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OSSERVATORIO SUL NORD EST - PER IL NORD EST I SINDACATI DIFENDONO SOPRATTUTTO GLI IMMIGRATI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
I SINDACATI? «DIFENDONO SOPRATTUTTO GLI IMMIGRATI»
[di Natascia Porcellato]

Sindacati sempre più lontani: questo sembra essere il giudizio degli intervistati da Demos per Il Gazzettino. Secondo i dati dell'Osservatorio sul Nord Est, infatti, la prima categoria tutelata dai sindacati è quella degli immigrati, seguita dai pensionati (40 e 23% - entrambe stabili rispetto al 2012). Ad aver subito una netta diminuzione è la percezione della capacità di difesa dei lavoratori a tempo indeterminato: dal 38% rilevato nel 2012, si scende al 22%, ma sembra che i sindacati abbiano perso efficacia anche nella salvaguardia di donne (dal 26% al 20%), giovani (dal 15% al 13%) e lavoratori atipici (dal 17% al 10%).

Sono gli under-25 anni a riconoscere ai sindacati una maggiore capacità di tutela delle categorie analizzate: il 58% pensa che difendano i lavoratori a tempo indeterminato, il 48% le donne, il 45% gli immigrati, il 35% i pensionati, il 21% i giovani e il 16% gli atipici. Tra le altre classi d'età, però, emerge una diffusa perplessità. Tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni, infatti, le categorie più tutelate dai sindacati sono gli immigrati e i giovani (entrambi 28%), mentre chi ha tra i 35 e i 54 anni guarda a immigrati (51-52%) e pensionati (23-24%). Gli adulti, invece, osservano una certa attenzione verso migranti e lavoratori stabili (38% e 22%) e gli anziani affiancano immigrati (30%) e pensionati (18%).

Sembra affiorare un certo senso di perifericità: proviamo a definirlo meglio attraverso le professioni. Secondo gli operai, i sindacati difendono più gli immigrati (47%) che i lavoratori a tempo indeterminato (14%) o gli atipici (6%). Anche per i tecnici, i sindacati tutelano più gli immigrati (45%), che atipici (9%) o chi ha un lavoro stabile (24%). I liberi professionisti, poi, vedono una certa azione a difesa degli atipici (14%), ma secondo loro sono i pensionati (23%) i più difesi. Per gli imprenditori, l'azione dei sindacati è rivolta agli immigrati (47%), ma per le altre categorie le percentuali non superano -in nessun- caso il 16%. I disoccupati vedono l'azione sindacale utile per giovani (39%) e immigrati (35%), mentre per le casalinghe al primo posto ci sono proprio gli immigrati (44%). Per il 19% dei pensionati, la propria categoria è tutelata molto o abbastanza dai sindacati: di più, però, secondo i ritirati dal lavoro, lo sono gli immigrati (34%). Tra gli studenti, il lavoro dei sindacati viene percepito in maniera meno negativa, ma sempre "per qualcun altro": il 55% ritiene tutelino i lavoratori a tempo indeterminato, il 42% gli immigrati, il 41% i pensionati, il 39% le donne; restano in coda la difesa di giovani (16%) e atipici (14%).

Infine, una riflessione. La settimana scorsa abbiamo visto il senso di solitudine che circonda l'azione delle imprese. Oggi abbiamo osservato il (crescente) distacco rispetto ai sindacati. Il crollo di questi corpi intermedi si affianca a quello, conclamato, dei partiti. In crisi, dunque, sembra essere proprio la stessa democrazia rappresentativa: è una crisi tanto grave da metterne in discussione la sopravvivenza?


NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 marzo al 6 aprile aprile 2018 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI e CAWI da Demetra. Il campione, di 1066 persone (rifiuti/sostituzioni: 7999), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 15 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.00% con CAWI) ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione dell'indagine CATI-CAMI-CAWI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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