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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E L'IMMIGRAZIONE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IMMIGRATI IN TERRA NOSTRA: PIÙ VANTAGGI CHE PAURE
[di Natascia Porcellato]

Rischio per la sicurezza, ma ancor più risorsa per il futuro: così sembra essere percepita l'immigrazione in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Trento. Secondo quanto rilevato da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, il 33% di rispondenti pensa che gli immigrati siano un pericolo per l'ordine pubblico e la sicurezza delle persone. Quasi un nordestino su due, invece, ritiene che la presenza degli immigrati favorisce la nostra apertura culturale. Rispetto alla rilevazione precedente, entrambi gli indicatori appaiono sostanzialmente stabili.

Negli ultimi decenni, il Nord Est è divenuta terra di approdo per i migranti. Questa è stata una svolta epocale: regioni che avevano cospicuamente contribuito all'emigrazione nazionale, si sono trovate a fare i conti con visi, tradizioni, lingue e colori nuovi. Le reazioni sono state complesse e diversificate: mentre (diversi) politici e partiti hanno usato il tema per capitalizzare consensi basati su insicurezze e paure dei cittadini, il mondo del volontariato e quello della scuola si sono largamente fatti carico dell'integrazione, costituendo un modello inedito e involontario. In questo modo, e forse suo malgrado, il Nord Est è diventato una comunità multietnica, dove le tensioni però non sono mancate e non mancano tutt'ora.

Infatti, ancora oggi un intervistato su tre ritiene che gli immigrati siano un pericolo per l'ordine pubblico e la sicurezza. Guardando all'evoluzione storica, possiamo vedere che tra gli anni 2000 e 2001 era presente un certo allarme su questo argomento. Tra il 2002 e il 2007, invece, i valori sembrano rientrare e stabilizzarsi poco sopra la soglia del 30%. Tra il 2008 e il 2009, assistiamo ad un incremento di preoccupazione, con il valore salito al 40-42%. Tra il 2014 e il 2015, sembra che la quota si stia nuovamente stabilizzando intorno al 30%. Quali sono i settori sociali maggiormente intimoriti dalla presenza dei migranti? Questo orientamento è rintracciabile soprattutto tra gli adulti tra i 55 e i 64 anni (41%) e gli anziani over 65 (44%); tra quanti sono in possesso della licenza media (40%) e chi frequenta assiduamente i riti religiosi (39%). Guardando alla professione, poi, vediamo che l'associazione immigrazione-rischio sicurezza è presente in misura maggiore tra gli operai (40%) e i lavoratori autonomi (38%), tra le casalinghe (46%) e i pensionati (38%). Politicamente, infine, vediamo che i consensi più ampi su questa posizione sono rintracciabili tra gli elettori della Lega Nord (55%).

Se questi sono i timori, vediamo quanti invece giudicano la presenza degli immigrati una risorsa per la nostra apertura culturale. Ad essere d'accordo con questa idea è il 49% dei nordestini; se guardiamo alle rilevazioni passate, osserviamo una sostanziale stabilità recente e una grande crescita rispetto al 2009 (+11 punti percentuali). La maggiore positività rispetto alla presenza degli immigrati è rintracciabile tra gli under-25 (66%), tra le persone tra i 25 e i 34 anni (60%) e tra quanti sono in possesso di un alto livello di istruzione (60%). Considerando la religiosità, invece, vediamo che la valorizzazione del contributo culturale dei migranti proviene soprattutto da chi non è praticante (54%) o si reca in Chiesa saltuariamente (53%). Dal punto di vista socio-professionale, poi, coloro che più legano immigrazione e apertura culturale sono gli studenti (70%) e i liberi professionisti (65%), gli impiegati (58%) e i disoccupati (54%). Politicamente, infine, sono in misura maggiore gli elettori di Pd (53%) e M5s (56%) a considerare la presenza dei migranti portatrice di maggiore apertura culturale.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 novembre-2 dicembre 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6865), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07 %). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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