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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST: PREVALE IL FAVORE AD ACCOGLIERE GLI IMMIGRATI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
PROFUGHI A NORD EST, PER IL 54% VA BENE L'ACCOGLIENZA DIFFUSA
[di Natascia Porcellato]

"Benvenuti nel Montello, sarà il vostro inferno" recitava lo striscione apparso alla manifestazione organizzata qualche settimana fa in provincia di Treviso contro l'ipotesi di destinare un'ex polveriera all'accoglienza dei profughi e in generale contro la loro presenza nel territorio. "La marcia dei 1000 piedi sul Montello", invece, è la (contro)manifestazione che si è svolta domenica scorsa nella stessa zona per testimoniare un altro modo di intendere e fare accoglienza e integrazione. Questa divisione, netta, per quanto talvolta sottaciuta, è rintracciabile anche nei dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino. La maggioranza degli intervistati (54%) ritiene che la scelta migliore sia attuare la cosiddetta "accoglienza diffusa", destinando ad ogni Comune un numero di ospiti proporzionale alla quota di abitanti. Il 31%, invece, preferisce siano individuati dei luoghi in cui concentrare i profughi. Una netta minoranza (10%), infine, si esprime per un tanto drastico quanto legalmente impossibile "ritorno a casa loro" dei rifugiati.

Il tema dei profughi e della loro accoglienza resta uno dei nervi scoperti in Italia. Veneto, Friuli-Venezia Giulia e la provincia di Trento non fanno eccezione: in queste regioni, infatti, convivono esperienze di accoglienza diffusa e grandi concentrazioni. Sull'argomento, però, da sempre si assiste ad un confronto tra diverse posizioni: da una parte ci sono quanti rifiutano ogni forma di accoglienza e si oppongono anche alla sola presenza dei profughi; dall'altra, invece, ritroviamo il terzo settore, il mondo cattolico e le associazioni di volontariato che lavorano per la loro integrazione nel tessuto sociale locale.
La medesima divisione possiamo intravvederla nei dati presentati oggi. Il 54% dei nordestini ritiene che la gestione ottimale dei profughi sia quella che prevede una loro ripartizione nei diversi Comuni sulla base degli abitanti. Sono in misura maggiore i giovani con meno di 35 anni ad auspicare questo tipo di accoglienza (63-65%). Dal punto di vista socio-professionale, poi, emerge una certa trasversalità: l'accoglienza diffusa viene indicata soprattutto da disoccupati (61%) e impiegati (65%), imprenditori e lavoratori autonomi (75%), liberi professionisti (68%) e studenti (72%).

Il 31%, invece, indica nelle concentrazioni dei profughi in pochi luoghi la soluzione più accettabile. In questo caso, sono soprattutto le persone di età centrale (35-44 anni, 39%), gli operai (47%) e i pensionati (35%) a insistere sull'utilizzo di spazi in cui far convergere grandi numeri di rifugiati, come ad esempio le ex caserme.

Infine, è un intervistato su dieci a rifiutare totalmente qualsiasi forma di accoglienza, indicando come soluzione preferita il "ritorno ai paesi d'origine" dei profughi. Questa opinione appare più presente tra gli adulti tra i 55 e i 64 anni e tra le casalinghe (entrambi 18%).

Guardiamo ora all'influenza della politica. La concentrazione di profughi all'interno di grandi spazi è sostenuta soprattutto dagli elettori di Forza Italia (56%) e Lega Nord (43%). Tra gli stessi simpatizzanti forzisti e leghisti, inoltre, ritroviamo una quota superiore alla media di sostenitori del rimpatrio (rispettivamente: 18% e 16%). L'accoglienza diffusa, invece, raccoglie il favore più ampio tra gli elettori del Partito Democratico (67%) e del Movimento 5 Stelle (60%). Anche la maggioranza di quanti voterebbero per i partiti minori (52%) e di chi si colloca nell'area dell'incertezza (56%), però, predilige questa modalità di integrazione, che vede convergere anche poco meno di un forzista su quattro (23%) e un leghista su tre (33%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 9-11 gennaio 2017 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1011 persone (rifiuti/sostituzioni: 10374), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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