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ATLANTE POLITICO: GLI ORIENTAMENTI POLITICI DEGLI IMPRENDITORI

Rilevazione periodica, realizzata per il quotidiano La Repubblica, sul clima politico italiano e sugli orientamenti elettorali.
L'impresa di Renzi
[di Fabio Bordignon, @fabord]

Matteo Renzi: un "Berlusconi di sinistra" per la politica italiana? Scarica un articolo su Matteo Renzi di Fabio Bordignon a QUESTO LINK .

Significative aperture di credito verso il governo e verso il premier, ma ancora una certa diffidenza nei confronti del Pd. Non è ancora caduto il muro tra il centro-sinistra e l'Italia delle imprese. Ma il taglio con il passato, lo stile e l'approccio post-ideologico di Renzi si traducono in una attenzione e in aspettative che vanno ben oltre le schermaglie con i vertici di Confindustria. Mentre le indagini sulla "fiducia" degli imprenditori vedono l'ottimismo salire ai livelli più alti dal 2011.
Riuscire a "parlare" con il mondo del lavoro autonomo, dell'impresa, al popolo delle partite Iva: è sicuramente un compito che tutti i leader del Pd si sono dati, in modo esplicito, prima di Renzi. Bisogna dire "alle donne e agli uomini [...] che hanno il coraggio di intraprendere che l'idea di società che noi abbiamo li vede al centro", affermava Veltroni nel 2007. Il primo segretario Pd, pochi mesi più tardi, candiderà nelle liste del partito importanti figure della "rappresentanza" imprenditoriale (Matteo Colaninno e Massimo Calearo). In modo ancora più evidente, durante la segreteria Bersani, una delle carte vincenti del leader Pd sembra risiedere proprio nella capacità di instaurare un dialogo con il lavoro autonomo (e con il Nord). Una apertura resa possibile da quel "pragmatismo emiliano" - fatto di concretezza e competenza, impastate da un approccio a-ideologico - che costituisce il tratto dominante del profilo del leader piacentino. Sul cui petto, peraltro, sono appuntate le medaglie ottenute sul terreno delle liberalizzazioni.
Ciò nondimeno, alle Politiche del 2013, i voti dei lavoratori autonomi e degli imprenditori, in libera uscita dal tradizionale bacino centro-destra, solo in minima parte sono confluiti nel Pd bersaniano. Andando invece a premiare soprattutto il M5s. Ben il 44% dei lavoratori autonomi ha scelto il partito di Grillo. Meno del 13% il Partito democratico: comunque, meno della metà di quanto raccolto dal Popolo della libertà (circa il 25%).
Renzi, a differenza dei suoi predecessori, non viene dalla Prima Repubblica. Soprattutto, non viene dal Pci. E molte delle sue parole d'ordine suonano particolarmente attraenti dentro le imprese: decisione e innovazione, energia e velocità, merito e rischio. Renzi è, inoltre, il rottamatore che si è schierato dalla parte di Marchionne, nei conflitti all'interno della Fiat, e ha contestato la sudditanza della sinistra nei confronti del sindacato. É il leader che dialoga con il mondo della finanza, parla il linguaggio del marketing, illustra la sua "idea di Italia" attraverso le success stories dei nostri capitani d'impresa.
Per l'insieme di queste ragioni, il segretario del Pd può puntare a mandare in soffitta la (reciproca) diffidenza tra la sinistra e il lavoro autonomo. Circa la metà dei lavoratori indipendenti, intervistati da Demos nei giorni successivi all'insediamento del governo, esprime un giudizio positivo sulla squadra di Renzi. In particolare, oltre il 60% guarda con favore alla figura del premier. A questi atteggiamenti solo parzialmente corrisponde, per ora, una effettiva disponibilità a votare per il partito del premier. Nei sondaggi condotti tra gennaio e febbraio, l'appeal del M5s presso questo segmento di elettorato sembra essersi sensibilmente ridimensionato, rispetto al voto del 2013: dal 44 al 26%. La capacità del Pd di intercettare questi voti fluttuanti appare, tuttavia, ancora limitata: il partito è salito di circa sei punti percentuali, nel voto dei lavoratori autonomi, ma si ferma comunque sotto il 20%.
I primi mesi di Renzi alla guida del Pd, e poi del governo, sono stati dunque guardati, all'interno delle imprese, con un misto di interesse e prudenza. In attesa che i provvedimenti concreti svelino l'effettivo "atteggiamento" del leader e della sua squadra. Le misure varate dall'esecutivo nelle scorse settimane non hanno del tutto diradato questa nebbia. In vista del voto di maggio, Renzi ha puntato sul "bersaglio grosso" delle famiglie (a basso reddito): gli interventi in materia fiscale sono stati così indirizzati anzitutto alla riduzione dell'Irpef. E in misura più contenuta al taglio dell'Irap. Mentre il varo del Jobs Act ha indubbiamente accolto richieste da tempo avanzate dagli imprenditori, nell'ottica della semplificazione e della flessibilità in entrata.
Le polemiche tra Renzi e Squinzi, circa l'esito della missione tedesca del governo, sono state chiuse dallo stesso Presidente di Confindustria, che ha iscritto la propria associazione tra i "sostenitori più leali del governo". Difficile, tuttavia, che si tratti dell'ultimo sconto tra Palazzo Chigi e Viale dell'Astronomia. Difficile, allo stesso tempo, immaginare il capo del governo instaurare un rapporto privilegiato con Confindustria. Il suo decisionismo, l'allergia per i meccanismi della concertazione, l'insofferenza per il potere di interdizione delle organizzazioni di categoria lo spingeranno, piuttosto, a rivolgersi direttamente agli imprenditori. In particolare, alla vasta platea delle piccole e medie imprese: saltando (anche in questo caso) il filtro della rappresentanza. Che, nella prospettiva del premier, rappresenta un freno al cambiamento, allargando la "palude" della conservazione.
Nel frattempo, proprio ieri l'Istat ha diffuso i risultati della propria indagine sulla fiducia delle imprese: si tratta dei primi dati dopo il cambio di governo, che fanno registrare il più alto tasso di ottimismo dal 2011 ad oggi. Ulteriori segnali di una apertura di credito che il premier dovrà coltivare a far crescere nei prossimi mesi. Vincere la diffidenza del passato, conquistare il consenso dell'Italia delle imprese e, magari, tramutarlo in "voti": più che una sfida, per Renzi, una vera impresa.


Matteo Renzi: un "Berlusconi di sinistra" per la politica italiana? Scarica un articolo su Matteo Renzi di Fabio Bordignon a QUESTO LINK .

NOTA INFORMATIVA

L'Atlante Politico è realizzato da Demos & Pi per La Repubblica ed è curato da Ilvo Diamanti, insieme a Fabio Bordignon e Roberto Biorcio, con la collaborazione di Martina Di Pierdomenico. La rilevazione è stata condotta nei giorni 25-28 febbraio 2014 da Demetra (metodo CATI). Il campione nazionale intervistato (Italia: N=1060, rifiuti/sostituzioni 6245) è rappresentativo per i caratteri socio-demografici e la distribuzione territoriale della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (margine di errore 3.0%).

Documentazione completa su www.sondaggipoliticoelettorali.it
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