attenzione delle istituzioni, quindi, è piuttosto alta e costante, ma questo non sembra placare l'apprensione dei consumatori nordestini.

In Veneto, Friuli-Venezia Giulia e in provincia di Trento il 76% si dichiara molto o abbastanza preoccupato per la sicurezza di cibi e bevande. Inoltre, il trend appare in crescita: nella rilevazione precedente (maggio 2009) il timore relativo a questo specifico argomento si attestava intorno al 64%, 12 punti percentuali in meno rispetto ad oggi.

L'ampiezza della preoccupazione taglia trasversalmente i diversi settori sociali, generazionali e professionali. Alcuni caratteri che individuano le persone maggiormente intimorite, però, possono essere ugualmente suggeriti. Così, guardando alla dimensione territoriale, vediamo come il timore si acuisca tra coloro che vivono in provincia di Trento o in Friuli-Venezia Giulia. Dal punto di vista del genere, poi, sono le donne ad apparire maggiormente preoccupate rispetto agli uomini. Anagraficamente, invece, la paura appare più contratta tra i giovani con meno di 24 anni e, al contrario, sale soprattutto tra coloro che hanno tra i 55 e i 64 anni. Non emergono distinzioni degne di nota legate al livello di istruzione, mentre, guardando alla categoria socio-professionale, vediamo come siano soprattutto le casalinghe e i disoccupati a tenere alta l'attenzione.

Politicamente, infine, le sensibilità maggiori rispetto alla sicurezza di cibi e bevande le possiamo ritrovare tra gli elettori dell'Italia dei Valori e di Sinistra Ecologia Libertà, oltre che tra i simpatizzanti dell'Unione di Centro e di Futuro e Libertà per l'Italia.

È bene ribadire, però, che la preoccupazione non scende mai, in nessun settore considerato, sotto la soglia del 60%. Quindi, possiamo dire che «La sicurezza alimentare deve diventare una priorità per il futuro»? Secondo i nordestini, senza dubbio: è il 95% a dichiararsi moltissimo o molto d'accordo con questa affermazione, andando ben oltre i confini di quanti, oggi, si dicono «preoccupati» per la sicurezza alimentare.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto dal 31 gennaio al 2 febbraio 2011. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1024 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Ludovico Gardani e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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