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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
COALIZIONI SFALDATE. SALVINI A PICCO, CRESCE SOLO FDI
[La Repubblica, 3 febbraio 2022]

L'elezione del Presidente della Repubblica è stata seguita con grande interesse dai cittadini. Anche prima di conoscere l'esito, non facilmente previsto e prevedibile. Cioè, che si sarebbe trattato di una ri-elezione del Presidente uscente. Sergio Mattarella. Che oggi giurerà davanti al Parlamento.

La "scelta finale" è stata apprezzata da una larga maggioranza di cittadini. Quasi il 60%. Come emerge dal sondaggio condotto nei giorni scorsi da Demos per Repubblica. Tuttavia, questa elezione ha rivelato divisioni significative fra gli - e negli - schieramenti. Mattarella, d'altronde, si era tenuto in disparte. Solo alla fine ha accettato di rimanere al Quirinale. Per senso di responsabilità. Perché non c'era alternativa. O meglio, l'unica alternativa sarebbe stata il caos.

La scelta di Mattarella, comunque, è condivisa da una larga maggioranza di italiani. Per la precisione: 58%. Ma la fiducia nei suoi confronti è ancor più elevata: 68%. E risulta "minoritaria" solo fra gli elettori dei FdI di Giorgia Meloni. L'unico partito, d'altronde, ad essersi sottratto a ogni soluzione con-cordata. In modo speculare a quanto si osserva nel rapporto con il governo, rispetto al quale i FdI stanno all'opposizione. Da soli. Una coerenza discutibile, ma chiara. E vantaggiosa, sul piano dei consensi. Cresciuti, nell'ultimo anno. Ribaditi, in questi giorni, dagli elettori, che ritengono Giorgia Meloni la leader che si è comportata meglio. Anche se i giudizi positivi nei suoi riguardi sono limitati: 15%, si tratta, comunque, di una componente superiore agli altri. Anzitutto, Enrico Letta e Giuseppe Conte. Artefici di un'alleanza ipotetica. Mentre appare chiara la classifica dei "peggiori". Sovrastata, con il 31% delle "preferenze" (si fa per dire), da Matteo Salvini. Il King Maker che non è riuscito a incoronare un King. E neppure una Queen.
Bisogna sottolineare, però, che si tratta di indicazioni spontanee, offerte dagli intervistati, senza liste pre-definite. Inoltre, interpretare il volto negativo, in politica, è utile. Come sa bene lo stesso Salvini. In difficoltà da quando recita la parte dell'uomo di governo.

Così, secondo i cittadini, c'è un solo (ri)vincitore. Sergio Mattarella, ovviamente. Ma alcuni soggetti politici si sono rafforzati oppure indeboliti, più degli altri.
Si è certamente rafforzato il "governo", guidato da Draghi. Che forma, con Mattarella, un binomio solido. E, sul fronte "opposto", si sono consolidati i FdI. Che mantengono il monopolio dell'opposizione.

È significativo però, che il giudizio sul governo non si rifletta sulla maggioranza. Ritenuta più debole, dopo questo voto. Gli italiani, cioè, riassumono il "significato" del governo nella figura del Capo. Dunque, di Draghi. E vedono le forze politiche intorno a lui come un "complemento". Una base di sostegno sempre più frammentata.

Sono lontani i tempi nei quali si parlava di "bipolarismo". Tanto più (meno...), di "bipartitismo". Oggi, non ci sono più partiti dominanti. I principali galleggiano intorno al 20%.

Inoltre, hanno perduto peso anche i "poli", le coalizioni, com'è apparso chiaro nel corso di questa elezione presidenziale. Infatti, le candidature non sono state condivise dai partiti "presunti" alleati. E dai loro "grandi elettori". Silvio Berlusconi ha attratto solo gli "eletti" di Forza Italia. Mentre la Presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati (anch'essa vicina a FI), proposta dal Centro-Destra di governo, si è fermata presto, lontano dal quorum richiesto. Anche perché i parlamentari dei FdI si sono distanziati subito, votando per un candidato proprio. Guido Crosetto. Il voto più condiviso è stato, dunque, il non-voto. Le schede bianche insieme alle astensioni. Fino all'VIII scrutinio.

Così, le coalizioni si sono sfaldate. Di fatto e agli occhi dei cittadini. Alleanze "ipotetiche", che non si traducono in azioni comuni. È un'opinione "realista", anzi, una "realtà", che coinvolge il Centro-Destra, ma anche il Centro-Sinistra. L'alleanza tra il Pd e il M5S. Quest'ultimo, internamente "diviso". Tutti i principali partiti si sono, dunque, indeboliti. Ad eccezione dei FdI, che, però, sono rimasti fuori dal campo di gioco. "Lo spettacolo del voto Presidenziale" ha coinvolto i cittadini. Più che in altre occasioni. Ma, al contempo, ha aumentato le perplessità sul metodo di elezione. Così, com'era già emerso in precedenza, si consolida la domanda di cambiare. La maggioranza dei cittadini, infatti, vorrebbe l'elezione diretta. Mentre componenti più limitate chiedono modifiche e semplificazioni, senza negare ai "grandi elettori" la prerogativa di eleggere il Presidente.

Insomma, mai come in questa occasione l'esito è apparso chiaro. Senza sorprese, come avviene normalmente. Lo ha rammentato di recente il politologo Gianluca Passarelli, in un saggio appena pubblicato da Giappichelli: "Il Presidente della Repubblica in Italia."
In questa occasione, ha vinto solo Sergio Mattarella. Il Presidente. E questo, in fondo è il senso delle elezioni "presidenziali". Così si precisa l'immagine del "presidenzialismo di fatto", affermatosi negli ultimi anni in Italia.
E questo è un problema. Per il sistema politico. E per la nostra democrazia.

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