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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA CONVIVENZA FORZATA COL COVID

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
«IL COVID RESTERÀ CON NOI». PRONTI A UNA CONVIVENZA
[di Natascia Porcellato]

Lo stato d'emergenza non sarà prorogato oltre il 31 marzo: con questo annuncio il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha messo la parola fine alla straordinarietà legata al Covid-19. Ma quando terminerà davvero l'epidemia da Coronavirus? Guardando ai dati analizzati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est, il 19% scommette sul 2022 come anno decisivo per sconfiggere il virus, mentre è il 30% a spostare il traguardo almeno all'anno prossimo. La maggioranza (relativa, 48%) dei rispondenti, però, ritiene che non sarà possibile sconfiggerlo del tutto e quindi dovremo imparare a conviverci.

Gli ultimi mesi l'avevano già fatto intravvedere. Complice la variante Omicron -più contagiosa, ma meno aggressiva nelle manifestazioni sintomatiche- e il successo della campagna vaccinale guidata da Francesco Paolo Figliuolo -che ha portato l'Italia ad avere uno tra i tassi di copertura più alti d'Europa-, abbiamo passato un autunno-inverno di relativa normalità: nessuna zona rossa e nessun coprifuoco imposto, bar e ristoranti aperti, cinema e teatri in attività.

Così, anche l'opinione pubblica nordestina sembra aver maturato la convinzione che convivere con il virus si può. Se guardiamo alle analisi svolte negli ultimi dodici mesi, vediamo che la maggioranza (51-52%) degli intervistati pensava che la pandemia non sarebbe finita prima dell'anno successivo. Parallelamente, diminuivano i più ottimisti, coloro che immaginavano la fine già nel corso del 2021, scendendo dal 23% del febbraio scorso al 5% rilevato a settembre. Al contempo, a crescere in maniera sistematica erano i sostenitori della convivenza: nel febbraio del 2021 erano il 22%, aumentati al 30% a maggio e al 39% a settembre.

La prima indagine dell'anno nuovo mostra un rinnovato ottimismo che si compone della crescita sia di coloro che immaginano sia possibile convivere con il virus (48%, +9 punti percentuali rispetto al settembre scorso) che di quanti scommettono che il 2022 sarà l'anno in cui si sconfiggerà il Covid-19 (19%, +14 punti percentuali). A diminuire (30%, - 21 punti percentuali), infatti, sono coloro che spostano ad almeno il 2023 la data di fine-pandemia.

Come si compongono dal punto di vista sociale questi orientamenti? I più ottimisti, che immaginano una fine della pandemia nel corso di quest'anno, sono caratterizzati da una certa trasversalità generazionale, mentre dal punto di vista politico osserviamo una presenza superiore alla media di elettori del Movimento 5 Stelle (29%), insieme a chi guarda a Forza Italia o ai partiti minori (23-24%). Quanti spostano almeno al 2023 il termine della pandemia sono soprattutto giovani under-35 anni e persone tra i 45 e i 54 anni (tutti con percentuali comprese tra il 36 e il 38%), mentre politicamente emerge una maggiore presenza di elettori dei partiti minori (38%). Infine, osserviamo la componente che ritiene sia la convivenza con il virus la strada del futuro: questa visione è più presente tra gli over-65 (59%), oltre che tra gli elettori del Partito Democratico (54%) e di Fratelli d'Italia (57%).



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra l'8 e il 9 febbraio 2022 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1031 persone (rifiuti/sostituzioni: 4273), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,05% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Sara Garbin ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
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