demos & PI
contatti area riservata
RAPPORTO GLI ITALIANI E LO STATO OSSERVATORIO CAPITALE SOCIALE IL MONDO A NORDEST MONITOR ITALIA LE INDAGINI EUROPEE
ULTIME EDIZIONI OSSERVATORIO SUL NORDEST
L'opinione del Nord Est sulla carne sintetica
(20 marzo 2024)
vedi »
Difendersi (con le armi) è giusto per 2 nordestini su 3
(13 marzo 2024)
vedi »
La parità economica fra i generi non c'è ancora
(6 marzo 2024)
vedi »
ULTIME EDIZIONI RAPPORTO SULLA SOCIETÀ VICENTINA
X Rapporto Demos & Pi per Associazione Industriali Provincia di Vicenza
(21 luglio 2011 - file pdf)
vedi »
ULTIME EDIZIONI RAPPORTO SULL'ALTO VICENTINO
Rapporto 2005
(giugno 2005 - file pdf)
vedi »
Rapporto 2004
(gennaio 2004 - file pdf)
vedi »
Rapporto 2002
(giugno 2002 - file pdf)
vedi »
ULTIME EDIZIONI IL CIVISMO NEL NORDEST
Rapporto 2007
(gennaio 2007 - file pdf)
vedi »
Rapporto 2005
(gennaio 2005 - file pdf)
vedi »
ULTIME EDIZIONI ALTRE RICERCHE
Regionali 2015 - le stime di voto per il Veneto
(15 maggio 2015)
vedi »
Il Veneto e la lega
(9 marzo 2015)
vedi »
I veneti e l'informazione
(18 dicembre 2009)
vedi »
OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA RIFORMA DEL LAVORO (JOBS ACT)

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NORD EST, I GRANDI DUBBI SULLA RIFORMA DEL LAVORO
[di Natascia Porcellato]

Tra paura e speranza: sembrano essere questi i due sentimenti che attraversano il Nord Est quando pensa al Jobs Act. A distanza di pochi giorni dalla ricorrenza della Festa del Lavoro del Primo Maggio, l'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa delle attese dei nordestini rispetto alla recente riforma del lavoro. In proposito, la popolazione appare piuttosto divisa. Il 51% si attende più assunzioni a tempo indeterminato, mentre il 42% prevede una loro contrazione. Il 47% teme ci saranno più licenziamenti, e la stessa quota immagina una loro diminuzione. Il 51% pensa che aumenteranno i lavoratori precari, mentre il 40% ne prevede la riduzione.

Il lavoro è un tema quanto mai delicato, soprattutto in questa fase. La crisi, infatti, ha reso il tratto principale dell'identità del Nord Est incerto e, spesso, tragicamente assente. Per una terra tradizionalmente laburista come questa, il cambiamento non può che essere traumatico e fungere da vera e propria frattura tra il passato e il futuro. In quest'ottica, il fatto che convivano diverse e contrastanti aspettative rispetto alla riforma del lavoro voluta e approvata nei mesi scorsi dal governo Renzi appare piuttosto comprensibile.
Se un nordestino su due si attende più assunzioni a tempo indeterminato, il 42% ne prevede meno; se il 51% prevede un aumento dei precari, quattro su dieci ne pronosticano una diminuzione. L'aspettativa verso i futuri licenziamenti, poi, divide perfettamente gli intervistati: il 47% ne immagina di più, il 47% ne immagina di meno.

Per sintetizzare meglio i risultati, abbiamo creato una tipologia che isola le posizioni più estreme. Il 24% dei nordestini ha un atteggiamento nettamente ottimista e crede che il Jobs Act porterà a più assunzioni a tempo indeterminato, meno licenziamenti e meno precarietà. Un intervistato su quattro (25%), invece, mostra di avere una visione nettamente pessimista ed è convinto che la riforma del lavoro avrà come conseguenze una diminuzione delle assunzioni a tempo indeterminato, un aumento dei licenziamenti e dei precari.

Come si caratterizzano questi orientamenti nei diversi settori sociali? Guardando alla classe d'età, vediamo che gli ottimisti sono in misura maggiore adulti tra i 55 e i 64 anni (30%), mentre la quota di pessimisti tende a farsi consistente soprattutto tra i giovani (25-34 anni, 35%), oltre che tra gli adulti di età centrale (35-54 anni, 31-33%).

Dall'analisi in base alla categoria socio-professionale, emerge che quanti guardano con positività agli effetti del Jobs Act sono in misura maggiore pensionati (29%) e casalinghe (27%). Tra imprenditori e liberi professionisti, i valori degli ottimisti superano nettamente quelli dei pessimisti e sono in linea con la media dell'area (23-25%). Tra i lavoratori dipendenti -operai e impiegati-, invece, si registra la quota minima di attese positive (19%): è proprio tra questi, insieme ai disoccupati, che crescono i timori di effetti negativi della riforma (32-33%).

Infine, consideriamo l'influenza della politica. È tra quanti sono vicini al Partito Democratico che gli ottimisti tendono ad essere più consistenti (30%), superando decisamente i pessimisti (12%). Nelle altre sensibilità politiche, invece, è la visione negativa a prevalere su quella positiva. È così tra i sostenitori di Forza Italia (27% pessimisti vs 23% ottimisti) e della Lega (32% vs 25%). Inoltre, la medesima -e ancora più accentuata- tendenza è rintracciabile anche tra gli elettori di Sel (30% pessimisti vs 12% ottimisti) e del Movimento 5 Stelle (48% vs 13%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 2-4 marzo 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1006 persone (rifiuti/sostituzioni: 6573), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.09%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

home  |  obiettivi  |  organizzazione  |  approfondimenti  |  rete demos & PI  |  partner  |  privacy step srl  ::  p. iva 02340540240