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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E L'EMIGRAZIONE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NORD EST: NUOVI EMIGRANTI, PER LAVORO O PER AMORE
[di Natascia Porcellato]

(Quasi) uno su quattro: è questa la quota di nordestini che dichiara di avere un familiare stretto all'estero, secondo quanto rilevato dall'Osservatorio sul Nord Est curato da Demos per Il Gazzettino. Tra questi, il 78% è partito prima della crisi del 2008 e il 22% ha lasciato il Nord Est negli ultimi 5 anni. Sono andati soprattutto in altri paesi europei (60%) e la ragione principiale è il lavoro (79%). I contatti con l'Italia vengono tenuti con telefonate -classiche (46%) o via pc (28%)- ma anche con mezzi più moderni, come social network (16%) o E-mail (7%).

Il Nord Est non ha smesso di essere una terra da cui partire per andare verso paesi lontani: basta sfogliare l'ultimo Rapporto Italiani nel Mondo 2013 (Fondazione Migrantes) per capirlo. Il Veneto, ad esempio, nel biennio 2012-2013, è la seconda regione italiana per emigrazione. Nel complesso, l'incidenza degli iscritti all'AIRE sulla popolazione residente è del 13% in Friuli-Venezia Giulia e del 7% in Veneto e Trentino-Alto Adige. Al di là delle fonti ufficiali, però, sappiamo che vi sono connazionali che scelgono di non trasferire la propria residenza nello Stato estero. Questi dati, quindi, probabilmente sottostimano un fenomeno di proporzioni più ampie.
Oggi, è il 24% degli intervistati a dichiarare di aver un parente stretto che vive all'estero. Quando sono partiti? Prendendo come riferimento il 2008, l'anno d'inizio dell'ultima crisi economica mondiale, abbiamo visto che il 78% era già espatriato prima, mentre il 22% ha visto qualche familiare andarsene negli ultimi 5 anni. È possibile tracciare due profili, distinguendo l'emigrazione pre-crisi da quella che si è sviluppata dopo?

Quanti sono partiti prima del 2008 hanno scelto soprattutto i paesi dell'Europa (61%), ma anche America del Nord (15%) e Australia (11%) sono presenti in modo consistente. Più limitata l'emigrazione che si è orientata verso l'America latina (7%) o che si è diretta verso altri Paesi (5%). Il motivo che ha spinto a lasciare il Nord Est è stato soprattutto il lavoro (80%), seguito dall'amore (12%) e dallo studio (5%). Le comunicazioni con la famiglia lontana avvengono soprattutto tramite il telefono tradizionale (49%) o le chiamate via computer (27%). Più limitato l'uso di social network (13%) o E-mail (8%).

Coloro che sono partiti negli ultimi 5 anni mostrano dei tratti peculiari, soprattutto per quanto riguarda le modalità con cui comunicano con i parenti lasciati in patria. Le mete, infatti, tendono a ripercorrere le preferenze di coloro che erano partiti in precedenza. Ritroviamo il maggiore orientamento verso i paesi europei (58%) e l'America del Nord (15%). Meno popolari, invece, appaiono Australia (8%) e America Latina (4%), mentre più presenti quanti hanno scelto di andare in Africa o in paesi dell'Estremo Oriente (16%). Anche le ragioni per andarsene restano le stesse: il lavoro (77%), come sempre, è al primo posto, ma tra quanti sono partiti dopo il 2008 si equivalgono le partenze decise per seguire un amore o per studiare all'estero (entrambe: 11%). Il tratto che maggiormente individua questo gruppo, però, risiede nelle modalità con cui tengono vivo il rapporto con quanti sono rimasti "a casa". Se le telefonate tradizionali mantengono la maggioranza relativa (36%), questi nuovi emigranti hanno rapidamente abituato amici e genitori a usare Skype per chiamarsi via pc e magari "salutarsi" in webcam (34%). Soprattutto, è l'uso dei social network ad essere piuttosto esteso (27%): d'altra parte, uno dei tratti più interessanti di questi mezzi è che riescono a restituire una quotidianità che, diversamente, sarebbe impossibile avere.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 novembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6436), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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