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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST: IL FUTURO SPAVENTA ANCORA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL FUTURO ANCORA INCERTO
[di Natascia Porcellato]

"Oggi è inutile fare progetti impegnativi per sé e per la propria famiglia perché il futuro è incerto e carico di rischi": con questa affermazione è d'accordo il 44% degli intervistati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est. Guardando ai dati pubblicati oggi sul Gazzettino, emerge quindi una persistente inquietudine verso il futuro, che però non sembra discostarsi in maniera rilevante da quella già osservata in passato.

Guardando alla serie storica, infatti, possiamo vedere come "l'incertezza verso quello che sarà" sia una costante che caratterizza una quota consistente di popolazione nordestina negli ultimi 23 anni. Nel 1998, è il 33% a mostrare questo tipo di orientamento, ma già nel 2006 il valore sale al 46%. Tra il 2011 e il 2016 la percentuale sfiora la soglia della maggioranza assoluta, fermandosi in entrambi i casi al 49%. Oggi, è il 44% dei rispondenti di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della Provincia Trento a mostrare sfiducia verso le progettualità impegnative data l'incertezza del futuro.

In quali categorie questa visione appare più ampia e in quali invece tende a diminuire? Guardando al genere, vediamo che il futuro appare tanto minaccioso da non consentire una progettualità futura più per le donne (50%) che per gli uomini (38%).
Dal punto di vista anagrafico, invece, un po' sorprende osservare come siano le persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni a aderire in misura maggiore all'idea che il futuro sia troppo incerto per meritare dei progetti impegnativi: tra di loro, questa idea raggiunge il 52%, superando la maggioranza assoluta. In linea con il valore medio, invece, sembra essere l'adesione espressa dagli anziani (44%), mentre qualche punto in meno è osservabile tra gli adulti (45-64 anni, 40%). È tra gli under-25, però, che la quota tende a diminuire in maniera sensibile, fermandosi tuttavia a un tutt'altro che trascurabile 30%.

Anche il titolo di studio può offrire elementi utili per comprendere meglio il profilo di chi ha uno sguardo verso il futuro particolarmente sfiduciato. Tra chi ha un livello di istruzione basso, vediamo che il valore non si discosta da quello medio (44%); l'adesione cresce, raggiungendo il 56%, tra chi ha conseguito la licenza media, mentre si ferma al 34% tra chi è in possesso di un diploma o una laurea.
Consideriamo, infine, l'influenza della condizione socioprofessionale. L'idea che sia inutile fare progetti impegnativi perché il futuro appare troppo carico di rischi tende a crescere tra disoccupati (64%) e casalinghe (58%), ma il valore supera la maggioranza assoluta (52%) anche tra gli operai. Intorno alla media dell'area (42%), invece, appare l'orientamento espresso dai liberi professionisti, mentre si ferma al 40% quello dei lavoratori autonomi. Studenti (36%) e impiegati (32%) sembrano essere i più riluttanti a aderire a questa visione.

"Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni", diceva Eleanor Roosvelt. Forse il trucco per riprenderci il futuro è tornare a pensare che i sogni sono belli, anche se possono fare un po' di paura.



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 4 e il 7 maggio 2021 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1003 persone (rifiuti/sostituzioni: 6940), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
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