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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELL'IMPRESA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
AZIENDE, OK PROFITTI, MA SERVE ANCHE RESPONSABILITÀ SOCIALE
[di Natascia Porcellato]

Secondo l'uomo d'affari Phil Libin, "ci sono un sacco di cattive ragioni per avviare una impresa. Ma c'è una sola buona e legittima ragione per farlo, e penso di sapere di cosa si tratta: cambiare il mondo". L'opinione del CEO di Evernote sembra essere largamente condivisa, pur in una peculiare accezione, anche dai nordestini. Secondo i dati analizzati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, infatti, è solo l'1% a ritenere che le imprese debbano guardare solo al profitto. Il 35%, invece, sostiene che, accanto al guadagno, un'azienda non deve danneggiare il territorio e la società in cui opera, ma la netta maggioranza (64%), oggi come nel 2005, pensa che l'azione delle imprese debba essere diretta anche verso il proprio territorio, investendo in progetti a favore della società che le ospita.

L'espressione "cambiare il mondo", in quest'ottica, acquisisce una dimensione più larga, che arriva a toccare concretamente la vita quotidiana di tutti. Sponsorizzazioni di squadre sportive e donazioni ad associazioni di volontariato, partecipazione a iniziative promosse dalle Amministrazioni e creazione di welfare locale: le imprese non sono solo fisicamente ubicate in qualche zona industriale, ma partecipano attivamente alla vita delle comunità. Spesso, infatti, sono proprio le aziende ad essere primi interlocutori della società civile e gli imprenditori si fanno (almeno in parte) carico dei bisogni del territorio nel quale hanno impiantato la loro impresa, diventano nodi di quella rete locale che costituisce il vero valore aggiunto del modello di sviluppo nordestino.

Questi concetti, però, sembrano variare nelle diverse categorie sociali. L'idea che le imprese debbano farsi carico di progetti a favore delle comunità e dei territori nei quali si trovano ad operare, infatti, appare largamente presente tra gli over-45, dove supera il 70%. Dal punto di vista socio-professionale, invece, è tra pensionati (76%) e casalinghe (68%) che rintracciamo l'adesione più alta a questa concezione della responsabilità sociale delle imprese, anche se la maggioranza assoluta viene raggiunta in (quasi) tutte le categorie considerate. Il valore, infatti, si ferma intorno alla media dell'area tra impiegati e funzionari (64%), poco sotto tra gli operai (60%), mentre la distanza si fa più consistente tra i liberi professionisti (58%) e i disoccupati (56%).

L'idea che le imprese debbano limitarsi a non danneggiare i territori nei quali sono si fa preponderante, superando la soglia della maggioranza assoluta, tra i più giovani e le persone di età centrale (18-44 anni). Guardando alle professioni, invece, possiamo osservare come questo orientamento sia maggioritario tra gli imprenditori e i lavoratori autonomi (52%), tra i quali l'idea di investire in progetti a favore di comunità si riduce al 45%. Gli studenti, invece, si dividono equamente tra chi pensa che le imprese debbano investire nelle società in cui operano (50%) e chi invece pensa debbano limitarsi a non danneggiare il territorio nel quale sono insediate (50%).



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 29 aprile e il 2 maggio 2019 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1028 persone (rifiuti/sostituzioni: 6579), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.05% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it

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