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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL BILANCIAMENTO DI LAVORO E VITA - LE OPINIONI DEL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
LE RICHIESTE DEI LAVORATORI: DA ORARI A SMARTWORKING
[di Natascia Porcellato]

Alzarsi, colazione, accompagnare i figli a scuola; andare al lavoro, sfruttare la pausa pranzo per quelle commissioni in posta e in tintoria. Terminato il lavoro, recuperare la prole e scarrozzarla verso un impegno pomeridiano a scelta tra inglese, musica e sport; nel mentre: fare la spesa e passare dai genitori. Al rientro, preparare la cena e far partire la lavatrice, così prima di andare a dormire si stende quanto lavato. È, questa, una tranquilla giornata qualunque che assume sempre più i contorni del tetris: come nel celebre videogioco, incastrare ogni pezzo della giornata appare sempre più arduo.

Ma quali strumenti sarebbero più utili per mettere in equilibrio vita privata e lavoro? Sul tema, gli intervistati si dividono: guardando alle analisi di Demos per l’Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, infatti, emerge che il 32% vorrebbe poter decidere a che ora iniziare e/o finire il lavoro, mentre il 26% preferirebbe poter lavorare meno ore alla settimana in alcuni periodi dell’anno. Una quota sostanzialmente analoga (24%), poi, vorrebbe poter scegliere se lavorare in ufficio o da casa, mentre il 15% troverebbe utile poter lavorare lo stesso numero di ore distribuite in meno giorni.

Il dato che sembra emergere, dunque, è una certa parcellizzazione delle esigenze: non sembra affiorare un’ipotesi che possa accontentare tutti. Ma come cambiano le preferenze nei diversi settori sociali? Analizziamo prima di tutto il fattore età. Tra i giovani under-30 sembra assumere una rilevanza maggiore la possibilità di scegliere se lavorare da casa o in ufficio (35%), mentre quanti hanno tra i 30 e i 44 anni mostrano un’attenzione (leggermente, 34%) più marcata verso la flessibilità in entrate e in uscita. Sempre questo fattore appare rilevante anche per gli adulti tra i 45 e i 54 anni (33%), ma sostanzialmente alla pari con l’ipotesi di lavorare meno ore in alcuni periodi dell’anno (32%). Quanti hanno più di 55 anni, invece, pongono un accento superiore alla media sullo smartworking (28%) e sull’ipotesi di lavorare lo stesso numero di ore, ma in meno giorni (26%).

Osservando l’influenza della categoria professionale, poi, possiamo vedere che tra gli operai è più popolare l’idea di poter lavorare meno ore in determinati periodi (38%), ma una quota superiore alla media guarda anche alla “settimana corta” (20%). I tecnici e gli impiegati, invece, insieme alla flessibilità in entrata e uscita (32%), mettono la possibilità di lavorare da casa o in ufficio (27%). I liberi professionisti puntano l’attenzione sull’orario di inizio e fine (37%), mentre gli imprenditori mostrano interesse verso smartworking (44%) o poter calibrare diversamente il numero di ore lavorate nel corso dell’anno (36%).

Infine, la questione di genere: la flessibilità oraria appare ugualmente rilevante per uomini (32%) e donne (31%); tra i primi, però, cresce l’importanza dello smartworking (27%), mentre le donne mettono l’accento sulla possibilità di lavorare meno ore in alcuni periodi (30%).

Riposte le mimose, dunque, la riflessione su come migliorare la work-life balance deve riprendere: perché, tornando all’inizio, c’è chi ha pensato che il tetris da comporre fosse di una lavoratrice; e poi c’è chi mente.



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 15 e il 17 gennaio 2025 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1.001 persone (rifiuti/sostituzioni: 7.003), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,1% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all’unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli e Paolo Bonanomi hanno svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it

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