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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST CHIEDE PIÙ DONNE AI POSTI DI COMANDO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
A NORDEST DUE SU TRE VOGLIONO PIÙ DONNE AI POSTI DI COMANDO
[di Natascia Porcellato]

Servono più donne ai posti di comando? Sì, secondo i cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si concentra oggi sul tema dell'equilibrio delle presenze di genere in posizioni dirigenziali. Il 64% degli intervistati dichiara che le donne dovrebbero essere più presenti nei posti-chiave, ma rispetto a sei anni fa la quota è in calo di 6 punti percentuali. Ad essere cresciuti sono coloro che ritengono sufficiente la loro presenza attuale, saliti dal 21% del 2007 all'attuale 26%.

Le donne e le posizioni di responsabilità: sembra strano affrontare un argomento "di genere" nel 2013, e invece la sua attualità offre la misura di quanto poco si muova in questa direzione. Le donne inserite in ruoli apicali sono ancora poche, troppo poche. Basta osservare quanto accaduto in occasione delle recenti elezioni politiche. La prima evidenza emersa dalle urne, e a cui i giornali hanno dato un certo risalto, è che il Parlamento di oggi è un po' più "rosa". Anche tra gli eletti alla Camera nelle regioni del Nord Est, ad esempio: nel 2008 le donne erano circa il 20%, oggi sono oltre il 30%. È sufficiente? Probabilmente no. E da qui l'esigenza di continuare a insistere sul tema dell'equilibrio di genere nei posti-chiave.

Anche perché la percezione della necessità di avere più donne ai posti di comando, seppur largamente maggioritaria nella popolazione del Nord Est, è in calo. Oggi, infatti, è il 64% a ritenere che dovrebbero essere di più, ma nel 2007 la quota sfiorava il 70%. Nello stesso periodo, poi, la quota di intervistati che sostengono che vada bene la situazione attuale, o che la presenza delle donne dovrebbe essere ridotta, sale dal 26 al 29%.

La distanza tra uomini e donne è marcata, e sono soprattutto queste ultime ad avvertire la necessità di più "direzioni al femminile": il 71% si collocano su questa posizione, mentre tra gli uomini la quota si ferma al 57%. A giudicare soddisfacente la presenza attuale, o auspicarla più contenuta, invece, è circa il 22% delle donne, ma tra gli uomini il dato sale al 37%.

Considerando insieme genere ed età, possiamo ricavare ulteriori indicazioni. Le opinioni delle donne sono trasversali rispetto all'anagrafe: circa 7 su 10, di tutte le età, sono concordi nel ritenere insufficienti le attuali presenze femminili ai vertici. Sul versante maschile, invece, le cose appaiono diverse. In particolare, sono i giovani a mostrare le maggiori perplessità rispetto a una più ampia presenza di donne ai vertici: tra i 15 e i 29 anni, la percentuale di uomini su questa posizione è intorno al 38%, mentre tra coloro che hanno tra i 30 e i 44 anni si ferma al 48%. È solo tra gli uomini più adulti e anziani che il favore verso una presenza più consistente di donne in posizioni apicali si fa molto più ampia e maggioritaria.

Infine, altre indicazioni interessanti arrivano analizzando congiuntamente genere e condizione socio-professionale. Anche in questo caso, le donne mostrano una consapevolezza più marcata della necessità di incrementare la presenza femminile ai posti di comando. L'intesa massima su questo si osserva tra disoccupate (78%) e studentesse (74%), e si mantiene sulla media femminile tra lavoratrici e pensionate. L'accordo più contenuto lo vediamo tra le casalinghe, dove comunque raggiunge il 68%. Molto diverso è lo sguardo degli uomini. L'idea che ci siano più donne ai posti di comando raccoglie il minimo del consenso tra gli studenti (30%), mentre i lavoratori (56%) si allineano alla media maschile. Sopra la media, invece, si collocano coloro che sono fuori dal mercato del lavoro perché disoccupati (73%) o pensionati (70%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 15-17 gennaio 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1010 persone (rifiuti/sostituzioni: 3842), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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