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OSSERVATORIO SUL NORD EST - L'ISLAM DIVIDE IL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
PIÙ LE APERTURE CHE LE PAURE MA L'ISLAM DIVIDE IL NORD EST
[di Natascia Porcellato]

Qual è la percezione dell'Islam oggi in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Trento? Secondo i dati raccolti da Demos per Il Gazzettino e pubblicati all'interno dell'Osservatorio sul Nord Est, la popolazione appare piuttosto divisa, anche se prevale uno sguardo positivo. Il 43% degli intervistati, infatti, esprime un'opinione positiva sull'Islam, mentre i giudizi negativi si fermano al 38%. D'altra parte, è 1 nordestino su 10 a ritenere che l'Islam sia una religione aggressiva, mentre l'81% pensa che solo alcuni gruppi estremisti spingono alla violenza.

L'attentato al settimanale satirico Charlie Hebdo e i giorni che sono seguiti hanno risvegliato in Italia il dibattito sulla presenza dei musulmani nel Paese. Nella tragedia francese, però, erano compresenti, insieme alla lucida follia dei terroristi, degli atti di eroismo compiuti da musulmani, rendendo così complicato stabilire un collegamento diretto tra Islam e violenza. E questo binomio, che alcune formazioni politiche vorrebbero imporre, non sembra appartenere alle regioni del Nord Est.

I dati che presentiamo (rilevati poco dopo i fatti di Parigi) mostrano come la popolazione dell'area non abbia ceduto alla paura. Oggi, è il 43% ad avere un'opinione positiva dell'Islam, mentre i giudizi negativi si fermano al 38%. Rispetto al 2006, è una vera e propria inversione di tendenza: 9 anni fa, era il 49% a esprimersi negativamente, mentre i giudizi positivi erano fermi al 27%. In entrambe le rilevazioni è consistente la quota di quanti non si esprimono (24% nel 2006; 19% attuale).

Il giudizio sull'Islam, però, divide piuttosto chiaramente i settori sociali. L'opinione positiva è presente in misura maggiore tra gli under-35 (60%) e le persone in possesso di diploma o laurea (54%). Al contrario, il timore si fa predominante tra quanti sono in possesso di un basso titolo di studio (45%) o hanno più di 65 anni (46%, e nello stesso settore il 25% non si esprime).
L'elemento che probabilmente divide in modo più netto è l'orientamento politico. In questo caso, osserviamo che sono i sostenitori di Sel (73%), M5s (62%), Pd (55%) ad avere un'opinione più positiva dell'Islam. Al contrario, la visione negativa tende a prevalere tra gli elettori di FI (48%), Indip. Veneta (57%), Lega Nord (59%) e Ncd (71%).

Quanti ritengono l'Islam una religione violenta e quanti, invece, la giudicano sostanzialmente pacifica? L'idea che la fede coranica sia violenta è propria del 10% dei nordestini e la quota è in calo di 4 punti percentuali rispetto al 2006. Al contrario, è l'81% a ritenere che solo alcuni gruppi estremisti spingono verso la violenza, e in questo caso il saldo è positivo di circa 7 punti percentuali rispetto a 9 anni fa. È importante sottolineare, inoltre, che la quota di persone che ritengono la fede musulmana sostanzialmente pacifica risulta chiaramente maggioritaria in tutti i gruppi sociali considerati. Tuttavia, è tra i giovani con meno di 35 anni che la quota tende a superare il 90% e percentuali superiori alla media sono rintracciabili anche tra quanti hanno tra i 35 e i 44 anni (85%) e tra gli adulti (55-64 anni, 87%). Infine, sottolineiamo che, in questo caso, neanche la politica sembra dividere l'opinione pubblica. Nei diversi elettorati, infatti, l'idea che la violenza sia propria degli estremisti e non riguardi la religione in sé non scende sotto la soglia del 72% (dei sostenitori di Indip. Veneta) mentre raggiunge il massimo della condivisione tra gli elettori di Sel (91%). La visione più violenta della fede coranica -che raggiunge il suo massimo tra gli elettori di Ncd (18%), FI (16%) e Indip. Veneta (15%)- è propria quindi di una minoranza per tutti i settori politici analizzati.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 12-14 gennaio 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1013 persone (rifiuti/sostituzioni: 7304), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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