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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST FAVOREVOLE ALL'EUTANASIA PER I MALATI TERMINALI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
EUTANASIA AI MALATI TERMINALI, A NORD EST 2 SU 3 FAVOREVOLI
[di Natascia Porcellato]

Morire con dignità e senza dolore: su questo principio sembra ritrovarsi la larga maggioranza del Nord Est. Secondo i dati analizzati da Demos e pubblicati oggi sul Gazzettino, il 66% degli intervistati si dichiara moltissimo o molto d'accordo con l'idea che "Quando una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente lo richiede". Guardando alla serie storica dell'Osservatorio sul Nord Est, emerge come questo orientamento sia ormai stabile nel tempo e indipendente dai diversi casi che vengono ciclicamente raccontati da televisioni e giornali.

In ordine di tempo, l'ultimo malato terminale che ha combattuto per avere una morte dignitosa è Max Fanelli e se n'è andato nel luglio scorso. Come Piergiorgio Welby e Luca Coscioni, nel 2006. Come Eluana Englaro, che ha trovato pace nel 2009, tra polemiche infuocate, solo grazie alla lotta del padre Beppino. Sono solo alcuni tra i tanti nomi che hanno fatto una battaglia per la dignità e la scelta. Battaglia che rimane, ad oggi, senza risposte. Mentre alcuni nostri connazionali emigrano in altri Paesi per andare a morire con dignità, solo da qualche mese è iniziato l'esame dei testi sull'eutanasia in Commissione Affari Sociali e Giustizia della Camera. E questo accade nonostante l'opinione pubblica si sia da tempo schierata, in maniera del tutto trasversale, a sostegno di questa battaglia per i diritti civili.

Guardando agli ultimi dati disponibili, anche larga parte del Nord Est sembra sostenere la possibilità di scegliere di morire dignitosamente. Il 66%, infatti, ritiene giusto che i medici possano aiutare a morire senza sofferenza persone a cui la vita non ha riservato alternative ad una via dolorosa per andarsene. Guardando alla serie storica, possiamo vedere che tra il 2002 e il 2005 la percentuale oscilla intorno al 57%. Negli ultimi 10 anni, invece, la quota di favorevoli all'eutanasia è cresciuta e si è stabilizzata, non scendendo mai sotto la soglia del 62%. La solidità dell'orientamento fa pensare che questa sia ormai una presa di coscienza acquisita per i nordestini.

Guardando ai settori sociali, possiamo vedere come in nessun caso si scenda sotto la soglia della maggioranza assoluta. Dal punto di vista anagrafico, il sostegno alla "dolce morte" tende a crescere tra le classi d'età più giovani (15-34 anni, 72-73%), mentre si mantiene intorno alla media dell'area tra le persone di età centrale (35-44 anni, 67%). Le classi più adulte e anziane, poi, mostrano un accordo compreso tra il 62 e il 64%.

Considerando la pratica religiosa, invece, vediamo che l'accordo verso l'eutanasia tende a farsi particolarmente ampio tra quanti non vanno in Chiesa (83%) e si mantiene molto consistente (70%) tra chi la frequenta saltuariamente. I praticanti assidui, invece, tendono a dividersi equamente tra favorevoli (50%) e contrari (50%) alla possibilità di scegliere di morire senza sofferenza inutile.

Infine, consideriamo la politica. Gli elettori dei principali partiti si schierano a sostegno dell'eutanasia. Sia chi vota per il Partito Democratico (70%) che chi sceglie la Lega Nord (72%); sia chi preferisce Forza Italia (70%) che quanti guardano al Movimento 5 Stelle (75%): tutti ritengono corretto poter scegliere di morire senza dolore. Considerati nel loro complesso, anche i sostenitori dei partiti minori mostrano un largo sostegno alla "dolce morte" (69%). Una certa cautela emerge da chi si colloca nell'area dell'incertezza (57%), ma il valore rimane comunque ampiamente al di sopra della maggioranza assoluta.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 settembre 2016 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1013 persone (rifiuti/sostituzioni: 10914), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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