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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
TRUMP UNA MINACCIA PER DEMOCRAZIA E UE FIDUCIA DIMEZZATA NEL PRESIDENTE UCRAINO
[La Repubblica, 3 marzo 2025]

La percezione della guerra in Ucraina dopo l’invasione russa, nel 2022, è mutata sensibilmente, agli occhi degli italiani. Insieme all’immagine dei protagonisti: i Paesi e i leader coinvolti. Con il risultato di indebolire ulteriormente la posizione dell’Europa e dell’Italia. Lo segnala il sondaggio condotto da Demos nei giorni scorsi. Alla vigilia (e dunque prima) dell’incontro alla Casa Bianca di Zelensky con Trump e il vicepresidente Vance. Un evento che ha sicuramente modificato le opinioni dei cittadini. Ma sulla base di orientamenti pre-esistenti. Il cambiamento più evidente riguarda il sostegno a Zelensky. Nel 2022, dopo l’invasione russa, oltre metà degli italiani (per la precisione: il 53%) esprimeva un elevato grado di fiducia nei suoi riguardi. Mentre oggi è sceso al 27%. Dunque, circa la metà. Ma l’indice di fiducia è calato anche rispetto all’anno scorso, quando era stato rilevato al 32%. Siamo, quindi, lontani dal momento dell’invasione, quando gran parte degli italiani ??" e degli europei ??" si erano stretti intorno all’Ucraina e a Zelensky. All’opposto, Vladimir Putin, il presidente russo, “l’invasore”, ha mantenuto l’ultima posizione nella graduatoria dei leader espressa dall’opinione pubblica. Pur crescendo dal 10% al 17% attuale. Donald Trump, il presidente degli Usa ottiene un buon grado di consensi: 29%. In crescita di 5 punti rispetto all’anno scorso. E, supera, dunque, lo stesso Zelensky. Molto diversa la posizione di Elon Musk. Imprenditore, proprietario, fra l’altro, di Tesla e X (ex Twitter). Nominato da Trump a capo di un dipartimento governativo. Musk, infatti, ottiene una quota di favori limitata. Poco sopra il 20%. Ma il suo ruolo resta comunque importante, perché è un consigliere autorevole di Trump. Il presidente Usa, peraltro, ha espresso in modo esplicito la volontà di “dividere” il mondo per rafforzare ulteriormente la posizione americana. Ridimensionando ulteriormente il ruolo dell’Europa. Queste affermazioni hanno accentuato le distanze fra gli italiani in base alle simpatie politiche. In particolare, frapartiti di governo e di opposizione. Il massimo grado di fiducia nei confronti di Trump è, infatti, espresso da coloro che si dicono vicini alla Lega: 72%. Inoltre, da quasi il 60% nella base di Forza Italia e dei Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Fra le prime ad avere manifestato il proprio favore al Presidente USA. Scende, invece, fra il 40 e il 50% il sostegno della base di Azione e Italia Viva. Mentre nel PD e nel M5s si riduce al 25%. Un cittadino su quattro.

Tuttavia, il sondaggio condotto da Demos fa emergere fra gli italiani aspettative interessanti, per quanto diverse, su quantopuò fare Trump, al di fuori degli Usa. Quasi metà dei cittadini ritiene, infatti, che le probabilità di raggiungere la pace in Ucraina miglioreranno. Anche perché Trump e Zelensky non si erano ancora incontrati. Mentre ora è chiaro che la condizione imposta da Trump, da Trump al Presidente ucraino, è di... ritirarsi. Perché “non ha le carte” per governare la situazione. Nello stesso tempo, però, Zelensky ha ottenuto il sostegno dei principali partner europei. Francia, Germania e UK. Inoltre, del suo popolo.

Più ridotta appare, invece, l’aspettativa di ciò che Trump può realizzare nell’area israelo-palestinese. Dove ha fatto realizzare dall’IA un video che lo raffigura in spiaggia insieme a Netanyahu. A Gaza, presentata come una Dubai del futuro.
Infine, appare molto limitata la quota di chi prevede che il ritorno di Trump possa migliorare la qualità della democrazia nel mondo. E, in particolare, il ruolo dell’Europa e dell’Italia. Che rischiano di finire “ai margini”. La questione sarà sicuramente al centro del vertice sulla difesa comune europea e la sicurezza dell’Ucraina che oggi si svolge a Londra. Questo problema coinvolge direttamente la premier Giorgia Meloni. Che, sin qui, ha espresso la propria vicinanza in direzioni diverse. A von der Leyen e a Donald Trump. In altri termini: all’Ue e a chi la vuole ri-dimensionare. Per non dire: emarginare. Una posizione in bilico fra due prospettive che rischiano, oggi, di risultare in-compatibili. E di spingere l’Italia... fuori dal mondo.

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