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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST CON SEMPRE MENO PREGIUDIZI SUL RUOLO DELLA DONNA NEL LAVORO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
UOMO AL LAVORO, DONNA PURE, COSÌ È FINITO UN PREGIUDIZIO
[di Natascia Porcellato]

Poco meno di una settimana fa, c'è stata la celebrazione dell'8 marzo: come ogni anno, la Giornata Mondiale della Donna ha visto la consueta mole di eventi e articoli dedicati. Al netto dell'entusiasmo suscitato dalla ricorrenza, ci chiediamo: permangono ancora dei pregiudizi sul ruolo sociale della donna? Secondo i dati dell'Osservatorio sul Nord Est, sembra si stiano ritraendo, almeno per quanto riguarda le ambizioni professionali. Oggi, infatti, il 23% degli intervistati da Demos per Il Gazzettino è moltissimo o molto d'accordo con l'affermazione: "Il successo nel lavoro è più importante per l'uomo che per la donna".

Rispetto alle rilevazioni passate, osserviamo una certa crisi di questo preconcetto: la tradizione nazionale, che vorrebbe una donna incentrata principalmente sui ruoli di moglie e madre, svalutandone le ambizioni professionali, che sarebbero invece una prerogativa maschile, ha perso approvazione sociale. Nel 2011, questa opinione raccoglieva il 40% dei consensi. Nel 2012 abbiamo assistito alla prima diminuzione della popolarità (32%), confermata tra il 2014 (34%) e il 2016 (32%). Oggi, con il 23% delle adesioni, osserviamo una netta riduzione sia rispetto al 2016 (-10 punti percentuali) che guardando al 2011 (-17 punti percentuali).

Dove resiste maggiormente il pregiudizio riguardante le ambizioni lavorative delle donne? Tra gli under-25, è il 16% a ritenere che il successo lavorativo sia più importante per gli uomini che per le donne. Tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni, poi, il valore sale al 20%, ed è sostanzialmente equivalente alla quota ottenuta tra le persone di età centrale (35-44 anni, 21%). Tra gli adulti (45-64 anni), invece, la quota si attesta intorno alla media dell'area (23-24%), mentre è tra gli anziani con oltre 65 anni che il consenso verso l'idea che il successo nel lavoro sia meno importante per le donne che per gli uomini raggiunge il sostegno più ampio (29%).

Dal punto di vista del genere, possiamo osservare come i valori di uomini (21%) e donne (25%) non si discostino in maniera apprezzabile dalla media dell'area, pur sottolineando che tale pregiudizio permane in misura lievemente maggiore proprio tra queste ultime.

Consideriamo ora congiuntamente il genere e la condizione socio-professionale. Tra chi ha un lavoro, non emergono differenze di genere apprezzabili: lavoratori e lavoratrici, infatti, condividono una quota sostanzialmente analoga (20%) di intervistati che ritengono il successo professionale più importante per gli uomini che per le donne; tra le casalinghe, poi, il valore raggiunge il 23%. Invece, sono i disoccupati (37%), più che le disoccupate (26%), ad aderire maggiormente all'opinione proposta, mentre tra i pensionati il sostegno appare minore (21%) di quello riscosso presso le donne ritirate dal lavoro (36%). Infine, gli orientamenti di quanti stanno ancora studiando: tra gli studenti, il pregiudizio sulla maggiore importanza del successo lavorativo per gli uomini si ferma all'11%, ma tra le compagne di banco il valore sale fino al 20%.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 19-24 gennaio 2018 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI e CAWI da Demetra. Il campione, di 1011 persone (rifiuti/sostituzioni: 5153), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 15 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08% con CAWI) ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione dell'indagine CATI-CAMI-CAWI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it

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