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I limiti di velocità - l'opinione del Nord Est (17 aprile 2024)
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Il Governo giudicato dal Nord Est (10 aprile 2024)
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L'immigrazione è una risorsa per l'economia? (3 aprile 2024)
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X Rapporto Demos & Pi per Associazione Industriali Provincia di Vicenza (21 luglio 2011 - file pdf)
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ULTIME EDIZIONI RAPPORTO SULL'ALTO VICENTINO |
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Rapporto 2005 (giugno 2005 - file pdf)
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Rapporto 2007 (gennaio 2007 - file pdf)
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Rapporto 2005 (gennaio 2005 - file pdf)
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Regionali 2015 - le stime di voto per il Veneto (15 maggio 2015)
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Il Veneto e la lega (9 marzo 2015)
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I veneti e l'informazione (18 dicembre 2009)
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OSSERVATORIO SUL NORD EST - LE OPINIONI DEL NORD EST SULLA MANCANZA DI LAVORATORI STAGIONALI
Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. |
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POCHI STAGIONALI: «IMPRESE PIÙ COLPEVOLI DEL REDDITO» [di Natascia Porcellato]
153.500: sono questi i posti di lavoro a termine che nel solo Veneto sono da ricondurre a lavori stagionali. Secondo i dati di Veneto Lavoro (Osservatorio su caratteristiche strutturali e articolazione della domanda e dell'offerta di lavoro stagionale, febbraio 2022), infatti, delle 627mila assunzioni con contratti a tempo determinato, di apprendistato o lavoro intermittente, il 25% è da ricondurre ad attività stagionali, in prevalenza legate a turismo (70mila), agricoltura (51mila) o industria alimentare (6.300).
Stagionali che, però, quest'anno sembrano introvabili: di chi è la maggiore responsabilità ? Secondo le elaborazioni di Demos per l'Osservatorio sul Nord Est, la maggioranza (relativa, 49%) degli intervistati di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento punta il dito sulle condizioni offerte dalle imprese: stipendi bassi, orari lunghi e contratti precari terrebbero lontani i potenziali lavoratori. Il 40%, invece, individua nel reddito di cittadinanza la principale ragione: godere di un assegno garantito renderebbe meno appetibile un lavoro "a tempo". Una minoranza (11%), poi, guarda ai lavoratori stessi: a tenerli lontani dagli impieghi stagionali sarebbero un maggiore accento sulla vita privata e minore propensione al sacrificio.
Queste -è bene ribadirlo- sono opinioni, e come tali servono per comprendere quali siano gli orientamenti dell'opinione pubblica sul tema, non per definire responsabilità oggettive. E come si caratterizzano questi orientamenti? Il profilo di quanti attribuiscono la responsabilità principale alle imprese e alle condizioni di lavoro che offrono mostra una componente anagraficamente trasversale, che mette insieme giovani con meno di 25 anni (67%) e quanti hanno tra i 25 e i 34 anni (62%), persone di età centrale (35-44 anni, 55%) e adulti tra i 55 e i 64 anni (54%). Dal punto di vista socioprofessionale, invece, percentuali superiori alla media di consenso verso questa idea sono rintracciabili tra operai (54%) e impiegati (52%), anche se è tra studenti e disoccupati -le due categorie che forse più di altre possono essersi sentite chiamate in causa dal tema del lavoro stagionale- che rintracciamo le quote più ampie: rispettivamente, 77 e 76%.
Analizziamo ora il profilo di chi individua nel reddito di cittadinanza la maggiore responsabilità nella carenza di lavoratori stagionali. In questo caso, sono le persone più anziane (58%), insieme ai pensionati e liberi professionisti (entrambi 55%) a individuare in questo strumento la causa della carenza di lavoratori. Un discorso a parte lo meritano gli imprenditori e i lavoratori autonomi: tra di loro, la maggioranza (relativa, 45%) individua nel reddito di cittadinanza la causa di carenza di manodopera stagionale, ma una quota piuttosto simile (41%) ritiene il problema sia nelle imprese e nelle condizioni di lavoro offerte.
Su questo tema, infine, si divide anche la politica: gli elettori di Pd (60%), M5s (74%) e +Eu con Azione (83%) attribuiscono alle imprese le maggiori responsabilità , per la carenza di stagionali mentre l'area di centrodestra -Lega (62%), Forza Italia (73%) e FdI (65%)- appare compatta nel puntare il dito verso il reddito di cittadinanza.
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NOTA INFORMATIVA L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 5 e l'8 luglio 2022 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1009 persone (rifiuti/sostituzioni: 3728), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 2,82% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più. Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Sara Garbin ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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