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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
DRAGHI ANTIDOTO ALLA PAURA ITALIANA DELL’ISOLAMENTO
[La Repubblica, 15 febbraio 2021]

Mario Draghi ha appena presentato il nuovo governo. Di fronte gli italiani. Ma anche all'Europa. Perché l'Unione Europea guarda l'Italia con attenzione. E preoccupazione. È il Paese maggiormente colpito dalla pandemia. E, per questo, maggiormente sostenuto attraverso il "Recovery Fund", il meccanismo per la ripresa, che dovrebbe offrire all'Italia fondi per oltre 200 miliardi di euro. È questa, probabilmente, la principale ragione che ha condotto Draghi alla Presidenza del Consiglio. Indicato, anzi: "scelto" dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per fare fronte alle diverse emergenze che allertano il Paese. Per rassicurare l'Europa. E per rispondere alle domande e agli interessi dei cittadini. In particolare, delle giovani generazioni. La "Next generation", a cui si riferisce in modo esplicito il provvedimento della Ue. La figura di Draghi, sotto questo profilo, è una garanzia. Per le autorità europee e per gli italiani. Un recente sondaggio di Demos, pubblicato su Repubblica , ha mostrato come la scelta del nuovo Presidente del Consiglio incontri il favore di una larghissima parte dei cittadini: 68%. Mario Draghi piace, soprattutto, perché è una risposta alle paure generate dal "Virus dell'isolamento". Alla distanza dall'Europa, che la pandemia ha contribuito ad allargare. Un problema non risolto da Giuseppe Conte, che, peraltro, dispone ancora di un consenso molto ampio (65%), costruito attraverso l'azione di contrasto di fronte al Covid. Queste indicazioni sono confermate dal sondaggio di Demos per Repubblica.

Infatti, una larga maggioranza dei cittadini (quasi 6 su 10) ritiene che il governo presieduto da Draghi contribuirà a migliorare la nostra economia. Ma una quota ancor più ampia (i 2 terzi) pensa che rafforzerà il rapporto con la Ue. È interessante osservare, al proposito, come la fiducia verso l'Unione Europea, proprio in questi giorni, abbia raggiunto in Italia il livello più elevato da oltre 10 anni a questa parte: 48%. Un segno di come gli orientamenti verso Draghi e verso la Ue si spieghino reciprocamente. Perché Draghi, com'è noto, ha presieduto la Bce per un lungo periodo: dal 2011 al 2019. Dopo aver "governato" la Banca d'Italia, dal 2005.

Per questo, è comprensibile che, fra quanti esprimono un elevato grado di fiducia verso la Ue, la convinzione che Draghi rafforzerà la posizione dell'Italia in Europa si allarghi ulteriormente, fino a sfiorare l'80%. Mentre si coglie maggiore prudenza in merito alla gestione del Coronavirus. Rispetto alla quale, come si è detto, il giudizio verso il governo Conte si conferma ampiamente positivo.

Il profilo delle opinioni, tuttavia, si complica quando si considerano le preferenze politiche dei cittadini. In particolare, gli orientamenti di voto. In questo caso, però, non conta lo schieramento politico, visto che la "fiducia" verso il governo Draghi è quasi "unanime" e coinvolge, in Parlamento, "quasi" tutti i partiti, con l'eccezione dei Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni.

Semmai, diventa importante il passaggio fra i due governi: Conte e Draghi. In particolare, gli elettori del Pd e del M5S, alleati nella precedente maggioranza, appaiono meno disponibili ad accettare l'idea che questo governo possa affrontare in modo più efficace la pandemia. Il tema dominante dell'ultimo anno, che ha favorito la solidarietà fra i cittadini e l'intesa fra i partiti di governo intorno a Conte.
Gli elettori del M5S, in particolare, allargano il campo delle loro perplessità ad altri ambiti: l'economia e perfino il rapporto con l'Ue. In questo caso, però, risulta determinante il ruolo di Giuseppe Conte. Indicato come capo del governo, nel 2018, dal M5S. Il partito al quale, dopo le dimissioni, appare più vicino.
Mentre il consenso per Draghi, come si è detto, cresce sensibilmente quando si ragiona sul rapporto con l'Unione Europea. Anche nella base dei FdI, a questo proposito, ci sono pochi dubbi. Anzi: il sostegno nei suoi confronti coinvolge 3 elettori su 4.

Non potrebbe essere diversamente. Draghi è un "campione europeo". Non in senso "sportivo". Ma "statistico". È il soggetto "esemplare", che rappresenta l'Europa alla quale apparteniamo. Anche in senso "critico", in quanto espressione del sistema finanziario, della classe dirigente "bancaria". Che controlla i nostri bilanci e i nostri programmi. Da cui dipendono il nostro presente e il nostro futuro. Draghi. È un leader finanziario. E politico. Ha guidato il sistema bancario europeo per un decennio. Controllato e orientato il flusso delle risorse verso i Paesi della Ue. Il nostro, in particolare. Oggi, dal centro finanziario della Ue, si è trasferito al centro del sistema politico italiano. Alla guida di una maggioranza quasi totale. Internamente, distante e distinta. Il governo dei partiti e il governo di Draghi, i politici e i tecnici. Insieme. Più che un Drago, per guidarlo, forse, ci vorrebbe un Mago. O una leadership bi-presidenziale. Draghi-Mattarella. E viceversa. Specchio di un Paese in bilico. Come ha rammentato - forse, ammesso - il Presidente (della Repubblica): «faccio il pane con la farina che mi danno gli italiani».

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