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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA FINE LONTANA DELLA CRISI ECONOMICA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL NORDEST DEI PESSIMISTI: «ALTRI DUE ANNI DI CRISI»
[di Natascia Porcellato]

Per la fine della crisi dovremo attendere più di due anni. Dall'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, emerge chiaramente il pessimismo che attraversa la popolazione dell'area. Oltre sei intervistati su dieci indicano in oltre 24 mesi il tempo necessario per uscire dalle difficoltà attuali, e un altro 17% prevede che gli effetti si esauriranno entro due anni. I più ottimisti -coloro che ritengono possibile la fine della crisi entro sei mesi o un anno- sono intorno al 12%. Piuttosto ampia, infine, la quota di incerti, pari a circa il 7%.
L'attuale crisi economica e finanziaria è esplosa nel 2008, con il fallimento della banca d'affari Lehman Brothers. Sono quindi più di tre anni che i diversi Paesi cercano di uscire dalle difficoltà che li attraversano. Alcuni settori sociali stanno pagando più di altri per questa situazione: giovani, donne, precari, operai. Le diverse manifestazioni degli "Indignati" che sabato scorso hanno attraversato molte Capitali apparivano unite proprio dalla loro composizione: erano coloro che sentono di non avere un futuro davanti. In Italia, le difficoltà appaiono ancora più marcate, data la particolare caratterizzazione del mercato del lavoro: giovani e laureati impiegati in modo precario e sottopagato; donne discriminate attraverso stipendi più bassi e contratti più penalizzanti; la scelta di continuare a privilegiare, più che il merito, le reti parentali e amicali. Condizioni che proprio questa crisi hanno reso ancor meno comprensibili e accettabili.

La popolazione del Nord Est sembra aver progressivamente preso atto della gravità della situazione. Se nel 2009 la maggioranza relativa (38%) manteneva un atteggiamento positivo, immaginando la fine della crisi entro sei mesi o un anno, oggi è meno del 12% a mostrare ottimismo. Si è contratta anche la percentuale di quanti attendono la soluzione della crisi in massimo due anni, scesi dal 22% del 2009 all'attuale 17%. Parallelamente, è quasi raddoppiata la quota di coloro che rimandano a più di 24 mesi la fine delle difficoltà attuali. Nel 2009, infatti, era il 33% a individuare in questo lasso il tempo necessario per la fine della crisi, mentre oggi sfiorano il 64%.

Significativo è che siano soprattutto i giovani a mostrare pessimismo. Anche se è diffusa e maggioritaria in tutti i settori anagrafici la consapevolezza che la crisi si risolverà in oltre due anni, possiamo osservare i valori più elevati (68-69%) tra coloro che hanno meno di 34 anni. La previsione che invece pone il limite per la soluzione della crisi entro i due anni è maggiormente presente tra quanti hanno tra i 25 e i 44 anni, mentre l'attesa di sei mesi o un anno supera la media dell'area tra gli adulti di età compresa tra i 45 e i 54 anni.

Dal punto di vista socio-professionale, poi, rileviamo come l'orientamento più pessimista, che individua in oltre 24 mesi il tempo necessario per l'esaurirsi di questa crisi, sia maggioritario in tutti i settori sociali considerati. In alcuni, però, l'orientamento appare più marcato: studenti e operai, lavoratori autonomi e imprenditori, impiegati e disoccupati appaiono uniti dal timore che la crisi si risolva in oltre due anni.

Anche dal punto di vista politico, infine, emerge la trasversalità della paura che la crisi si concluda tra più di 24 mesi: solo tra gli elettori di Fli questa previsione non conquista la maggioranza assoluta. I timori sembrano essere diffusi soprattutto tra gli elettori di Pd, Mov. 5 Stelle e Lega Nord, mentre tra i simpatizzanti di Pdl, Fli e Sel tende ad essere un po' più consistente una visione meno negativa.
NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 settembre 2011 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1006 persone (rifiuti/sostituzioni: 2410), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Ludovico Gardani e Natascia Porcellato hanno curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Mauro Vullo ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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