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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
A SINISTRA ALLEANZE DIFFICILI NELLO SPAZIO POLITICO DESTRA PIÙ RICONOSCIBILE
[La Repubblica, 6 dicembre 2021]

Il sistema politico italiano, oggi, deve affrontare un periodo complicato. Con un passaggio decisivo. L'elezione del Presidente della Repubblica renderà impossibile l'unità, quasi unanime, che sostiene la maggioranza del governo guidato da Mario Draghi. Anche se il candidato fosse lo stesso Draghi. Un recente sondaggio di Demos, infatti, mostra come si tratti del candidato preferito dagli italiani. Indicato, però, da una minoranza. Più ampia, rispetto a Berlusconi, che segue a distanza. Tuttavia, la candidatura di Berlusconi sottolinea come a Centro-Destra si cerchino punti di riferimento comuni, nella prospettiva di una coalizione futura ancora possibile. A Centro-Sinistra, invece, le prospettive appaiono meno chiare. Perché l'idea del Nuovo Ulivo richiederebbe l'adesione e la partecipazione di altri attori politici. Che, a Centro-Sinistra, appaiono sparsi e di-spersi. Uno spazio politico sicuramente diverso dal passato. In particolare, dalla Prima Repubblica, quando il Paese era orientato da un "bipartitismo imperfetto", come lo definiva Giorgio Galli. O da un "pluralismo polarizzato", per citare Giovanni Sartori. In entrambi i casi, si faceva riferimento a un sistema politico fondato sul - e governato dal - Centro. E privo di alternativa. Perché al partito che controllava il Centro, la DC, si opponeva il Partito Comunista. Improponibile, al tempo del muro di Berlino. In seguito, Silvio Berlusconi, che ha riprodotto la stessa alternativa. Fra sé e gli "eredi del PCI", secondo la sua definizione dell'Ulivo, allora coalizione di Centro-Sinistra. In seguito, però, quel muro è crollato. E da allora il sistema politico italiano appare instabile, privo di riferimenti politici. Amici e nemici veri. Sul piano nazionale e inter-nazionale.

Per questo è così difficile costruire alleanze stabili fra partiti che sono a loro volta instabili. Al punto che, da quasi un anno, il Paese è governato da un Premier senza partito e senza parte politica. Sostenuto da una maggioranza pressoché unanime. Un governo di quasi tutti. Privo di un centro. O meglio, con un "Centro personalizzato". Perché il Centro, nello spazio politico, è, da tempo, residuale. Oggi vi si riconosce meno del 10% degli elettori. Che preferiscono collocarsi verso (Centro) Sinistra e Destra. Ma, soprattutto, "fuori".

Oltre un quarto dei cittadini, infatti, si posiziona all'esterno di questa tradizionale de-finizione (letteralmente: de-limitazione) dello spazio politico. Non per caso, nell'ultimo decennio, si sono imposti partiti e leader che hanno recitato la parte dell'anti-politica. In questo modo, però, è divenuto difficile costruire alleanze e, prima ancora, partiti "stabili". Negli ultimi 3 anni, dopo le elezioni politiche precedenti, tutti i principali partiti hanno mostrato un andamento ondivago. Segnato da discese e, raramente, risalite altrettanto "ardite" (per citare l'in-dimenticabile Lucio Battisti).

Così oggi lo spazio politico presenta un riferimento preciso solo a Centro-Destra, dove gli elettori di Lega, FdI e Forza Italia appaiono molto vicini. E gi ustificano la prospettiva di un'alleanza che, tuttavia, non appare stabile. La candidatura di Berlusconi, a questo proposito, più che un progetto reale, appare una scelta tattica, con altri obiettivi. Anzitutto, saldare i rapporti - instabili - a Centro-Destra. Mentre sull'altro versante non si vedono prospettive altrettanto chiare. Fra quanti si dichiarano vicini al PD, in particolare, la "simpatia" verso il M5S non appare molto estesa. Nello spazio politico, d'altronde, la base del M5s risulta ancora spostata su posizioni anti (o extra) politiche. Mentre gli altri partiti di Sinistra sono più vicini fra loro e al PD. Ma il loro peso, nelle stime elettorali, appare limitato. È, piuttosto, interessante osservare come i simpatizzanti di Azione (il partito di Calenda) siano proiettati verso Centro-Sinistra. Vicini, semmai, a +Europa (che non è stata analizzata, in questa occasione, per ragioni "campionarie").

Resta, invece, "sospesa" la posizione dei sostenitori di Italia Viva. I più vicini al Centro. Ma piuttosto lontani dai partiti di Centro-Destra. Compresa Forza Italia, a cui Renzi guarda con attenzione, per costruire un soggetto politico che presenti una base meno precaria e limitata, rispetto al suo attuale "partito personale". Tuttavia, può approfittare di un sistema politico frammentato e instabile, che gli ha permesso di svolgere un ruolo determinante, per far cadere il governo precedente, guidato da Giuseppe Conte, e favorire la formazione di quello attuale. Sull'esempio di quanto già avveniva nella Prima Repubblica. Nella quale partiti minori, sul piano elettorale, come il PRI, risultarono determinanti, in alcune fasi, per il governo e del Paese. Tuttavia, è difficile non vedere la distanza politica, oltre che storica, da quegli esempi, da quell'epoca. Quando i leader si chiamavano La Malfa e Spadolini...

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