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OSSERVATORIO SUL NORD EST - A NORD EST IL NATALE NON È PIÙ UNA FESTA RELIGIOSA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL NATALE È FESTA RELIGIOSA SOLO PER 2 PERSONE SU 10
[di Natascia Porcellato]

Anche quest'anno il Natale è alle porte: in moltissime città hanno già aperto i battenti i mercatini natalizi e la corsa ai regali è in pieno svolgimento. In molti posti, inoltre, si sono inaugurati presepi artistici e ogni città, grande e piccola, ha acceso il suo albero. Quale dei due simboli è più amato? L'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento sembra avere pochi dubbi: il preferito è l'albero, indicato dal 47% dei rispondenti. Secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est, il presepe si ferma al 26% delle preferenze ed è il 20% ad apprezzarli nello stesso modo. Una minoranza (7%), invece, prende le distanze da entrambi.

La religiosità quanto influenza questi orientamenti? La maggioranza di coloro che frequentano assiduamente la Messa (55%) preferisce il presepe, mentre il 29% apprezza ugualmente albero e presepe. Non praticanti e saltuari, invece, sono uniti nella propensione verso l'albero addobbato (rispettivamente: 62 e 58%), ma tra coloro che vanno in Chiesa qualche volta al mese ritroviamo anche quote rilevanti di intervistati che amano soprattutto il presepe (18%) o li apprezzano entrambi (19%). Tra i non praticanti, invece, appare più contenuta le quota di chi apprezza entrambi (12%) e tende ad aumentare la percentuale di chi si sente lontano da ambedue i simboli (15%).

Ma qual è il significato del Natale oggi? Il 38% degli intervistati lo considera un momento meramente commerciale, mentre il 40% lo ritiene un momento importante soprattutto per stare in famiglia. È poco più di un nordestino su cinque (21%), invece, a sottolineare il significato religioso della festa.

Guardando alla serie storica, possiamo vedere come sia cambiato il significato attribuito al 25 dicembre. Se negli ultimi 8 anni è rimasta sostanzialmente stabile la percentuale di coloro che attribuiscono al Natale un significato consumistico, osserviamo invece una netta diminuzione di quanti mettono l'accento sull'importanza religiosa della festa. Nel 2009, era il 27% a ritenere questa una ricorrenza importante soprattutto per i cattolici, mentre oggi la percentuale si è ridotta di 6 punti percentuali, attestandosi al 21%. Sono cresciuti, invece, coloro che ritengono il Natale una festa importante per stare con i propri cari: nel 2009, era il 33% a indicare questo aspetto come preponderante e oggi il valore sale fino al 40%.

Anche in questo caso, guardiamo all'influenza della pratica religiosa. Chi frequenta la Chiesa assiduamente, ovviamente mette l'accento sulla dimensione religiosa del 25 dicembre (45%). La percentuale, però, rimane inferiore alla soglia della maggioranza assoluta, mentre appaiono consistenti sia la concezione familiare (29%) che quella commerciale (26%). Chi frequenta saltuariamente la Messa, invece, vede nel Natale un momento da dedicare alla famiglia (49%) o un una festa prettamente commerciale (37%). Tra i non praticanti, infine, si ribaltano le posizioni: è quest'ultima a prevalere nettamente (56%), seguita dall'accento familiare (35%).



NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 13-20 novembre 2017 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI e CAWI da Demetra. Il campione, di 1086 persone (rifiuti/sostituzioni: 5927), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 15 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 2.97% con CAWI) ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione dell'indagine CATI-CAMI-CAWI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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