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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA PERCEZIONE TRANQUILLA DELL'ISLAM

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
ISLAM RELIGIONE DI VIOLENZA? PER NOVE SU DIECI NON È COSÌ
[di Natacia Porcellato]

L'Osservatorio sul Nord Est indaga intorno alla percezione dell'Islam da parte dell'opinione pubblica. Secondo i dati analizzati da Demos per il Gazzettino, l'11% degli intervistati pensa che l'Islam, in generale, sia una religione che spinge i suoi fedeli alla violenza. Il valore, però, è in calo: nel 2006, la stessa opinione era sostenuta dal 14% dei nordestini. La stragrande maggioranza (81%), oggi, pensa che solo alcuni gruppi estremisti dell'Islam spingano i propri fedeli alla violenza, e in questo caso osserviamo una decisa crescita. Rispetto a 12 anni fa, quando era il 74% a ritenere la violenza limitata ad alcuni gruppi fondamentalisti musulmani, il saldo è positivo di 7 punti percentuali. Piuttosto estesa, inoltre, la quota di intervistati che non si esprimono (8%, -5 punti percentuali rispetto al 2006).

Come cambiano gli orientamenti in base alle categorie sociali? In (quasi) nessun caso l'idea che la violenza sia legata a fondamentalisti scende sotto il 70%. Analizziamo, però, l'influenza della pratica religiosa. Tra quanti frequentano assiduamente la Messa, convivono una percentuale limitata che guarda con sospetto al Corano (9%), una ampia maggioranza (78%) che invece non lo ritiene foriero di violenza e una quota rilevante di non rispondenti (13%). Tra i non praticanti, invece, appaiono ugualmente limitati coloro che ritengono l'Islam una religione violenta o che non si esprimono (entrambi 6%), mentre cresce la quota di quanti la giudicano pacifica (88%). È tra coloro che vanno in Chiesa saltuariamente che si fa più consistente l'idea che l'Islam sia una religione che spinge i musulmani alla violenza (16%), anche se l'orientamento principale rimane legato all'idea che questo tratto appartenga solo a gruppi estremisti (79%).

Infine, consideriamo l'influenza della politica. Tra i sostenitori di LeU, il giudizio è unanime: sono solo alcuni fondamentalisti a spingere i musulmani alla violenza (98%), e questa stessa opinione è condivisa anche dalla (quasi) totalità (93%) di quelli del Pd. Tra gli elettori di +Eu-Cd, invece, pur essendo molto ampia la quota di intervistati che guarda all'Islam come ad una fede non violenta (80%), appare consistente anche l'idea di chi la identifica come tale (18%). Meno spaventati sembrano essere gli elettori di FI: tra loro, infatti, coloro che identificano nell'Islam un seme originario violento sono limitati al 7%, mentre il 91% ritiene la violenza legata a gruppi radicalizzati. Diversamente, però, sembrano pensarla i sostenitori dei partiti loro alleati alle ultime Politiche. 3 elettori di FdI su 10, infatti, ritengono l'Islam violento (anche se il 69% esprime un giudizio contrario). Tra chi guarda alla Lega, l'idea che il Corano spinga alla violenza arriva al 22%, ma il 73% ritiene quest'ultima legata a gruppi fondamentalisti. Infine, tra gli elettori del M5s, si ferma al 9% l'idea che l'Islam sia violento in generale, mentre chi pensa siano fenomeni limitati a nicchie fondamentaliste raggiunge l'86%.


NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 marzo al 6 aprile aprile 2018 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI e CAWI da Demetra. Il campione, di 1066 persone (rifiuti/sostituzioni: 7999), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 15 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.00% con CAWI) ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione dell'indagine CATI-CAMI-CAWI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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