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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST TIEPIDAMENTE FAVOREVOLE AI SONDAGGI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NORD EST, SÌ AI SONDAGGI PER CAPIRE MEGLIO LA REALTÀ
[di Natascia Porcellato]

Che cosa pensa il sondato del sondaggio? Questa è la curiosa situazione in cui abbiamo messo chi ha risposto alle domande di Demos. L'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, infatti, oggi riflette sulle idee che hanno i cittadini di Vento, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento delle indagini demoscopiche.
Oltre un intervistato su due (53%) considera il sondaggio una interpretazione della realtà, mentre è il 38% a considerarlo una descrizione della realtà; piuttosto consistente la percentuale di coloro che non sanno esprimersi (8%). A cosa servono invece i sondaggi? Sette nordestini su dieci ritengono che gli studi demoscopici siano utilizzati per capire e approfondire (70%) alcuni aspetti della società, mentre è il 27% a ritenerli soprattutto degli strumenti di propaganda.
Quale reazione hanno gli intervistati di fronte ai sondaggi pubblicati sui quotidiani o trasmessi in televisione? Il 40% presta loro specifica attenzione, mentre uno su due li segue, ma senza particolare interesse; poco più di uno su dieci (11%), poi, non li considera per niente. Gli argomenti che solleticano maggiormente l'interesse sono relativi alle questioni di attualità (46%) e di costume e società (23%), mentre le indagini di carattere politico o le stime elettorali interessano il 16% degli intervistati.

E, dunque, arriviamo alla domanda (forse) più importante: quanta fiducia abbiamo nei risultati dei sondaggi? Quanto crediamo all'interpretazione che ci offrono della realtà? Sei nordestini su dieci credono molto o abbastanza ai sondaggi, mentre è il 40% a mostrare una maggiore diffidenza rispetto alle indagini demoscopiche.

I due settori sociali mostrano dei profili socio-demografici del tutto peculiari. La fiducia nei sondaggi tende a crescere tra le classi d'età più giovani: tra gli under-25, infatti, raggiunge il 77%, ma anche tra coloro che hanno trai 25 e i 44 anni la percentuale si mantiene intorno al 69-70%. Guardando al livello di istruzione, invece, vediamo che è soprattutto tra coloro che sono in possesso di un diploma o una laurea che la fiducia verso i sondaggi tende a crescere (63%). Se consideriamo la categoria socio-professionale, possiamo vedere come siano in misura maggiore studenti (80%), imprenditori (79%) e liberi professionisti (78%) a credere ai risultati delle indagini demoscopiche.

Lo scetticismo verso i sondaggi, invece, tende ad essere più ampio tra le persone di età centrale, raggiungendo il 47% tra coloro che hanno tra i 45 e i 54 anni, anche se supera la soglia della maggioranza assoluta tra gli adulti tra i 55 e i 64 anni (51%) e tra gli anziani over-65 (56%). Guardando al titolo di studio, invece, osserviamo una maggiore presenza di sfiducia tra coloro che sono in possesso di un basso titolo di studio (48%). Dal punto di vista socio-professionale, poi, rileviamo una presenza superiore alla media di disoccupati (44%), operai (45%) e pensionati (55%).

Infine, consideriamo il fattore politico. La fiducia nei sondaggi tende ad essere più ampia tra gli elettori della Lega Nord (74%), del Movimento 5 Stelle (67%), del Pd (65%) e tra chi si riconosce nei partiti minori (71%). Al contrario, lo scetticismo cresce tra i sostenitori di Forza Italia (49%) e tra coloro che si collocano nella zona grigia dell'incertezza e della reticenza (50%).

NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 novembre-2 dicembre 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6865), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07 %). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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