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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST È FAVOREVOLE ALL'EUTANASIA LEGALIZZATA.

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL MEDICO PUÒ AIUTARE IL MALATO A MORIRE? SÌ PER 8 NORDESTINI SU 10
[di Natascia Porcellato]

Nordestini concordi sul fine-vita: è necessario siano rispettate le volontà dei singoli, qualsiasi esse siano. Secondo i dati elaborati da Demos per Il Gazzettino, oltre otto su dieci (82%) si dichiarano moltissimo o molto d'accordo con l'idea che "quando una persona ha una malattia incurabile, e vive con gravi sofferenze fisiche, è giusto che i medici possano aiutarla a morire se il paziente lo richiede".

Se guardiamo alla serie storica offerta dall'Osservatorio sul Nord Est, vediamo come questa posizione sia cresciuta in vent'anni. Nel 2002, prevaleva una certa divisione: era il 56% a ritenere giusto che i medici potessero aiutare i malati incurabili e sofferenti ad andarsene, se l'avessero richiesto. Nel 2007, però, osserviamo il primo segnale di una più marcata apertura verso la "dolce morte": il consenso, infatti, arriva al 67%, valore confermato e rafforzato dal 69% del 2012. È nel 2017, però, che viene superato il muro del 70%, arrivando al 73%, soglia presto abbandonata quando, quattro anni più tardi, raggiunge l'80%. Da allora, la tendenza è ancora di consolidamento e crescita: 81% nel 2022, 82% nella più recente indagine.

L'altro tratto che caratterizza questa opinione è la sua trasversalità: raramente, infatti, l'adesione scende sotto la soglia del 70%. Guardiamo l'analisi per età: a essere maggiormente d'accordo con l'idea che i malati terminali devono essere aiutati a morire, se lo desiderano, trova il consenso più ampio tra under-25 (87%), giovani tra i 25 e i 34 anni (89%) e quanti hanno tra i 35 e i 44 anni (87%). Il valore, inoltre, raggiunge l'86% anche tra le persone di età centrale e si attesta all'81% tra gli adulti. È solo tra gli over-65 anni, infatti, che l'adesione si ferma al di sotto della media dell'area (70%).

Dei distinguo maggiori possiamo trovarli se consideriamo l'influenza della religiosità. Quanti frequentano saltuariamente la Messa, o non la frequentano affatto, appaiono concordi nel sostenere largamente il diritto alla scelta del malato sul suo fine-vita (rispettivamente, 85 e 92%). Tra chi si reca assiduamente in chiesa, invece, emerge una difficoltà più evidente: il favore verso questa posizione, infatti, per quanto maggioritaria (55%), appare lontano dal valore medio.

Veniamo, infine, all'influenza della politica: anche qui ritroviamo un'accentuata trasversalità. L'accordo con l'idea che un malato incurabile, che vive con gravi sofferenze, debba essere aiutato a morire, se lo chiede, mette insieme la (nettissima) maggioranza degli elettori del Pd (90%) e della Lega (86%), di FdI e del M5S (entrambi 81%), di Forza Italia (74%) e dei partiti minori (85%); raggiunge l'80% anche tra coloro che si rifugiano nell'area grigia della reticenza.

E mentre il Parlamento latita, le Commissioni ASL regionali vanno avanti: in Friuli-Venezia Giulia, "Anna" ha recentemente ottenuto l'autorizzazione al suicidio assistito, così come "Gloria" e Stefano Gheller, in Veneto. Per ora, solo "Gloria" ha confermato la volontà, ricorrendo alla procedura nel luglio scorso. Tutti, nelle parole affidate all'Associazione Luca Coscioni, parlano della libertà di scegliere, della serenità di decidere. E, per Stefano Gheller, della battaglia affinché sia legge.



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 4 e l'8 settembre 2023 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1006 persone (rifiuti/sostituzioni: 4331), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,09% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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