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OSSERVATORIO SUL NORD EST - OSSERVATORIO SUL NORD EST: A NATALE CRESCE L'ASPETTO COMMERCIALE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
PANDEMIA ORAMAI SULLO SFONDO E NATALE TORNA "COMMERCIALE"
[di Natascia Porcellato]

Natale ancora festa degli affetti, ma torna a crescere chi ne vede l'anima commerciale: queste sembrano essere le principali evidenze dell'Osservatorio sul Nord Est di oggi. Secondo i dati analizzati da Demos per Il Gazzettino, la maggioranza relativa degli intervistati (42%) pensa che il Natale sia un momento importante soprattutto per stare con i propri cari, mentre il 37% mette in luce gli aspetti più consumistici legati a questi giorni.

Rispetto all'anno scorso, però, osserviamo degli scostamenti rilevanti: è aumentata di 5 punti percentuali la visione commerciale delle prossime festività, e della stessa entità (-5) è la diminuzione di quanti le vivono come un momento legato ai propri affetti. Ad essere sostanzialmente immutata, invece, è la minoranza che inquadra il Natale come una festa importante per il suo significato eminentemente religioso (22%).

Come cambiano le opinioni in base alla religiosità? Tra i non praticanti, prevale la visione più commerciale della festa (51%), ma una quota rilevante la vede come un'occasione per stare con i propri cari (40%) e solo una minoranza la etichetta come momento religioso (10%). Tra quanti frequentano la Messa in modo saltuario, invece, il significato religioso non va oltre il 18%, mentre l'accento è tutto sulla dimensione familiare (50%), anche se una quota tutt'altro che irrilevante ne sottolinea la natura commerciale (32%). Tra quanti sono presenti assiduamente i riti religiosi, invece, in maniera comprensibile, cresce proprio l'aspetto religioso, ma neanche in questo caso riesce a raggiungere la maggioranza assoluta (49%).

La dimensione religiosa del Natale sembra essere piuttosto opaca, dunque, secondo i nordestini. Ma com'è percepita la sua rappresentazione per eccellenza, il presepe? E com'è cambiata nel corso del tempo? Oggi, il 25% ritiene il presepe soprattutto un simbolo religioso, e rispetto al 2019 registriamo un calo di 3 punti percentuali. Il 12%, invece, lo giudica più un simbolo di pace universale: anche in questo caso registriamo una diminuzione, ma più consistente (-5 punti percentuali). Ad essere cresciute, invece, sono coloro che giudicano il presepe un simbolo della cultura cattolica (49%, +3 punti percentuali) o quanti non vi identificano alcun significato (14%, +5 punti percentuali).

Anche in questo caso, osserviamo come variano i giudizi in base alla religiosità. Tra i non praticanti, il 36% rintraccia nel presepe un simbolo cattolico, il 23% ne riconosce la valenza religiosa, l'8% il rimando alla pace e per il 33% non ha alcun significato. Quanti frequentano la messa saltuariamente, invece, vedono nella rappresentazione della Sacra Famiglia soprattutto un simbolo della cultura cattolica (58%), il 23% ne identifica il portato religioso, il 13% il significante di pace universale e il 6% non identifica alcun contenuto. Infine, osserviamo le risposte di quanti sono praticanti in maniera assidua: anche in questo caso, la dimensione strettamente religiosa non va oltre il 34%, il significante della pace universale raggiunge il 18%, mentre la maggioranza (relativa, 47%) identifica nel presepe soprattutto un simbolo della cultura cattolica.



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 28 ottobre e il 5 novembre 2022 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1002 persone (rifiuti/sostituzioni: 4092), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,1% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
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