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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E L'IMMIGRAZIONE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IMMIGRATI, PER I GIOVANI SONO SOPRATTUTTO UNA RISORSA
[di Natascia Porcellato]

Minaccia per l'occupazione o risorsa per l'economia? Qual è il giudizio di veneti, friulani e trentini sulla presenza degli immigrati in ambito lavorativo? L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa del rapporto tra la popolazione dell'area e gli immigrati. Poco meno di un nordestino su tre ritiene la presenza straniera "una minaccia per l'occupazione", mentre è quasi il 42% a giudicarla "una risorsa per la nostra economia". Combinando le dimensioni presenti nelle due opinioni sono emerse le diverse visioni del fenomeno. Lo sguardo ottimista rispetto al rapporto migranti-lavoro è proprio di quasi quattro nordestini su dieci, mentre è circa il 27% a "vedere nero". L'ambiguità di chi esprime giudizi contrastanti coinvolge il 34% del campione.

Come messo in luce in occasione della presentazione del Rapporto 2011 curato da Fondazione Nord Est, sembra che l'area stia lentamente, e non senza incertezze, uscendo dal periodo di crisi che l'ha attraversata negli ultimi anni. Un fattore difficile da scorgere nelle statistiche ufficiali, ma che sembra emergere dalle pieghe dei dati presentati oggi da Demos, è relativo a una limitata apprensione della popolazione nordestina rispetto agli immigrati. La crisi occupazionale, infatti, non sembra aver alimentato nuove tensioni tra le popolazioni locali e gli stranieri che, negli ultimi anni, avevano raggiunto queste regioni per rispondere al bisogno di manodopera espresso dalle aziende dell'area.
La presenza degli immigrati viene giudicata una minaccia per l'occupazione dal 31% degli intervistati, mentre più ampia appare la quota di persone che li ritengono una risorsa per l'economia (42%). Se consideriamo congiuntamente i due indicatori, possiamo ricostruire una tipologia di posizioni.

La visione più pessimista, che raccoglie quanti mostrano una percezione esclusivamente negativa del fenomeno, raccoglie il 27% degli intervistati. Il profilo dei pessimisti vede una maggiore presenza di donne e di anziani con oltre 65 anni. Guardando titolo di studio, invece, osserviamo una presenza superiore alla media di persone in possesso di livello di istruzione basso o medio e residenti in comuni piccoli. Dal punto di vista socio-professionale, i più preoccupati sono gli operai, i lavoratori autonomi, le casalinghe e i disoccupati. Politicamente, invece, la visione negativa caratterizza soprattutto gli elettori della Lega Nord e dell'Udc.

Quanti mostrano, al contrario, una percezione ottimista sono quasi quattro nordestini su dieci. In questo caso, invece, ritroviamo una maggiore presenza di uomini e di giovani under-34. Inoltre, la visione positiva appare più frequente tra le persone in possesso di un alto livello di istruzione e residenti in comuni con oltre 50mila abitanti. Guardando alle professioni, emerge una maggiore presenza di impiegati, liberi professionisti e studenti. Politicamente, invece, la visione ottimista è più diffusa tra i sostenitori dei partiti di opposizione, parlamentare e no.

Infine, le persone caratterizzate da una visione ambigua, in cui convivono sia orientamenti positivi che negativi, sono poco più di una su tre (34%). In questo caso, il profilo che emerge vede una maggiore presenza di persone adulte (45-64 anni), in possesso di un livello di istruzione basso o medio e residenti in comuni di medie dimensioni. Guardando alla categoria socio-professionale, poi, vediamo come la percezione contrastante appartenga soprattutto a operai e pensionati. Dal punto di vista politico, gli elettorati maggiormente caratterizzati da posizioni ambigue sono quelli che si riconoscono nel Pdl o che si collocano nell'area grigia dell'incertezza e della reticenza.
NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 27-30 giugno 2011 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1001 persone (rifiuti/sostituzioni: 3344), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.03%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Ludovico Gardani e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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