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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST PERDE FIDUCIA NEI SINDACATI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
SCENDE LA FIDUCIA NEI SINDACATI, SALE LA STIMA NEGLI IMPRENDITORI
[di Natascia Porcellato]

Se le rappresentanze dei lavoratori sembrano in crisi, quelle degli imprenditori non devono sentirsi più tranquille: questi i principali elementi che emergono dai dati presentati da Demos all'interno dell'Osservatorio sul Nord Est. Sono le sigle sindacali ad apparire più in difficoltà: la fiducia nella Cgil è ferma al 17%, quella in Cisl-Uil al 14%, e per tutte, è possibile ravvisare un calo di consensi di circa 10 punti percentuali in 10 anni. Di segno opposto appare il trend disegnato dalla fiducia nelle associazioni di imprenditori: dal 20% del 2004 al 35% odierno, il saldo è di +15 punti percentuali. Questo andamento, però, non dovrebbe rilassarle: tra gli imprenditori il credito si ferma al 29%.
Gli ultimi mesi sono stati occupati dalla discussione intorno al "Job Act" con cui il governo Renzi ha sfidato il mondo del lavoro. Come abbiamo rilevato qualche settimana fa, i due provvedimenti che più hanno infiammato il dibattito e le piazze (TFR in busta paga e modifica dell'art. 18) non godono del favore della maggioranza dei nordestini. Questo, però, avviene senza intaccare il consenso di cui gode il Governo, che si conferma ampio, ma anche senza ridare fiato alla fiducia nella rappresentanza sindacale, che invece scende ancora.
Storicamente, i sindacati non hanno mai goduto di ampio gradimento nel Nord Est, ma questo è forse il momento in cui appaiono più in difficoltà. Nel 2004, la Cgil poteva contare sulla fiducia del 28% dei rispondenti, mentre Cisl-Uil si fermavano al 24%. Oggi, è il 17% a riporre il proprio consenso nella Cgil, mentre per Cisl-Uil la quota scende intorno al 14%. I saldi, quindi, sono di -11 e -10 punti percentuali in 10 anni.

La crisi che investe la rappresentanza dei lavoratori, però, in apparenza non riguarda le associazioni di imprenditori. Il trend disegnato da queste ultime, infatti, sembra essere di segno diverso. Nel 2004 era il 20% a dichiarare di provare moltissima o molta fiducia, mentre oggi la quota si attesta intorno al 35%, con una crescita di 15 punti percentuali.

Tuttavia, le associazioni degli imprenditori non dovrebbero sentirsi tranquille. La ragione risiede nel profilo della fiducia, che appare comune alle istituzioni indagate. Per tutte, sono soprattutto i giovani under-25, gli studenti e i disoccupati a mostrare un consenso (talvolta nettamente) superiore alla media: tutte categorie, per ragioni diverse, lontane dal mondo del lavoro.

Analizzando più nello specifico la fiducia nelle rappresentanze in base alle categorie sociali a cui fanno riferimento, vediamo che: tra gli imprenditori la fiducia nelle loro associazioni di categoria è ferma al 29%; tra gli operai e gli impiegati, il gradimento verso la Cgil è intorno al 16%, quello verso Cisl-Uil al 13%-17%. Inoltre, i sindacati non sembrano godere maggiore credito neanche tra i pensionati: tra loro, infatti, la fiducia nella Cgil si ferma al 16%, in Cisl-Uil al 12%. Lontani da tutti, poi, sembrano i liberi professionisti: il gradimento per le associazioni di imprenditori è intorno al 16%, mentre i sindacati si fermano al 9% (Cgil) e 7% (Cisl-Uil).

Il fattore politico, infine, mostra ulteriori elementi interessanti. I sostenitori della Lega guardano con una fiducia superiore alla media le associazioni di imprenditori (40%), mentre appaiono molto più distaccati rispetto ai sindacati (11% Cgil, 3% Cisl-Uil). Anche gli elettori del M5S guardano con un favore più ampio alle associazioni imprenditoriali (40%), oltre a Cisl-Uil (19%). Quanti sono vicini al Pd e FI, invece, mostrano un atteggiamento del tutto simile alla media dell'area, fatto salvo per un maggiore credito di cui godono Cisl-Uil tra gli elettori forzisti (24%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 14-16 ottobre 2014 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1024 persone (rifiuti/sostituzioni: 6498), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.06%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Irene Sguotti ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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