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Le mappe di Ilvo Diamanti
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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
L'ITALIA DEI CAPOLUOGHI VA ANCORA PIÙ A DESTRA
[La Repubblica, 11 giugno 2019]

Le recenti elezioni amministrative hanno ridisegnato e colorato diversamente la mappa politica dell'Italia. Ma solo in parte. A conferma della "continuità instabile" che segna il nostro tempo. Oggi, l'Italia politica appare meno rossa e, invece, più verde-azzurra. Mentre ha perduto le tracce di giallo. Il territorio, d'altronde, ha sempre caratterizzato gli orientamenti elettorali. Per questo le mappe del comportamento di voto disegnano regioni dai contorni e dai colori precisi. Di lunga durata. In particolare, il Nord Est: la "zona bianca". Dove per decenni ha prevalso la DC. Mentre le regioni del Centro (Nord) delimitavano la "zona rossa".

Le Regioni nelle quali i partiti di Sinistra, per primo il PCI, hanno una base elettorale più ampia e radicata. Negli ultimi 25 anni, però, al "bianco" si è sostituito il "verde-azzurro" del Forza-Leghismo. E nel Mezzogiorno si è allargato l'azzurro (senza il verde) di Berlusconi. Il Centro (Nord), invece, ha mantenuto il "rosso" della tradizione. Ma sempre più attenuato. Questo profilo cromatico è mutato profondamente, negli ultimi anni. In particolare, dopo le elezioni politiche del 2018. Quando è emersa un'Italia "Giallo-Blu". Un Paese colorato di Giallo dal successo impetuoso del M5s, nel Centro-Sud e nel Mezzogiorno. E di Blu, come la bandiera della Lega di Salvini, nel Centro e nel Nord. Una mappa solcata, nel mezzo, da alcune residue "macchie di rosso".

Le recenti elezioni europee hanno ulteriormente marcato questa mappa. Nella quale le "zone verdi" si sono allungate verso Sud. Mentre la "zona gialla" ha continuato a de-lineare gran parte del Mezzogiorno. Al Centro, infine, il "rosso" si è riprodotto. In modo visibile. Anche se meno di un tempo. Queste elezioni amministrative, incrociate, in parte, con quelle Europee, hanno proseguito il percorso geo-politico avviato da tempo. Il Centro-Sinistra sembra aver ripreso la marcia. Ha, infatti, vinto in oltre 100 città (101, per la precisione) fra i 221 comuni con oltre 15 mila abitanti dove si è votato. E si è imposto in 13 dei 27 Capoluoghi al voto. Dunque: "quasi" la metà. Rispetto alla mappa precedente, tuttavia, il Centro-Sinistra ha perduto circa un terzo delle città più grandi e dei Comuni capoluogo. Mentre, parallelamente, si è allargato lo spazio delle città amministrate dal Centro-Destra. Che, però, non appare più Azzurro-Verde. Piuttosto: Blu. Oppure: Verde-Azzurro. Perché la Lega, nella maggioranza dei casi (circa 160) si è alleata con Forza Italia. Con risultati importanti. Come alle Politiche del 2018 e alle Regionali successive. In altri casi ancora, si è presentata da sola o con altre liste di Destra. Ma non ne ha risentito. Tutt'altro. Perché oggi la Lega è molto più forte del passato. E di FI. Ed è saldamente posizionata "a destra". Nel complesso, da più di un anno, la maggioranza dei comuni Capoluogo è amministrata dal Centro-Destra.

Certo, nella mappa dell'Italia, la Zona Rossa (oggi: Rosa) resiste. Infatti, il Centro-Sinistra mantiene il governo di gran parte delle città maggiori di quest'area (61 su 76). Anche se subisce la perdita di alcuni (capo)luoghi simbolici. In particolare: Ferrara e Forlì. Tuttavia, ha ri-conquistato Livorno. Dove, nel passato recente, aveva subìto la sconfitta forse più cocente. E il M5s aveva ottenuto un successo molto importante. Preludio alla sua avanzata. Oggi, invece, il M5s risulta quasi invisibile, sul territorio. Si è, infatti, imposto in un solo Comune. Campobasso. Nel Centro Sud. La principale area di riferimento.

Così, il M5s conferma la sua difficoltà di competere sul territorio. Dove servono persone e organizzazione. E dove, per questo, il confronto oppone, di nuovo, Destra e Sinistra. Una Destra a "trazione leghista". Una Sinistra impostata sul PD. Che riesce ancora a imporsi nei territori della tradizione. Ma fatica a controllarli. Tanto più, ad andare oltre. Mentre il voto per il M5s risulta "utile" e visibile in chiave "anti-politica". Alle elezioni "nazionali". O in alcune grandi metropoli - di rilievo "nazionale". Come Roma e Torino. Ma appare incapace di r-esistere. Sul territorio.

Queste elezioni forniscono, dunque, la conferma di un Paese lontano rispetto alla maggioranza parlamentare emersa alle elezioni del 2018. Perché i rapporti di forza tra governo e opposizione, ma, ancor prima, fra i partiti di governo, sono cambiati profondamente. È un'Italia "asimmetrica". Un Paese spaesato. Anche per questo, condannato all'instabilità. All'incertezza.


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