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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST: PER IL 50% L'IMMIGRAZIONE È UNA RISORSA.

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IMMIGRATI, UNA RISORSA PER METÀ: FAVORISCONO L'APERTURA CULTURALE
[di Natascia Porcellato]

Immigrati: risorsa o minaccia per la cultura del Nord Est? L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi della percezione della presenza immigrata nell'area. Per questo, abbiamo utilizzato due diverse affermazioni raccogliendo il grado di consenso rispetto ad ognuna. Il 52% dei rispondenti ritiene che "La presenza degli immigrati favorisce la nostra apertura culturale" (+14 punti percentuali rispetto al 2010), mentre quasi tre su dieci (29%) si dichiarano moltissimo o molto d'accordo con l'idea che "Gli immigrati sono un pericolo per la nostra cultura, la nostra identità e la nostra religione" (sostanzialmente stabile rispetto al 2003).

Le recenti polemiche sul "crocifisso obbligatorio" e il "ramadan proibito" hanno riportato al centro del dibattito (nordestino e non solo) un tema che da qualche tempo pareva sopito: l'immigrazione come questione legata alla diversità culturale di persone provenienti da paesi lontani e culture diverse. Guardando i dati, però, non sembra emergere una particolare tensione nell'opinione pubblica sull'argomento.
È solo una minoranza, infatti, a giudicare gli immigrati un pericolo per la cultura, l'identità e la religione (29%), e rispetto alle rilevazioni passate non si osservano grandi scostamenti: tra il 2003 e il 2007, la percentuale era sostanzialmente ferma intorno al 31-32%. Ad essere cresciuta in modo deciso, invece, è la quota di popolazione che ritiene la presenza degli immigrati un fattore di apertura culturale. Nel 2009 era il 38% a posizionarsi su questa idea, ma già nel 2010 la quota era salita al 48%. Il dato più recente, che porta a 52 la percentuale di nordestini che considerano gli immigrati un fattore di accrescimento, rinforza la tendenza che abbiamo osservato negli anni scorsi.

Come si caratterizzano dal punto di vista sociale questi orientamenti? Quanti vivono la presenza degli immigrati come una minaccia per la nostra cultura, identità e religione sono soprattutto adulti (tra i 45 e i 64 anni, 37-38%) o anziani (48% tra gli over-65) e persone in possesso di un basso livello di istruzione (54%). Dal punto di vista territoriale non emergono scostamenti degni di nota, mentre guardando alle professioni, ritroviamo casalinghe (34%), imprenditori (37%) e pensionati (48%) tra le categorie più timorose. Politicamente, invece, è tra gli elettori di Forza Italia (43%) e, soprattutto, della Lega Nord (51%) che questo orientamento si fa più consistente.

La visione che privilegia l'aspetto dell'apertura culturale, invece, riguarda il 57-58% dei giovani under-25 e delle persone tra i 35 e i 54 anni, ma è tra quanti hanno tra i 25 e i 34 anni che questo atteggiamento raggiunge la massima estensione (66%). Guardando al livello di istruzione, poi, sono i possessori di diploma o laurea (65%) a mostrare l'apertura più consistente, mentre dal punto di vista territoriale sono Trento (59%) e il Friuli-Venezia Giulia (57%) a distinguersi, per quanto anche il Veneto superi la soglia della maggioranza assoluta (51%). Professionalmente, invece, sono impiegati (67%), studenti (63%), imprenditori (61%) e disoccupati (55%) ad essere più positivi verso le potenzialità rappresentate dalla presenza degli immigrati. Infine, consideriamo l'influenza della politica: in questo caso, sono in misura maggiore i sostenitori di Pd (66%), Mov. 5 Stelle (61%) e Forza Italia (56%) a giudicare la presenza degli immigrati un elemento di apertura culturale per il Nord Est.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 giugno-2 luglio 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1019 persone (rifiuti/sostituzioni: 5266), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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