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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA PROSTITUZIONE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
PROSTITUZIONE. PIÙ MULTE MA "CASE CHIUSE" DA RIAPRIRE
[di Natascia Porcellato]

Più severità verso clienti e prostitute, mentre l'idea di riaprire i "casini" continua a raccogliere ampi consensi. Questi sembrano essere gli orientamenti principali che emergono dai dati raccolti da Demos per Il Gazzettino e presentati oggi all'interno dell'Osservatorio sul Nord Est. Dato per acquisito che devono essere puniti gli sfruttatori (lo ritiene il 99% degli intervistati), secondo sette nordestini su dieci devono subire una condanna anche i clienti. È una minoranza, invece, a puntare il dito contro le prostitute (34%), ma il dato segnala un aumento di quasi 13 punti percentuali rispetto al 2001. Quale soluzione per questo problema? L'idea di riaprire le case chiuse dalla Legge Merlin del 1958 è giudicata positivamente dal 75% degli intervistati. Pur rimanendo un orientamento largamente maggioritario, però, osserviamo come il trend segni un calo di circa 9 punti percentuali negli ultimi quattro anni.

Dopo la chiusura delle "case di tolleranza", la guerra alla prostituzione di strada, le raccolte-firme dei vicini per quella in appartamento, assistiamo oggi all'affermarsi della prostituzione "virtuale". Il caleidoscopio di siti e annunci, che spuntano anche consultando la propria posta elettronica, offrono l'idea che sia disponibile alla consultazione un intero "catalogo di carne umana". Donne o uomini, gay o trans, escort o massaggiatrici, masochisti o dominatori, amanti di oggetti specifici o interessati a pratiche estreme: tutto sembra essere possibile (e disponibile) sotto il cielo di Internet. Il volto più duro del fenomeno, però, probabilmente rimane quello che si può vedere tornando a casa una sera tardi, percorrendo in auto una statale o un viale, passando di fronte a decine di uomini e donne in attesa che un mezzo si fermi.

È da questa visione che, con tutta probabilità, nasce la convinzione unanime (99%) che debbano essere perseguiti i "protettori" e la sempre più ampia intolleranza verso i clienti. I frequentatori delle prostitute, infatti, secondo il 70% dei nordestini andrebbero puniti, e il dato segna un aumento di oltre 15 punti percentuali rispetto al 2001. A mostrarsi maggiormente intolleranti con i clienti sono le donne, i giovani con meno di 34 anni e quanti frequentano assiduamente i riti religiosi.

Una minoranza, ma che è cresciuta costantemente nel corso del tempo, ritiene che andrebbero condannate le prostitute stesse: se dieci anni fa era il 21% a pensare che anche loro andassero punite, oggi il dato è salito fino al 34%. Anche in questo caso, la maggiore condanna arriva dalle donne e da coloro che frequentano assiduamente i riti religiosi, mentre, guardando al fattore anagrafico, si distinguono le classi d'età adulte (45-54 anni) o anziane (oltre 65 anni).

Permettere la riapertura delle "case chiuse" è una soluzione condivisa dal 75% dei nordestini. Dal 2007 ad oggi, però, il gradimento verso questo tipo di soluzione sembra essere diminuito: il calo, infatti, è di circa 9 punti percentuali. In questo caso, i settori sociali che più di altri si mostrano favorevoli alla riapertura dei vecchi "casini" tratteggiano il profilo di persone di genere maschile, dall'età compresa tra i 25 e i 64 anni e che frequentano i riti religiosi in modo saltuario.
NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 27-30 giugno 2011 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1001 persone (rifiuti/sostituzioni: 3344), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.03%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Ludovico Gardani e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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