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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA POVERTÀ CHE CRESCE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
POVERTÀ: DAL NORD EST TANTI SEGNALI DI DIFFICOLTÀ
[di Natascia Porcellato]

L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi della percezione che le famiglie hanno del proprio stile di vita in relazione al reddito. Il 4% dichiara di vivere agiatamente mentre il 41% definisce "tranquillo" il proprio ménage mensile. Il 37%, però, avverte qualche difficoltà e il 15% arriva a fine mese con molte difficoltà. Poco più del 2%, infine, si definisce senza mezzi termini "povero". Cos'è, però, la povertà? Sei nordestini su dieci ritengono che sia una condizione che impedisce di avere l'essenziale per vivere, mentre il 40% sostiene che sono poveri anche coloro che non possono permettersi niente altro che la sopravvivenza.

La povertà, d'altra parte, può essere relativa o assoluta. Non avere soldi per comprare cibo è sicuramente una condizione di indigenza assoluta. Nella società contemporanea, però, anche non potersi garantire le condizioni necessarie per stare all'interno della comunità può costituire una forma di povertà. Secondo gli ultimi dati Istat, nel Nord le famiglie in stato di povertà assoluta sono il 5.5% mentre quella relativa tocca il 6.2%. Guardando più specificatamente dentro alla povertà relativa, vediamo che questa condizione riguarda circa il 6% delle famiglie del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e il 4% di quelle della provincia di Trento.

Fin qui i dati dell'Istat. Oltre a questi, però, è centrale comprendere quale sia la percezione che le famiglie hanno di loro stesse. Secondo quanto rilevato da Demos, nel Nord Est è il 4% degli intervistati a dichiarare di vivere agiatamente, mentre il 41% definisce il proprio stile di vita tranquillo. Alcune difficoltà vengono percepite dal 37%, mentre il 15% arriva a fine mese con molti problemi. Poco più del 2%, infine, si dichiara povero.

È possibile tracciare un profilo delle diverse percezioni? Se consideriamo congiuntamente quanti dichiarano di vivere agiatamente o con tranquillità (poco più del 45% degli intervistati), vediamo come questi siano soprattutto giovani under-35 e anziani con oltre 65 anni di età, mentre dal punto di vista socio-professionale ritroviamo una presenza superiore alla media di liberi professionisti, studenti e pensionati.

Coloro che avvertono qualche difficoltà (37%), invece, sono in misura maggiore persone di età centrale (35-44 anni). Guardando alla professione, poi, osserviamo una presenza superiore alla media di operai, lavoratori autonomi e casalinghe.
I tratti di quanti manifestano molti problemi ad arrivare a fine mese o che si definiscono poveri (nel complesso: 17%) vedono una presenza superiore alla media delle fasce d'età centrali (35-64 anni), mentre dal punto di vista socio-professionale sono presenti soprattutto disoccupati e operai.

Qual è, però, il concetto di povertà prevalente nell'opinione pubblica nordestina? Per la maggioranza (60%) essere poveri significa non avere l'indispensabile per vivere, ricalcando quella che viene definita "povertà assoluta". Il rimanente 40%, però, mette l'accento sulla relatività della povertà, ricordando che può sentirsi povero anche chi ha dei consumi limitati allo stretto necessario.

Interessante è come cambino questi giudizi in relazione alla propria percezione familiare. Tra quanti vivono agiatamente o con tranquillità, infatti, tende a crescere la quota di persone che individuano nell'accezione "assoluta" la definizione di povertà. Guardando a coloro che arrivano a fine mese con difficoltà o si definiscono poveri, invece, osserviamo una maggiore presenza della "relatività" della povertà, quella in cui ci si trova quando non si può andare oltre lo stretto necessario per vivere.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 novembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6436), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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