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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL GIUDIZIO DEI VENETI SUL MOSE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
I VENETI «IL MOSE CI SALVA, PURTROPPO NON BASTERÀ»
[di Natascia Porcellato]

L'ultima "acqua granda" è del 12 novembre del 2019 ed è di 187 centimetri: la misura della paura e della distruzione che ha invaso Venezia, allagandola ben oltre i livelli a cui la città è abituata e associata nell'immaginario collettivo. Un anno dopo, viene messo in funzione il MOSE, il sistema di dighe mobili poste a protezione della laguna e della città dei dogi. Qual è il giudizio dei veneti su quest'opera? Secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, il 35% la ritiene fondamentale per la sopravvivenza di Venezia e delle isole della laguna, mentre, all'opposto, è il 16% a giudicarla inutile. La maggioranza (relativa, 49%), però, pensa che il MOSE, pur facendo qualcosa, non risolve il problema.

Iniziato nel 2003 e messo in funzione per la prima volta nel 2020, per realizzare le 78 paratoie mobili organizzate in 4 barriere poste alle 3 bocche di porto della laguna ci sono voluti 17 anni. Da quando è entrato in funzione poco più di un anno fa, il MOSE è stato attivato già 25 volte per separare temporaneamente la laguna dal mare, difendendola dalle maree più alte e distruttive. Questo non ha eliminato il fenomeno dell'acqua alta, ma l'ha sensibilmente limitato alle zone più depresse rispetto al livello del mare.

Il MOSE, dunque, nonostante il suo portato di polemiche e inchieste, è oggi pronto ad essere messo in funzione all'occorrenza. Ma come lo guardano i veneti? Poco più di uno su tre (35%) lo valuta come fondamentale per la sopravvivenza di Venezia e delle isole della laguna. Questo giudizio tende a crescere tra le persone di età centrale (45-54 anni, 39%) e tra gli anziani (42%). Dal punto di vista socioprofessionale, sono disoccupati (45%) e liberi professionisti (48%), insieme a studenti e casalinghe (entrambi 39%), a giudicare il sistema di dighe mobili un'opera indispensabile. Politicamente, invece, è tra gli elettori della Lega (43%) e di FdI (48%) che tendono a crescere i giudizi positivi.

L'idea che il MOSE faccia qualcosa, ma non sia risolutivo dei problemi di Venezia, è presente in quasi un veneto su due (49%). In questo caso, sono soprattutto le persone tra i 25 e i 44 anni a mostrare un'adesione più ampia (54-59%), insieme agli adulti (55-64 anni, 60%). Guardando alle professioni, invece, emerge una maggiore propensione a ritenerla una soluzione insufficiente tra operai (70%), studenti (53%) e casalinghe (54%). Se guardiamo all'influenza della politica, poi, osserviamo come questa posizione sia più presente tra gli elettori dei partiti minori (55%) e quanti si collocano nell'area grigia dell'incertezza (60%).

Le voci più intransigenti, infine, che bollano come il sistema di dighe mobili come un inutile spreco di soldi pubblici, sono limitate al 16% dei veneti. Tuttavia, questa quota tende a crescere tra i giovani con meno di 25 anni (22%), oltre che tra imprenditori (25%), disoccupati (24%) e pensionati (21%), mentre dal punto di vista politico sono gli elettori del Pd o chi guarda alle formazioni minori (entrambi 20%) a mostrare un tasso di critica più ampio verso il MOSE.



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 1 e il 4 settembre 2021 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1000 persone (rifiuti/sostituzioni: 2118), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,1% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
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