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OSSERVATORIO SUL NORD EST - A NORD EST SCENDE LA VOGLIA DI USCIRE DALL'EURO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
NON PIACE IL RITORNO ALLA LIRA. FUTURO NEL SEGNO DELL'EURO
[di Natascia Porcellato]

Era il primo gennaio del 2002 quando in Italia e in altri dodici Paesi è iniziata la circolazione di una nuova moneta: l'Euro. Più di sedici anni dopo, quanto è ancora approvata questa scelta? Molto, secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino. L'idea che l'Italia debba uscire dall'Euro e tornare alla Lira, infatti, è condivisa da un rispondente su quattro (25%): la nostalgia riguarda quindi una minoranza, per quanto non trascurabile, di nordestini.

Concentriamoci su questa parte di opinione pubblica e guardiamo alla serie storica. Nel 2013, era il 22% degli intervistati a ritenere preferibile il ritorno alla vecchia moneta nazionale piuttosto che continuare ad utilizzare la moneta unica. L'anno successivo, il valore sale al 30%, e si mantiene intorno a questa quota sia nel 2015 (29%) che nel 2016 (28%). Nel 2017, complice una campagna elettorale particolarmente violenta in vista delle Elezioni Politiche, e che si è molto concentrata sui rapporti continentali e sulla moneta unica, il sostegno all'idea di abbandonare l'Euro in favore della Lira cresce in maniera sensibile (36%, +8 punti percentuali rispetto al 2016, ma +14 punti percentuali rispetto al 2013). Oggi, con due tra i partiti più euroscettici al Governo, sembra essere in parte rientrato il sostegno osservato solo dodici mesi fa: l'idea di tornare alla Lira viene sostenuta da un nordestino su quattro (25%, -11 punti percentuali rispetto al 2017).

Quali sono i settori maggiormente sensibili a questo tipo di ipotesi? Guardando alle professioni, sembra emergere una netta divisione tra coloro che auspicano un ritorno alla Lira e quanti invece continuano a sostenere l'Euro. Sono soprattutto gli operai (49%), i disoccupati (46%) e le casalinghe (42%) a mostrare la maggiore adesione all'idea di ritorno alla vecchia moneta nazionale. Tra i pensionati (17%) e gli impiegati (16%), così come tra i liberi professionisti (15%), invece, la quota scende sensibilmente, fermandosi ampiamente al di sotto della media dell'area. È tra studenti e imprenditori (entrambi 12%), però, che la percentuale appare più che dimezzata rispetto al 25% rilevato nel totale del campione.

Consideriamo, infine, l'influenza della politica. Tra gli elettori del Partito Democratico la tentazione di abbandonare l'Euro e tornare alla Lira è sostanzialmente assente (2%). Tra coloro che guardano ai partiti minori (19%) o che si rifugiano nell'incertezza e nella reticenza (18%) le quote tendono ad essere più consistenti, ma si mantengono al di sotto della media dell'area. È tra i sostenitori di Forza Italia e Lega che il consenso verso l'idea di abbandonare l'Euro in favore di una nuova Lira sale fino a coinvolgere un elettore su tre (entrambi 33%). Il sostegno più ampio verso questa posizione, però, proviene da quanti guardano al Movimento 5 Stelle: è tra coloro che voterebbero per il partito fondato da Beppe Grillo che l'idea di tornare alla Lira e lasciare la strada della moneta unica raggiunge il valore più ampio (37%).



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 3-5 settembre 2018 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI e CAWI da Demetra. Il campione, di 1016 persone (rifiuti/sostituzioni: 5850), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 15 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.10% con CAWI) ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione dell'indagine CATI-CAMI-CAWI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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