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OSSERVATORIO SUL NORD EST - FUTURO DEMPRE PIù INCERTO PER IL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL DECLINO DELLA SPERANZA, ORA PREVALE L'INCERTEZZA
[di Natascia Porcellato]

Benvenuti nell'età dell'incertezza che, come diceva Erich Fromm "è la condizione perfetta per incitare l'uomo a scoprire le proprie possibilità". Secondo l'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della Provincia Autonoma di Trento intervistata da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est, il primo sentimento associato al futuro è proprio l'incertezza (34%), che precede sia la speranza (30%) che la paura (10%). Di poco inferiore è l'adesione alla parola opportunità (8%), seguita da quella riservata a sconforto (6%), rabbia (5%) ed entusiasmo (4%). A chiudere questa ideale graduatoria di sentimenti verso il futuro troviamo impazienza ed indifferenza (entrambe 2%).

Una pandemia mondiale, un lock-down prolungato e il cambio di abitudini indotto dal diffondersi del Covid-19 probabilmente bastano e avanzano a spiegare perché il futuro sia segnato da tanta incertezza. Ma guardando ai valori rilevati nel 2010, anno in cui nel nostro Paese si dispiegavano gli effetti della crisi finanziaria innescata dal fallimento di Lehman Brothers, possiamo osservare quanto sia diverso l'umore dei nordestini. Dieci anni fa, il primo sentimento, condiviso dal 47% dei rispondenti, era comunque la speranza: ora il valore si ferma al 30% (-17 punti percentuali). La stessa tendenza si può intravvedere anche per le altre definizioni che rimandano ad una certa positività verso il futuro: entusiasmo scende dal 7 al 4%, opportunità passa dal 9 all'8%. Al contrario, a crescere sono i sentimenti più negativi. L'incertezza, con un balzo di 12 punti percentuali in 10 anni, raggiunge l'attuale 34%. Paura e sconforto aumentano entrambi di 4 punti percentuali, portandosi ora rispettivamente al 10 e 6%.

Come si caratterizzano i diversi sentimenti nei settori sociali? Consideriamo i principali, partendo da chi associa al futuro l'idea dell'opportunità. In questo caso, a sceglierla come parola del futuro, sono in misura maggiore i giovani tra i 25 e i 34 anni (14%), insieme agli impiegati (17%) e ai liberi professionisti (18%).
La paura del futuro, invece, con percentuali che variano tra il 6 e il 13%, sembra essere anagraficamente piuttosto trasversale, mentre professionalmente emergono maggiori distinguo: sono soprattutto gli operai (16%), insieme a lavoratori autonomi e disoccupati (14%) a riconoscersi in questo sentimento.

Forse contro intuitivamente, la speranza sembra essere appannaggio delle classi più anziane e mature: infatti, è tra gli adulti (55-64 anni, 40%) e coloro che hanno oltre 65 anni (37%) che tende a crescere questo sentimento. Dal punto di vista delle professioni, poi, questo orientamento è condiviso soprattutto da disoccupati (37%) e pensionati (38%).

La regina dei sentimenti odierni, l'incertezza, è presente soprattutto tra gli under-25 (41%) e le persone di età centrale (39-40%). Guardando alla categoria socio-professionale, invece, vediamo che questo sentimento si fa più ampio tra liberi professionisti, studenti e disoccupati (tutti 39%), oltre che tra le casalinghe (44%).


NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 6 e l'8 maggio 2020 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1005 persone (rifiuti/sostituzioni: 4967), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it

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