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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E L'USCITA DALL'UNIONE EUROPEA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
L'ITALIA AL TEMPO DELLA CRISI? MEGLIO STARE CON L'EUROPA
[di Natascia Porcellato]

Rispetto all'attuale crisi economica, l'Italia starebbe meglio fuori dall'Unione Europea? No, secondo i cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. Guardando ai dati elaborati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, emerge come il 40% degli intervistati ritenga che per la nostra penisola sarebbe peggio essere fuori dall'UE, mentre il 20% non crede ci sarebbero grandi differenze. Un nordestino su quattro (25%), però, pensa che per l'Italia sarebbe meglio essere fuori dall'Unione e una quota consistente (15%) non sa esprimersi sulla questione.

La settimana scorsa si sono svolte le celebrazioni per il 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma, il primo passo di quella che poi è stata la costruzione dell'Unione Europea. Questo progetto aveva suscitato grandi speranze, ma gli anni della crisi economica hanno messo in discussione la moneta unica e tutto il progetto continentale. Contemporaneamente, sono spirati sempre più forti i venti dell'euroscetticismo che hanno sospinto il consenso verso i partiti populisti in tutta Europa.

Ma, data la crisi economica, se l'Italia non facesse parte dell'Unione Europea, come andrebbero le cose? Meglio, secondo il 25%, mentre è il 20% a pensare che non cambierebbe poi molto. La maggioranza relativa (40%), però, teme che la situazione sarebbe ancora peggiore. Rispetto a due anni fa, osserviamo una sostanziale stabilità di chi teme l'isolazionismo nazionale, mentre sono diminuiti sia quanti pensano che la situazione migliorerebbe (-6 punti percentuali) sia chi ritiene non cambierebbe poi molto (-4 punti percentuali). Ad essere aumentati in modo sensibile, infatti, sono coloro che non si esprimono, saliti dal 7% del 2015 all'attuale 15%.

Come si caratterizzano queste posizioni? Chi pensa che le cose andrebbero meglio per l'Italia se fosse fuori dall'UE sono in misura maggiore persone di età centrale (35-44 anni, 40%) e in possesso di un livello di istruzione medio (35%). Dal punto di vista socio-professionale, questa opinione è presente soprattutto tra operai (40%), imprenditori (41%) e disoccupati (50%).
Invece, quanti ritengono che tutto sommato non cambierebbe molto sono in misura maggiore giovani under-25 (26%), adulti tra i 55 e i 64 anni (29%) e persone in possesso di un diploma o una laurea (24%). Professionalmente, ritroviamo soprattutto casalinghe (26%), studenti (28%) e disoccupati (30%) su questa posizione.

Il profilo di chi giudica l'ipotesi di uscire dall'Unione Europea peggiorativa per la nostra penisola evidenzia una presenza superiore alla media di giovani con meno di 34 anni (47-51%), di anziani con oltre 65 anni di età (45%) e di quanti sono in possesso di un alto livello di istruzione (49%). Guardando alle professioni, invece, emerge come questa idea sia presente in misura maggiore tra pensionati (45%), impiegati (48%) e studenti (60%).

Infine, consideriamo l'influenza della politica. Sono soprattutto gli elettori di Forza Italia (46%) e del Movimento 5 Stelle (51%) a pensare che per l'Italia sarebbe meglio essere fuori dall'Unione Europea. Tra i sostenitori del Partito Democratico, al contrario, prevalgono in modo netto quanti pensano che le cose, per l'Italia, sarebbero peggiori da sola (70%). Quanti voterebbero per la Lega Nord, invece, si dividono tra chi ritiene che per il Paese non cambierebbe molto (31%) e quanti, invece, pensano sarebbe meglio non avere vincoli europei (38%).

NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 9-11 gennaio 2017 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1011 persone (rifiuti/sostituzioni: 10374), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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