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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
ITALIANI EUROPEISTI CON RISERVA
[La Repubblica, 10 gennaio 2022]


La fiducia verso l'Unione Europea, fra gli italiani, ha ripreso a crescere. Secondo il sondaggio condotto da LaPolis-Università di Urbino per il XXIV Rapporto "Gli italiani e lo Stato" (pubblicato sull'Espresso), ha raggiunto il 44%. Il livello più elevato degli ultimi 10 anni. Un dato significativo, sul quale conviene riflettere. Perché gli italiani sono (siamo) "Europei nonostante". I cittadini del nostro Paese, infatti, hanno espresso indici di fiducia elevati verso l'Ue soprattutto dopo l'introduzione dell'Euro. Entrare nell'Unione Monetaria, infatti, significava entrare in Europa. Sul piano economico oltre che politico.

Così, l'indice di fiducia verso la Ue è salito ben oltre il 50%. Fino a che la crisi finanziaria del 2007-2008 ha coinvolto anche l'Italia. Allora l'insoddisfazione dei cittadini si è rivolta verso la "globalizzazione economica". Che carica e scarica su ciascuno il peso di problemi che hanno origine "altrove". Con effetti immediati sulla nostra vita e sulla nostra condizione. Così l'Ue e soprattutto l'Euro sono divenuti, ai nostri occhi, un riferimento negativo. L'origine e la causa dei nostri problemi. Tuttavia, non c'è mai stato dubbio sulla nostra partecipazione all'Unione Europea. E, quindi, sull'uscita dalla "moneta unica".

L'Ital-Exit, a differenza della Br-exit, in Gran Bretagna, non ha mai ottenuto grandi consensi. In caso di referendum per uscire dall'Ue, come è stato rilevato in alcuni sondaggi di Demos, oltre due cittadini su tre, in Italia, voterebbero No. Senza dubbi ed esitazioni. Consapevoli dei rischi e dei costi che l'exit dalla Ue comporterebbe, per noi. Così, "nonostante" i dubbi e le critiche, la nostra partecipazione all'Ue non è in discussione. Per senso di realismo e sicurezza. Tanto più quando l'utilità del sostegno europeo diventa evidente. In particolare, nell'ultimo anno. Da quando, cioè, i fondi e i prestiti dell'Europa - quasi 200 miliardi di euro - sono divenuti determinanti, per il nostro bilancio. Per la nostra economia.

Al tempo stesso, la fiducia degli italiani verso l'Ue di-mostra un andamento oscillante. Riflette, cioè, le conseguenze del mercato sulla nostra realtà sociale. E, al tempo stesso, riproduce le nostre preoccupazioni. Le nostre paure. Soprattutto dopo "l'avvento del Covid". Si tratta di una tendenza che coinvolge anche le altre istituzioni: lo Stato e le Regioni, in primo luogo. Il consenso verso l'Ue, infatti, è salito di 10 punti negli ultimi due anni e di 5 rispetto a un anno fa. Parafrasando una formula suggestiva di Edmondo Berselli, ci sentiamo "europei con riserva". Per utilità più che per passione.

L'atteggiamento degli italiani è, comunque, condizionato da alcuni aspetti specifici. Peraltro: pre-vedibili. In primo luogo, la generazione, l'età. Gli "europeisti per passione" sono, infatti, i più anziani e i più giovani. I più anziani, perché hanno con-diviso l'ingresso in Europa. I più giovani: perché "vivono" questo percorso e in prima persona. Direttamente. In particolare, gli studenti, fra i quali la fiducia nei confronti dell'Ue supera il 60%. Un dato che non sorprende, perché i giovani e soprattutto gli studenti sono una generazione "europea". Per alcuni versi, "globale". In quanto hanno vissuto e vivono a lungo "altrove". Oltre confine. Per motivi di studio, anzitutto. E di lavoro. Perché, spesso, si stabiliscono altrove. Comunque, si spostano. Per motivi professionali, di carriera. E perché sono alla ricerca di esperienze. Sempre nuove.

La fiducia nei confronti dell'Ue è, inoltre, influenzata dall'orientamento politico. Cresce notevolmente a Centro-Sinistra e tocca il 70% nella base del Pd. Ma appare elevata anche fra gli elettori di FI. Mentre scende fra chi vota per il M5S, la Lega. E soprattutto per i Fd'I.

L'influenza economica - e politica - dell'Ue sul sentimento degli italiani è sicuramente all'origine del ruolo assunto da Mario Draghi nell'ultimo anno. Ieri, presidente della Bce. Oggi presidente del Consiglio. E "garante" (del nostro debito...) di fronte all'Europa.

Infine, è interessante osservare come la fiducia verso l'Ue si associ alla domanda di maggiore apertura delle frontiere. Di "aprirci al mondo". Quindi, anzitutto all'Europa. Proprio mentre la frontiera sembra ri-comparire, come ha osservato Ezio Mauro. La frontiera: ripropone la distanza, per non dire il distacco, verso Est. Verso i Paesi di Visegrad. Inoltre, verso la Bielorussia e, soprattutto, l'Ucraina. Dove le tensioni stanno crescendo. E ri-propongono la "divisione", più che la frontiera, nei confronti della Russia. Insomma, la Mappa delle 2 Europe.

Per queste ragioni, il sentimento "europeo", delineato da questo sondaggio, è importante, ma, al tempo stesso, precario. Perché rischia di indebolirsi, insieme ai valori e agli atteggiamenti che rappresenta per gli italiani. Ma, per le stesse ragioni, va coltivato e riproposto.

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