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Le mappe di Ilvo Diamanti
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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
NETANYAHU SEMPRE PIÙ GIÙ È IL LEADER MENO GRADITO
[La Repubblica, 26 maggio 2025]

Viviamo in tempo di guerra. O meglio: “di guerre”. E, anche se non direttamente, ne siamo coinvolti. Perché “la globalizzazione ci ingloba”. Per utilizzare una nota frase di Antony Giddens: «Tutto ciò che avviene dovunque, in qualsiasi momento, ci coinvolge. Nello stesso momento». È un effetto soprattutto dei media, che riproducono ciò che avviene nel mondo in diretta. A maggior ragione quando si tratta di eventi inquietanti. Perché la paura fa spettacolo. E “lo spettacolo della paura”, per questo, non finisce mai. A maggior ragione se è interpretato da attori importanti. In grado di intercettare la nostra attenzione. Anche in modo involontario. In quanto bersagli, vittime. Negli ultimi anni i protagonisti dell’inquietudine globale sono diversi. In primo luogo, Donald Trump, rieletto presidente degli Usa nel novembre 2024. Inoltre, Vladimir Putin, presidente della Russia, l’altra storica potenza globale. Alternativa agli Usa, come ha marcato il Muro di Berlino per alcuni decenni, dal 1961 al 1989. Un segno di divisione, importante sul piano ideologico e politico, fra l’Occidente e il sistema sovietico. In quest’area, inoltre, ha acquisito un ruolo importante l’Ucraina, che è stata attaccata e in parte occupata dalla Russia nel 2022, per timore che aderisse alla Nato. Da allora, per l’Occidente, è divenuta un confine geopolitico. Insieme all’Ucraina ha acquisito visibilità e importanza anche il suo presidente, Volodymyr Zelensky, divenuto, a sua volta, un riferimento internazionale. Dopo essersi affermato, in ambito nazionale, anzitutto come attore. Per divenire, successivamente, un importante leader politico, per le posizioni europeiste, che lo hanno spinto alla presidenza del Paese. Un’altra figura rilevante, sulla scena internazionale, è sicuramente Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele. Anch’egli al centro di polemiche internazionali per il conflitto in atto da anni nella Striscia di Gaza, in contrasto con Hamas e il progetto di uno Stato palestinese. Naturalmente vi sono altre figure importanti, sul piano internazionale. Ma questi attori politici attualmente recitano una parte di primo piano anche sul piano mediatico. Per questo motivo è interessante sottolineare come in Italia il giudizio dei cittadini, per quanto differenziato, condivida un calo di popolarità nei loro confronti. In termini di valori assoluti, Zelensky ottiene un grado di fiducia maggiore rispetto agli altri. E supera Trump, che, lo scorso febbraio era più avanti, seppur di poco. Favorito dall’elezione appena avvenuta. Molto più indietro si collocano Putin e Netanyahu. Se valutiamo il grado di fiducia nel corso degli anni e degli ultimi mesi emergono, comunque, alcune tendenze significative. Pur restando evidenti le differenze segnalate, emerge un certo grado di normalizzazione dell’immagine di leader, peraltro, così diversi e distanti. In quanto la loro percezione appare stabile.

Naturalmente, il quadro cambia sensibilmente se valutato in base alla posizione politica degli intervistati. Anche se, talora, gli orientamenti non appaiono mo lto chiari. Trump, ad esempio, piace maggiormente a chi si pone nel Centro-Destra. Quindi, ai sostenitori di Lega, Forza Italia e FdI. Ma anche di Italia Viva. Che allarga il proprio bacino elettorale anche a persone di Centro-Destra.
Zelensky, invece, è apprezzato soprattutto tra il Centro-Sinistra. In particolare, fra chi è più vicino al Centro. Cioè, il Terzo Polo: Azione, +Europa e Italia Viva. Ma è valutato positivamente anche da (poco) più di metà di chi si rivolge al Pd e ad Avs.

Il sostegno a Netanyahu è più trasversale. Limitato e senza concentrazioni specifiche. Ma, con un distacco evidente nel Centro-Sinistra, nella base del M5s, del PD e di Avs. Un risentimento che caratterizza anche l’atteggiamento verso Putin. Il quale, come da tradizione, intercetta soprattutto il consenso di chi è prossimo alla Lega. E a Italia Viva.

In definitiva, è complicato definire la geografia politica della fiducia verso alcuni dei principali leader globali, che alimentano sentimenti e risentimenti dei cittadini. Di certo non si percepiscono le fratture di un tempo, i muri in grado di generare e spiegare le distanze fra partiti. Fra Destra e Sinistra. Mentre il Centro è un polo a sua volta difficile da definire. Letteralmente: delimitare. Anche per questo motivo gli italiani si guardano intorno spaesati. Alla ricerca di figure e riferimenti, amici e nemici. E, in fondo, di nuovi muri che forniscano identità e appartenenza a livello territoriale. E globale.

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