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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST INDIFFERENTE VERSO GLI ANZIANI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
GLI ANZIANI A NORD EST? UNA VITA TRA L'INDIFFERENZA
[di Natascia Porcellato]

La società come considera gli anziani oggi? Secondo i dati elaborati da Demos per l'Osservatorio Nord Est del Gazzettino, il giudizio dell'opinione pubblica sul trattamento riservato ai più "attempati" è piuttosto netto. Il 34% ritiene che la società si comporti bene con loro, mentre il 19% esprime la percezione opposta: i più, però, convergono sull'indifferenza (42%). Pensando al passato, la maggioranza dei nordestini giudica la società attuale meno rispettosa (61%), mentre è una minoranza a ritenere che gli anziani vengano considerati allo stesso modo (19%) o con più (16%) apprezzamento.

Qualche mese fa, durante un'udienza generale, Papa Francesco, riprendendo le parole di Benedetto XVI, sosteneva che "la qualità e la civiltà di una società si giudica da come sono trattati gli anziani e dal posto loro riservato nel vivere comune". Nel corso di quella appassionata orazione, il Papa lasciava un monito: "se in una società non c'è posto per gli anziani, sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte, così dichiaro". Una presa di posizione dura e ferma, che mette al centro una delle questioni più spinose che la contemporaneità deve affrontare: la crescita della componente anziana e il ruolo che si deve immaginare per lei nella comunità.
L'opinione pubblica del Nord Est sembra condividere con il Pontefice l'idea che sia l'indifferenza il sentimento prevalente verso gli anziani. È il 42%, infatti, a ritenere che la società sia noncurante nei loro confronti, mentre il 34% ritiene che siano trattati bene. Una minoranza, poi, rileva un comportamento negativo (19%). Guardando a cinque anni fa, osserviamo come sostanzialmente nulla sia cambiato, segno che la riflessione sociale sulla questione è, quantomeno, ferma. Il giudizio dei generi, però, rivela come siano soprattutto le donne (41%) a mostrare di apprezzare il modo in cui la società tratta gli anziani, mentre tra gli uomini tende ad essere più presente una visione negativa (24%) o che sottolinea l'indifferenza (45%) che viene loro riservata.

Se confrontato a 30 anni fa, com'è cambiato il rispetto che viene riservato ai più "attempati"? Il 61% pensa che oggi gli anziani godano di meno deferenza, il 16% di più e il 19% ritiene siano considerati allo stesso modo. Guardando ai dati rilevati nel 2010, osserviamo una crescita sia della componente che giudica accresciuto il rispetto sia di quella che ritiene sia rimasto simile (rispettivamente: +4 e +3 punti percentuali). Ad essere diminuiti, infatti, sono coloro che percepiscono un minore riguardo (-6). La visione più positiva della considerazione che viene riservata oggi agli anziani è osservabile tra le persone tra i 45 e i 54 anni e tra gli over-65 (rispettivamente: 20 e 25%). Il minore rispetto, invece, viene sottolineato da quanti hanno tra i 25 e i 44 anni e dagli adulti tra i 55 e i 64 anni (65-67%), ma sottolineiamo che la quota non scende mai sotto la soglia del 50%.

Se consideriamo congiuntamente le due dimensioni, osserviamo che quanti ritengono che gli anziani siano trattati bene sono anche più propensi a riconoscere un maggiore o uguale rispetto nel tempo (31 e 27%). Chi invece pensa che oggi la società tratti male questa sua componente ha anche una visione nettamente negativa della quota di stima che le viene riservata attualmente (83%). Interessante, però, è osservare che anche quanti constatano una certa indifferenza odierna tendono a giudicare come inferiore il riguardo riservato agli anziani rispetto a 30 anni fa (73%). D'altra parte, una delle forme più crudeli di mancanza di rispetto è proprio l'indifferenza.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 maggio 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1008 persone (rifiuti/sostituzioni: 6473), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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