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Contro l’autonomia sei italiani su dieci e anche al Nord adesso dicono no (25 novembre 2024)
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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI
La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica. |
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CALA LA FIDUCIA NEL GOVERNO MA 6 SU 10 LO APPOGGIANO SALVINI GIÙ, ZAIA OLTRE IL 50% [La Repubblica, 3 maggio 2020]
La notte del virus continua. E si fatica a vedere la luce, all'orizzonte. Semmai, ci stiamo abituando a muoverci nel buio. O almeno, nella penombra. Peraltro, i fari che hanno illuminato il nostro percorso, nelle ultime settimane, hanno perso un po' di energia. Ma resistono. Senza che altri riescano a rimpiazzarli. In altri termini, il governo e il premier, Giuseppe Conte, vedono ridursi il grande consenso conquistato di recente. Ma di poco. Mentre i principali partiti di opposizione e i loro leader si perdono sullo sfondo, buio, di questa emergenza. Riassumerei così le opinioni degli italiani, che emergono dal sondaggio condotto da Demos, nei giorni scorsi, per l'Atlante Politico di Repubblica.
Il consenso verso il governo, infatti, nell'ultimo mese subisce un calo significativo: 8 punti. Tuttavia, il sostegno nei suoi confronti resta maggioritario: 63%. Per incontrare indici di fiducia verso il governo altrettanto elevati, se saltiamo il dato del mese scorso, bisogna risalire al settembre 2018, all'inizio del primo governo Conte, imperniato sull'alleanza fra Lega e M5s. O, prima ancora, al 2014, quand'era premier Renzi.
La Lega di Salvini, peraltro, scende ancora, nelle indicazioni di voto. Resta il primo partito, in Italia, con il 26,6%. Ma scivola di quasi 8 punti, rispetto alle elezioni Europee dello scorso maggio (2019). A Centro-Destra, i Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni confermano le posizioni degli ultimi mesi, attestandosi sul 13,6%. Mentre FI sembra aver frenato una discesa che pareva inarrestabile. E si ferma al 6,2%. Ben lontano dai fasti di un passato, peraltro, neppure lontano. Rispetto alle elezioni Politiche del 2018, comunque, il suo peso elettorale risulta più che dimezzato.
Parallelamente, le forze di governo si consolidano. Senza, però, mostrare grandi progressi. Il Pd si avvicina al 22%. Mentre il M5S risale oltre il 16%, dopo molti mesi di declino. LeU e la Sinistra mantengono il loro spazio, per quanto limitato. Chi non sembra in grado di ripartire, o meglio, di partire, è Italia Viva. Il Partito di Renzi. Poco sopra il 2%. Più che un "partito personale", appare un "partito - e un leader - senza persone". Senza elettori. E ciò spiega, in parte, l'atteggiamento polemico di Renzi. Alla ricerca di visibilità e "distinzione", soprattutto in questa fase.
La fiducia verso i leader precisa queste tendenze. Conferma la posizione del premier, Conte. In calo di non pochi punti: 7. Ma ancora saldamente davanti a tutti, con il 64% di valutazioni positive. Seguito dal governatore del Veneto, Luca Zaia, oltre il 50%. Ma, soprattutto, molto avanti rispetto a Matteo Salvini, il "capo" del suo partito. Il quale scende al 37%: quasi 10 punti in meno, in un mese. Così si allinea ad Attilio Fontana, governatore della Lombardia. La "sua" regione. Come Salvini rammenta e ripete spesso, nelle ultime settimane. Con due conseguenze, forse non del tutto intenzionali: ri-dimensionare Fontana e mettere fra parentesi l'identità "nazionale" della sua Lega...
Il calo di gradimento più sensibile, fra i leader, riguarda, però, Giorgia Meloni: 12 punti in meno rispetto al mese scorso. Superata da Roberto Speranza. Ministro della Sanità. Al centro dell'attenzione e delle "speranze" dei cittadini. Poco sotto (al 40%), incontriamo altre figure importanti di questa stagione politica, Dario Franceschini e Luigi Di Maio. Seguiti dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Accanto a Silvio Berlusconi. In fondo alla graduatoria (o quasi) rimane Matteo Renzi, apprezzato (si fa per dire...) dal 20% degli elettori. Certamente più del suo partito. Ma non di molto.
Dal sondaggio di Demos emerge l'immagine di viaggio incerto. Attraverso un tempo senza tempo, che alterna momenti di emozione e di frustrazione. Oggi viviamo una fase di attesa, dopo il picco dei consensi raggiunto dal governo in mezzo - o meglio, in cima - all'emergenza determinata dal Covid. La paura e, più ancora, la necessità di affrontare una minaccia senza volto, che colpisce persone e "volti", talora noti e "familiari", ha suscitato un moto solidale. I cittadini, dunque, si sono stretti intorno al "capo" - del governo. Nazionale ma anche regionale.
Chiusi in casa. In famiglia. Eppure "insieme". Hanno messo da parte le divisioni. Politiche - ma non solo. E hanno di-mostrato uno spirito unitario, che non si ricordava da tempo. Oggi, dopo oltre un mese ai "domiciliari", questo sentimento resiste. Con qualche in-sofferenza. Ma due italiani su tre continuano a valutare positivamente l'azione del governo. E delle Regioni. E più ancora - 3 su 4 - il ruolo del Presidente della Repubblica. Anche l'informazione è apprezzata, mentre c'è insoddisfazione verso i soggetti - partiti e leader - che non accettano il clima di "unità nazionale". E verso l'Unione Europea. Che ci lascia "soli".
Peraltro, (quasi) tutti gli italiani oggi riconoscono l'importanza del sistema sanitario e della Protezione civile. Ma, soprattutto, hanno scoperto la capacità dei cittadini come loro, come noi, di adeguare i comportamenti "personali" alle regole imposte dall'emergenza. Per il bene comune. Per rispondere alla preoccupazione che coinvolge, soprattutto, chi vive con noi e vicino a noi. I nostri familiari.
Così, oggi gli italiani si accingono ad affrontare la cosiddetta fase 2, che prevede un piano di apertura graduale. Nel sistema del lavoro e delle imprese. Nella nostra vita e nei nostri spostamenti personali. Un piano che, fra i cittadini, suscita ancora larga adesione (oltre il 60%), ma anche po' di frustrazione. Soprattutto fra i lavoratori autonomi. E fra i più giovani, che sopportano con maggiore fatica l'isolamento. Perché, anche se siamo convinti che il cosiddetto "distanziamento sociale" sia utile e che "andrà tutto bene", è altrettanto vero che "da soli" e "distanti dagli altri" non si sta bene.
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