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Contro l’autonomia sei italiani su dieci e anche al Nord adesso dicono no (25 novembre 2024)
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Le mafie sono tra noi. Cresce il pericolo di una assuefazione (17 novembre 2024)
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La generazione globale i giovani realizzano vita e carriera all’estero (11 novembre 2024)
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Tra immigrazione e criminalità tornano a crescere le paure degli italiani (28 ottobre 2024)
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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI
La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica. |
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TRA IMMIGRAZIONE E CRIMINALITÀ TORNANO A CRESCERE LE PAURE DEGLI ITALIANI [La Repubblica, 28 ottobre 2024]
In una Mappa recente abbiamo proposto i dati di un sondaggio di Demos sui problemi che inquietano gli italiani. Il dato più evidente è la centralità assunta dalla salute e, in generale, dal sistema sanitario. Una questione importante che, tuttavia, contrasta con il passato, non solo recente. Quando le preoccupazioni maggiori erano altre.
In particolare: l’immigrazione e la criminalità. Vale la pena di chiarire come le “paure” costituiscano, da sempre, un fattore importante del dibattito politico. In Italia, infatti, si vota soprattutto “contro”. Per erigere “muri” che riproducano le scelte elettorali dei cittadini. Come è avvenuto a lungo, nel dopoguerra. Nel 2008, infatti, l’80% dei collegi elettorali in Italia riproduceva la stessa geografia elettorale dei primi anni Cinquanta. Marcata dalla “frattura anticomunista”. Riproposta, negli anni Novanta, da Berlusconi. Quando, rimpiazzò il “muro di Berlino” con il “muro di Arcore”. “Personalizzando” il medesimo “argomento”. L’anticomunismo.
Successivamente anche quel muro è caduto, insieme ai partiti tradizionali. E si è imposto il muro dell’antipolitica. Eretto dall’antipartito per definizione. All’epoca, il M5S di Beppe Grillo. Affiancato e sfidato, a sua volta, dalla Lega. Quando divenne “nazionale”. E “personale”. LdS. La Lega di Salvini. I due anti-partiti si affermarono, alle soglie degli anni Venti, fino a costituire un governo. Il Conte 1. Che tuttavia durò poco. Perché è complicato costruire un’alleanza di governo soprattutto “contro”. Peraltro, i motivi antipolitici a cui facevano riferimento vennero sovrastati da nuove paure. Due, soprattutto. Il Covid e le guerre. In particolare, l’invasione Russain Ucraina. Non lontano dai nostri confini. A cui si aggiunse il conflitto in Medio-oriente.
Il problema, però, è che ormai le “paure”, prodotte dagli eventi più drammatici tendono a “normalizzarsi”. Ai nostri occhi. Nonostante vengano riprodotte in modo continuo dai media. Tradizionali e digitali. D’altra parte, la “paura fa spettacolo”. E lo “spettacolo della paura” è sempre in onda. Per questo, alla fine, prevale “l’abitudine”. Mentre rientrano sulla scena le paure quotidiane. Che accompagnano la nostra vita. Giorno per giorno. La salute, come abbiamo visto. E altri “problemi”. Fra gli altri, la criminalità e, soprattutto, l’immigrazione. Hanno alimentato la polemica politica. Utilizzata, anzitutto ma non solo, dalla Lega. Peraltro, si tratta ormai di un tema “normale”. Non solo perché i flussi sono calati. Ma, soprattutto, perché, come segnalano le stesse associazioni di categoria, i lavori “manuali” nelle fabbriche vengono svolti prevalentemente, se non esclusivamente, da stranieri. Immigrati. Non certo dai “nostri” giovani. Che, semmai, emigrano a loro volta. Per motivi di studio, soprattutto. Ma, in molti casi nonrientrano. E si fermano altrove, a svolgere attività e lavori più attraenti. D’altronde, i giovani, in Italia sono una “categoria” ristretta. In via d’estinzione. In un Paese, parallelamente, sempre più vecchio. Il più anziano d’Europa.
Per questo la criminalità e l’immigrazione non preoccupano più come un tempo. Anche se, nel sondaggio di Demos, mostrano un peso crescente, dopo il declino, se non l’esaurimento, del Covid. Tuttavia, la preoccupazione, ha ripreso a salire negli ultimi anni. E ha raggiunto indici che non vedevamo da tempo. Infatti, quasi 1 italiano su 4 li colloca fra i primi due problemi più urgenti. Il livello più elevato dal 2021. Dunque, dagli anni del Covid.
Ed è interessante osservare come le componenti meno preoccupate, dal punto di vista dell’età, siano i più anziani (oltre 65 anni) e, soprattutto, i più giovani. Per ragioni speculari. I più anziani, perché ormai hanno vissuto a lungo. E hanno un’aspettativa di vita più limitata. I giovani,perché, come abbiamo osservato, sono una generazione “altrove”. Che “non ha confini”. E, quindi, guardano “altrove”. Questo profilo, nel sondaggio di Demos, si riproduce sul piano professionale, visto il minor grado di preoccupazione dimostrato dagli studenti. E dai lavoratori autonomi. Cioè: indipendenti.
Infine, emergono distinzioni nette anche in base all’orientamento politico e di partito. In quanto la preoccupazione cresce via via che ci si sposta da Centro-Sinistra verso Destra. Fino a toccare i livelli più elevati tra coloro che si sentono più vicini alla Lega e ai Fratelli d’Italia. Secondo tradizione.
Così, se fra i cittadini prima di tutto c’è la salute, gli altri problemi continuano a suscitare incertezza. E inquietudine. Oggi più di ieri.
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