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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
IL PAPA DI TUTTI ISPIRAVA FIDUCIA TRASVERSALE
[La Repubblica, 28 aprile 2025]

Papa Francesco se n’è andato, ma il suo esempio rimane vivo. Dopo oltre un decennio durante il quale ha svolto la sua missione in modo condiviso. Dagli italiani e, in particolare, fra i cattolici. Soprattutto, fra coloro che vanno a messa regolarmente, ogni domenica. Come mostra, in modo chiaro, il sondaggio condotto alcuni mesi fa, da LaPolis-Università di Urbino-Carlo Bo, con Demos e Avviso Pubblico.

Un’indagine ancora attuale. Perché ripercorre il sentimento degli italiani nel corso degli anni. Fino a poco tempo fa. D’altronde, l’importanza del messaggio di Papa Francesco ha superato, ampiamente, i confini del tempo. E dello stesso mondo cattolico. Comemostra una ricerca dell’Istat, la frequenza alla messa, in Italia, riguarda ormai meno di unapersona su cinque.

E ciò significa circa la metà, rispetto a 20 anni prima. Una tendenza destinata a proseguire, visto che cresce parallelamente al calo dell’età. Fra coloro che hanno meno di 25 anni, infatti, l’indice tocca il livello minimo: 10%. Così non sorprende che, la fiducia nel Papa, per quanto in costante declino, dopo l’arrivo di Bergoglio, sia rimasta molto più elevata, rispetto a quella espressa nei confronti della Chiesa.
Nell’ultima indagine sul rapporto fra “Gli italiani e lo Stato”, pubblicata alla fine dello scorso anno, Papa Francesco otteneva ancora il gradimento di oltre metà degli italiani: il 58%. Superato, fra le istituzioni, solo dal Presidente Mattarella e dalle Forze dell’Ordine. Che, come il Pontefice, rispondevano e rispondono a una generale domanda di sicurezza e rassicurazione. Negli anni precedenti, peraltro,aveva raggiunto livelli più elevati. Prossimi alla totalità dei cittadini: quasi il 90%. “Parallelamente” il grado di fiducia nella Chiesa si era mantenuto più basso. Non molto superiore alla metà. A conferma di una tendenza più generale. La personalizzazione. Che ha coinvolto tutti i principali soggetti sociali e politici. E le stesse istituzioni. Ilconsenso condiviso dai cittadini nei confronti del Pontefice e del Presidente risultava, infatti, praticamente doppio rispetto allo Stato e alla Chiesa.

Tra i credenti - coloro che hanno “fede” - la “fiducia” (una variante, anche lessicale, della fede) cresce infatti, in modo sensibile. In misura proporzionale alla frequenza alla messa. Fino a toccare il 75%, quindi 3 persone su 4, fra quanti dichiarano una frequenza costante e regolare. Per scendere al 59% fra coloro che partecipano saltuariamente. E al 30% presso i “non praticanti”.

Questo orientamento si riflette sul piano dell’età. La pratica religiosa raggiunge, infatti, il livello più elevato fra coloro che hanno 65 anni (e oltre): 87%. Cioè, pressoché tutti. E “cade” quando si scende di sotto i 55 anni: 44%. Fino a scivolare al 38-39% tra i più giovani (o meno anziani). Sotto i 45 anni.

Gli orientamenti politici hanno un impatto meno evidente. Perché la “fede” non ha un colore politico definito e definitivo. L’associazionismo e la partecipazione, infatti, hanno avuto e mantengono un peso significativo anche tra le forze politiche di Centro-Sinistra. Il Pd, in particolare. Erede dei principali partiti di massa della Prima Repubblica, il Pci e la Dc. Non per caso il Pd sorge nel 2007 dalla confluenza dei Ds e della Margherita. Ma un sostegno altrettanto consistente giunge dal Centro Destra. In particolare, da Forza Italia. Tuttavia, il consenso per Papa Bergoglio appare politicamente “trasversale. Supera il 60% fra chi si dice vicino al Pd, FI, Azione. E tra Fd’I. Poco più limitato, nella base dell’AVS e del M5s. Infine, appena sopra il 50% è l’appoggio fra chi si pone accanto alla Lega di Salvini. Da sempre in dissenso con alcune posizioni espresse da Papa Francesco, in particolare in merito all’accoglienza dei migranti. Che, da sempre, costituisce una bandiera della politica leghista. Per questo motivo Salvini non ha mai nascosto la sua preferenza per il predecessore: papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger.

Così Papa Francesco ha costituito un punto di unione e divisione fra gli italiani. Ben oltre i motivi religiosi. Per ragioni etiche e di valore. È stato il “Papa di tutti”. Ha disegnato la Chiesa come un’istituzione aperta, che predica e opera per l’apertura dei confini. Per il dialogo e l’accoglienza. Nei confronti degli “altri”. Perché “gli altri siamo (anche) noi”.

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