demos & PI
contatti area riservata
RAPPORTO GLI ITALIANI E LO STATO OSSERVATORIO CAPITALE SOCIALE IL MONDO A NORDEST MONITOR ITALIA LE INDAGINI EUROPEE
ULTIME EDIZIONI OSSERVATORIO SUL NORDEST
one antifascismo
(23 aprile 2025)
vedi »
0ne 16.4
(16 aprile 2025)
vedi »
Il Nord Est e gli investimenti nel settore aerospaziale
(9 aprile 2025)
vedi »
ULTIME EDIZIONI RAPPORTO SULLA SOCIETÀ VICENTINA
X Rapporto Demos & Pi per Associazione Industriali Provincia di Vicenza
(21 luglio 2011 - file pdf)
vedi »
ULTIME EDIZIONI RAPPORTO SULL'ALTO VICENTINO
Rapporto 2005
(giugno 2005 - file pdf)
vedi »
Rapporto 2004
(gennaio 2004 - file pdf)
vedi »
Rapporto 2002
(giugno 2002 - file pdf)
vedi »
ULTIME EDIZIONI IL CIVISMO NEL NORDEST
Rapporto 2007
(gennaio 2007 - file pdf)
vedi »
Rapporto 2005
(gennaio 2005 - file pdf)
vedi »
ULTIME EDIZIONI ALTRE RICERCHE
Regionali 2015 - le stime di voto per il Veneto
(15 maggio 2015)
vedi »
Il Veneto e la lega
(9 marzo 2015)
vedi »
I veneti e l'informazione
(18 dicembre 2009)
vedi »
OSSERVATORIO SUL NORD EST - LE DONNE NELLA SOCIETÀ SONO ANCORA SUBALTERNE AGLI UOMINI?

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
DONNE ANCORA SUBALTERNE AGLI UOMINI: LO PENSANO 2 SU 3
[di Natascia Porcellato]


“In Italia è ancora predominante una società in cui gran parte delle donne è subalterna agli uomini”? Sì, secondo la maggioranza degli intervistati di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia autonoma di Trento. Guardando ai dati analizzati da Demos per l’Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, infatti, emerge in modo chiaro come questa opinione sia condivisa moltissimo (11%) o molto (45%) da oltre un intervistato su due (56%).

Inoltre, questa constatazione sembra più presente tra le donne che tra gli uomini: le prime, infatti, concordano con l’idea che nel Paese persista una diffusa dipendenza femminile nel 63% dei casi, mentre tra gli uomini questa idea si ferma 16 punti percentuali prima, al 47% e non raggiunge la soglia della maggioranza assoluta.

Se consideriamo genere e età congiuntamente, però, sembrano emergere ulteriori indicazioni interessanti. Tra le donne più giovani, l’idea che in Italia persista una certa subalternità diffusa di genere si ferma al 50%, schizza all’85% tra quelle di età compresa tra i 25 e i 34 anni e si mantiene molto ampia (74%) tra quelle di età centrale. Intorno alla media dell’area invece, ritroviamo quante hanno tra i 45 e i 54 anni (63%) e poco sopra a questo valore si collocano le adulte (68%): è solo tra le over-65, infatti, che l’adesione scende fino al 48%. Tra gli uomini, invece, la curva dell’adesione mostra un andamento del tutto diverso nelle diverse età. I più riluttanti a aderire all’idea che in Italia le donne siano ancora oggi in posizione largamente subalterna sono i più giovani (29%) e quanti hanno tra i 25 e i 44 anni (38-39%), mentre la condivisione si fa più larga tra quanti hanno tra i 45 e i 54 anni (56%) e, in misura ancora più marcata, tra gli adulti (62%), mentre tende a non distaccarsi dalla media dell’area tra gli anziani (48%).

E se insieme al genere consideriamo la dimensione socioprofessionale? Anche qui emergono dei tratti interessanti. L’idea che le donne siano ancora oggi largamente subalterne agli uomini divide nettamente le lavoratrici (71%) e i lavoratori (48%), anche se la distanza maggiore è rintracciabile tra i disoccupati (25%) e le disoccupate (97%). Più simili, invece, sembrano essere le percezioni di studenti (46%) e studentesse (49%), mentre sono i pensionati (49%) a superare le pensionate (42%).

Ma è davvero così? Guardando l’insieme di alcuni dati, l’idea che le donne siano in posizione di debolezza rispetto agli uomini si fa più concreta. Il tasso di occupazione 15-64 anni, per esempio, in Italia raggiunge il 70% tra gli uomini, mentre si ferma al 53% tra le donne. Anche nelle regioni del Nord Est sembra riproporsi una distanza simile: tra gli uomini, oscilla tra il 75% del Friuli-Venezia Giulia e il 78% di Trentino-Alto Adige e Veneto, mentre per le donne le quote variano tra il 62-63% di Veneto e Friuli-Venezia Giulia e il 67% del Trentino-Alto Adige. La recente nota 3/2025 della FNE sancisce che, al ritmo attuale, le regioni nordestine raggiungeranno i valori delle aree più avanzate d’Europa tra il 2035 e il 2038: è un orizzonte da accorciare per lavorare concretamente sulla parità di genere.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 15 e il 17 gennaio 2025 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1.001 persone (rifiuti/sostituzioni: 7.003), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,1% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all’unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più. Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli e Paolo Bonanomi hanno svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
home  |  obiettivi  |  organizzazione  |  approfondimenti  |  rete demos & PI  |  partner  |  privacy step srl  ::  p. iva 02340540240