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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST CONFERMA PREFERISCE IL LAVORO DIPENDENTE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
LAVORO IN PROPRIO SEMPRE PIÙ RARO. IL SOGNO ORMAI È ESSERE DIPENDENTI.
[di Natascia Porcellato]

Qual è il lavoro preferito dai nordestini? È intorno a questo tema che si concentra l'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino. Le preferenze si orientano sempre meno verso il lavoro in proprio o da libero professionista (dal 55% del 2000 al 45% odierno). Ad aumentare il proprio appeal, invece, sono il lavoro alle dipendenze di un'impresa (dal 24% di 13 anni fa al 28% di oggi) e, in misura ancora più marcata, quello presso un ente pubblico (che nello stesso arco di tempo sale dal 21% al 27%).

La contrazione della preferenza per il lavoro in proprio è, in parte, figlia della crisi del periodo, ma forse c'è anche dell'altro. C'è un sistema bancario che sostiene poco le imprese e, anzi, spesso rende loro la vita più complicata in una fase economica di per sé difficile. C'è uno Stato molto presente quando chiede i pagamenti delle tasse e poi latitante quando dovrebbe dare aiuto o semplicemente liquidare quanto deve. C'è un sistema di rappresentanza che fatica a comprendere e mediare le esigenze delle imprese presso le istituzioni. C'è un sistema sociale che, abituato a crescita e successo, forse non è riuscito a produrre gli "anticorpi" per i momenti di crisi, una rete che non facesse sentire soli gli imprenditori. Perché l'impresa, nel Nord Est, è tanto diffusa da essere parte della quotidianità di ognuno: per questo, la "sconfitta" di un imprenditore riguarda tutti.

Così, lo sguardo viene rivolto sempre più insistentemente al lavoro dipendente, mentre perde fascino quello autonomo. Il lavoro in proprio, infatti, è indicato come preferito dal 29% degli intervistati, mentre il 16% sceglie la libera professione. Complessivamente, è il 45% a optare per l'area del lavoro "non-dipendente": dal 2000 ad oggi, il calo è di 10 punti percentuali. Quali settori guardano in misura maggiore a questa modalità lavorativa? A preferirla sono soprattutto gli uomini e i giovani tra i 15 e i 24 anni. Se consideriamo la categoria socio-professionale, osserviamo una presenza superiore alla media di liberi professionisti (3 su 4 "confermano" le proprie scelte, in un certo senso), disoccupati, studenti e operai.

Al contempo, sono cresciuti i favori per il lavoro dipendente, pubblico e privato. L'impiego presso la grande impresa è scelto da circa 1 nordestino su 5, mentre quello presso una piccola azienda o un artigiano si ferma all'8%. Nell'insieme, è quasi il 28% ad indicare il lavoro dipendente per un'impresa privata (+4 punti percentuali rispetto al 2000). In questo caso, sono soprattutto le donne a preferire l'impiego per aziende private, mentre dal punto di vista anagrafico ritroviamo una presenza superiore alla media di quanti hanno tra i 35 e i 44 anni e, ancor più marcatamente, di persone tra i 55 e i 64 anni. Guardando alla categoria socio-professionale, a scegliere il lavoro presso un'azienda privata sono soprattutto operai e casalinghe.

Il lavoro per un ente pubblico, infine, intercetta oggi il consenso di più di un nordestino su quattro (27%): 13 anni fa era il 21% a preferirlo. Come per il lavoro dipendente privato, anche in questo caso sono le donne ad essere maggiormente attratte da questa scelta, mentre anagraficamente sono più presenti le persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni e gli over-65. Guardando alle professioni, ritroviamo una presenza superiore alla media di impiegati e (forse non molto a sorpresa) di imprenditori. Tra questi ultimi, infatti, il 44% continuerebbe a scegliere un lavoro in proprio o da libero professionista, ma una quota sostanzialmente analoga -43%- indica nel lavoro pubblico quello che preferirebbe, per sé o per i figli.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 15-17 gennaio 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1010 persone (rifiuti/sostituzioni: 3842), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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