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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST NON VUOLE USCIRE DALL'EUROPA UNITA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
"NORDEXIT"? NO, GRAZIE. L'ITALIA DEVE RESTARE NELLA UE
[di Natascia Porcellato]

Il referendum che il 23 giugno scorso ha interessato il Regno Unito e ha indirizzato il Governo britannico verso l'uscita dello Stato dall'Unione Europea ha infiammato i dibattiti di tutto il mondo. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, indaga oggi intorno alla percezione dell'area della cosiddetta "Brexit". A giudizio degli intervistati, gli effetti del risultato referendario saranno per lo più negativi, sia per l'Italia (51%) che per il Regno Unito (59%). L'ipotesi di promuovere una iniziativa simile anche in Italia, poi, non suscita grandi entusiasmi nel Nord Est: il 57%, infatti, ritiene che debbano decidere i politici dato che sono appositamente eletti, mentre il 41% pensa sia corretto interpellare il popolo. In ogni caso, se si votasse, quasi tre nordestini su quattro (72%) sceglierebbero di rimanere in Europa e il 23% sosterrebbe l'opportunità di uscire.

Quanto è accaduto nel Regno Unito ha avuto grande risonanza in tutto il mondo, a partire dal livello finanziario, con il tracollo delle borse nei giorni immediatamente successivi. Anche la reazione politica non si è fatta attendere: la richiesta europea di fare presto e senza indugi non ha tardato ad arrivare. Dall'altra parte, si è dimesso sia chi ha voluto il referendum (Cameron) che chi ha contribuito alla vittoria del sì (Farage), lasciando il Paese senza una guida, senza un'opposizione e senza un piano. Sul campo, dunque, sono rimaste le profonde spaccature (territoriali, politiche e generazionali) e l'incertezza per il futuro che il referendum ha reso evidenti.

L'idea che quanto accaduto nel Regno Unito sia stato un errore traspare dalle opinioni espresse dai nordestini. Le attese rispetto alle conseguenze del referendum sono negative sia per l'Italia (51%) che per lo stesso Regno Unito (59%), mentre solo alcune componenti pensano che la Brexit avrà delle ripercussioni positive nella nostra penisola (14%) o per i sudditi della Regina Elisabetta II (22%). È una minoranza, infatti, a chiedere che si tenga un referendum simile anche in Italia (41%), mentre il 57% degli intervistati di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento ritiene che siano i politici a dover decidere in merito visto che sono eletti per questo. Dal punto di vista politico, le divisioni appaiono chiare. Tra gli elettori di Forza Italia (67%), Lega Nord (61%) e Movimento 5 Stelle (51%), la maggioranza si schiera a favore del referendum. Quanti invece sono vicini al Partito Democratico (81%), ai partiti minori (60%) o appaiono politicamente incerti (61%) ritengono preferibile affidare agli eletti le scelte su queste materie.

Al di là dell'opportunità di indire la consultazione, appare chiaro che il risultato sarebbe largamente a favore del "remain" nel caso italiano. Il 72%, infatti, si orienterebbe in questo modo, mentre a preferire l'uscita dall'Ue è il 23% dei nordestini. Al di là delle preferenze espresse rispetto all'opportunità di tenere il referendum, guardando agli orientamenti rispetto al voto emergono indicazioni particolarmente interessanti. Se può apparire scontato che la quasi totalità dell'elettorato del Pd (96%) ritenga preferibile restare in UE, meno ovvi sembrano gli orientamenti espressi dagli altri elettorati. Tra i sostenitori del Movimento 5 Stelle, il 71% sceglie di rimanere in Europa, mentre il 29% voterebbe per l'uscita. Gli elettori di Forza Italia si dividono tra quanti vorrebbero restare (54%) e chi vorrebbe lasciare (42%). Anche tra gli elettori della Lega Nord, il partito più critico rispetto a Bruxelles, i favorevoli "all'exit" dall'Europa sono una minoranza (42%), mentre la maggioranza (57%) vorrebbe rimanere.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 luglio 2016 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1014 persone (rifiuti/sostituzioni: 8023), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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