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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
DDL ZAN, IL SONDAGGIO: LA LEGGE PIACE AL 62% DEGLI ITALIANI, CONSENSI IN CALO FRA GLI ELETTORI DI CENTRODESTRA
[La Repubblica, 21 luglio 2021]

C'è molto dibattito sul Disegno di Legge Zan sul contrasto della violenza e la discriminazione per motivi che riguardano l'identità di genere. L'omofobia e la disabilità. La questione ha, infatti, assunto grande rilievo politico. Tanto più dopo l'intervento del Vaticano, che ha richiesto di modificare alcuni contenuti che violerebbero l'accordo di revisione del Concordato. Così, il confronto parlamentare su questo tema, già avviato al Senato, lascerà il segno sul futuro del governo e nel rapporto fra soggetti politici. Inevitabilmente, visto che la maggioranza comprende tutti. Meno uno. I Fd'I di Giorgia Meloni. Com'è avvenuto in passato, quando si è trattato di affrontare questioni importanti, sul piano etico e dei diritti di cittadinanza.

Tuttavia, il sondaggio condotto di recente dal Demos per Repubblica suggerisce che, presso l'opinione pubblica, le divisioni, di fronte al Ddl Zan, si traducono in "differenze", piuttosto che in "fratture". Emergono, infatti, posizioni e atteggiamenti che, per quanto articolati, non giustificano tensioni politiche tanto accese. Le discussioni pubbliche degli ultimi mesi, amplificate sui media, hanno contribuito a modificare l'approccio dei cittadini rispetto all'argomento. Ne hanno raffreddato il sostegno. Ma senza rovesciare il segno delle valutazioni. Che confermano un'ampia adesione al DdL Zan. Approvato dal 62% degli italiani (intervistati da Demos). Poco meno dei due terzi. Mentre l'orientamento opposto, nel segno del rifiuto e dell'opposizione, è espresso da una quota di persone molto più limitata: il 24%. Va, sottolineato, comunque, come il dibattito pubblico degli ultimi mesi abbia contribuito a ridurre la distanza fra i due orientamenti. Che, tuttavia, è ancora molto ampia. Circa 40 punti.

Se consideriamo le preferenze politiche, il consenso verso il decreto appare molto largo soprattutto fra gli elettori del PD E del M5S: 81%. Ma è, comunque, maggioritario anche presso la base della Lega. Mentre è sceso sensibilmente fra coloro che votano per i Fd'I e, soprattutto, FI. L'opposizione al DdL Zan appare, però, limitata. E solo tra chi vota per i Fd'I supera, per ampiezza, il favore al provvedimento.

Risulta, invece, evidente l'influenza di altri fattori. La differenza generazionale, in particolare, sottolinea un'adesione convinta fra i più giovani. Sotto i trent'anni, infatti, il consenso supera il 75%.

Ma, soprattutto, contano le convinzioni religiose. Segnalate dalla frequenza alla messa. Fra coloro che dichiarano una pratica più assidua, infatti, il DdL Zan risulta meno condiviso (45%).

Tuttavia, anche in questo caso, l'atteggiamento contrario, di rifiuto incondizionato, appare più ridotto (35%). Seppure bilanciato da un significativo grado di incertezza (20%)

In altri termini, le fratture e le tensioni che hanno attraversato i partiti non sembrano coinvolgere i cittadini. Quantomeno, non scaldano gli animi. Una legge che garantisce il rispetto delle differenze di genere, contrasta l'omofobia e le discriminazioni contro i disabili appare giusta a una larga maggioranza di persone. Al di là degli specifici piani. Perché la vera questione è superare le discriminazioni.

Il dibattito politico, però, si è concentrato prevalentemente sull'omo-transfobia. Infatti, è difficile immaginare che vi sarebbero riserve, o peggio, opposizioni aperte di fronte alle discriminazioni di genere. O verso i disabili.

Per questa ragione, probabilmente, è utile spiegare bene il DdL. Chiarirne le ragioni e i contenuti. Senza temere le polemiche che possono attraversare l'opinione pubblica. Com'è avvenuto in occasione dello "ius soli", che prevede la concessione della cittadinanza agli stranieri nati in Italia, da genitori residenti in Italia da tempo. La proposta di legge venne ritirata, di fatto, nel dicembre 2017, dal governo, per i timori sollevati da sondaggi che sottolineavano un crescente dissenso fra gli elettori. Anche di Centro Sinistra. In particolare, del PD, che, di recente, ha rilanciato il progetto, per iniziativa del nuovo segretario, Enrico Letta. Intenzionato a riprendere il filo di un discorso politico e culturale interrotto. Senza troppa fortuna, visto l'esito delle elezioni politiche del 2018.

Inseguire le "opinioni dell'opinione pubblica", infatti, può essere dannoso, per chi intenda affermare il proprio ruolo "presso l'opinione pubblica".

Un "rischio" che, in questa occasione, appare anche più "rischioso". Perché, a differenza dello Ius Soli, il DdL Zan dispone di un sostegno più largo, fra gli italiani. Ma bisogna capire e chiarire quale sia davvero la maggioranza che lo vuole e sostiene. In questa maggioranza tanto ampia da non di-mostrare basi davvero solide. Per questo, il futuro del DdL Zan appare comune e coerente con il futuro del governo. Perché serve a capire "su quali fondamenta si fondi".

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